Quattordici minuti di autentico harakiri per una Fortitudo che fino al minuto 26 appariva in pieno controllo della partita. Di una partita strana, fatta di parziali, ma che tutto sommato aveva preso, sin dall’inizio uno spartito ben chiaro. Bologna a dettare i ritmi, Rieti a inseguire… appunto fino al 26 esimo, fino al 58-40 quando la Effe ha deciso di dire basta e di ritirarsi dalla contesa. E stentiamo a credere che “questo è quello che possiamo fare e non ho nulla da rimproverare ai miei ragazzi” ( Caja dixit), quando Rieti non ha fatto “cose turche” negli ultimi quattordici minuti, ma ha semplicemente continuato a giocare la sua partita, trovando sicuramente il bandolo della matassa complici le braccia basse della Fortitudo in difesa e la insistenza in giochi di attacco ampiamente prevedibili. 12-36 il parziale negli ultimi 14 minuti coincisi certamente con il miglior momento di Rieti, ma sicuramente un momento ( lungo) nel quale la Fortitudo è totalmente scomparsa dal campo. Interroghiamoci ad esempio sui 40 minuti di parquet per Pietro Aradori, sulle rotazioni a sette (Morgillo + Giordano 6 minuti in due e tre giocatori n.e.) contro una squadra che ha comunque ruotato 11 uomini su 11 effettivi.

Una Fortitudo che arriva alla finale di Coppa Italia nel peggiore momento della sua stagione ad affrontare una semifinale ( con Trapani) che appare già segnata ancor prima di essere giocata. Poi il basket è strano ( ed è proprio la sua imprevedibilità che ce lo fa amare tanto) e per certi versi la partita di stasera ce lo ha dimostrato e quindi può accadere di tutto, ma quello che la effe sta facendo vedere da Verona in poi è veramente poco e a volte meno di poco. E’ vero che non c’è la possibilità di intraprendere la via del mercato ( vuoi per questioni economiche, vuoi perché l’offerta è scarsa), ma è apparso fin troppo chiaro che la Fortitudo ha un quintetto spremuto e non ha alternative di gioco al di fuori dei primi cinque.

La cronaca di una gara amara riporta di una discreta effe per 25 minuti, all’interno, come detto, di una partita che va a strappi, va a parziali, ma che vede sempre Bologna avanti nel punteggio ( a parte lo 0-3 iniziale e un attimo sul 32-33 a tre giri di lancetta dall’intervallo lungo). E quando dal 45-40 di apertura di secondo tempo si passa nell’unico momento di lucidità di un opaco Bolpin al 58-40 sembra che il traguardo sia vicino. E invece tutto si blocca, il quarto fallo di Ogden complica le cose ( ma anche Rossi deve fare a meno di Hogue incappato in un tecnico di rara inutilità), la pochezza della panchina ( almeno quello che si è visto della panchina) non consente di far tirare il fiato ai primi cinque ( a parte qualche cosa accettabile di Panni che alla fine si perde nel tentativo di risolverla da solo, ma d’altra parte molti dei solisti erano da tempo nell’oblio). Il rientrante Fantinelli ben presto perde la lucidità ( mette 4 perse nel finale, seppure con 10 assist), Aradori vaga per il campo nel tentativo di trovare le energie per starci 40 minuti ( e non le trova visto che nell’ultimo periodo chiude con un 1/3 dal campo, nascondendosi più che proporsi); quando Ogden rimette piede sul terreno di gioco non ritrova fluidità e ritmo ( cosa invece che riesce al dirimpettaio Hogue) e insomma quando anche Italiano mette la terza tripla della sua partita si comprende che i titoli di cosa vanno a scorrere e con essi una serie interminabile di interrogativi.

Per quello che si è visto oggi la Fortitudo farà tantissima fatica a trovare energie e soluzioni per un finale di stagione che, viceversa, dovrebbe essere approcciato al contrario. E’ vero, non si chiedeva a Settembre alla squadra una promozione, è vero che l’obiettivo play off è raggiunto, ma è altrettanto vero che l’atteggiamento rinunciatario degli ultimi quindici minuti oggi viene digerito, domani chi lo sa. E’ quindi il tempo di stringere i denti e sbucciarsi le ginocchia perchè lo spirito Fortitudo è proprio quello che ti fa essere brutto, magari stanco, ma mai domo. Ecco, quello che si è visto stasera (quantomeno negli ultimi 15 minuti) è esattamente il contrario. Ovviamente onore a Rieti che ci ha sempre creduto, ha magari atteso che la partita arrivasse e ha trovato armi, gioco e soluzioni per prendersi i due punti con immenso merito.

Pagelline

Fortitudo

Giordano s.v.: ma un po’ della voglia di un giovane non serviva proprio?Sergio 4,5: Involuzione e nulla da ricordare. 13 minuti di anonimato. Aradori 5,5: Fin che ne ha fa il suo, poi scompare nella pochezza degli ultimi 14 minuti. Bolpin 4: e’ l’immagine della resa. Nulla prima e nulla dopo. Solo due triple per il +18. Panni 6: Porta esperienza e qualche buona giocata. Prova anche a ergersi a quello che non è ovvero un risolutore solitario. Fantinelli 6: Al rientro dopo un mese non gli si poteva chiedere di più ( sta pure in campo quasi 32 minuti). Speriamo riprenda presto il ritmo ante-infortunio. Freeman 6: Sufficienza piena fino al 26, poi il buio, come gli altri. Ogden 6: Fino al quarto personale è probabilmente il migliore. Poi al ritorno vaga senza meta. Morgillo s.v.. Apparizioni – sparizioni… meglio del Mago Silvan.. lo vedi e un secondo dopo non lo vedi più. Caja 4: Lo abbiamo osannato, non possiamo condividere il “non si può fare di più” perchè si deve quantomeno combattere. L’emblema di una resa.

Sebastiani Rieti: Sarto 6,5: Puntuale quando la squadra fatica nel rimanere a contatto nel finale diventa comprimario ma non c’era più bisogno. Sanguinetti s.v.. Petrovic 5,5: Tira tanto (9 volte) e piuttosto male ( 2/9 in totale). Piccin 5,5: non si vede gran che, diciamo che gira al largo. Hogue 7: L’unica pecca è quella della sceneggiata sul terzo fallo che gli costa il tecnico. Ma prima e dopo è un fattore ( e fa 5/6 ai liberi nel finale). Ancellotti 5,5: Per i suoi trascorsi e caratteristiche ci si aspettava molto di più. Falloso e inutile in attacco. 7 carambole a rimbalzo servono. Johnson 6,5: fino all’ultimo quarto è un piccolo oggetto misterioso, ma capisce che è ora di fare il funambolo e sebbene il tiro non lo assista porta a casa 10 falli. Raucci 6: Inizia con una tripla e chiude con i due liberi della staffa. Può bastare. Poom s.v.. Italiano 7: Dispiace dirlo ma infila due triple di vitale importanza. In fondo Italiano dalla panchina può sempre essere un fattore… e lo sarebbe stato probabilmente anche dove la panchina oggi non c’è. Spanghero 7: Ottimo terminale, sfrutta le braccia basse biancoblù a dovere. All. Rossi 7,5: Aspetta la partita. Anche sul -18 non si disunisce e tiene unita la squadra. Prendere ad esempio i coach giovani e volitivi a volte potrebbe servire.

Arbitri: Moretti, Roiaz, Bertuccioli, voto 6: 19 liberi agli ospiti contro 11 alla squadra di casa sono il risultato di un metro un po’ ondivago nel finale dove i contatti sono stati gestiti in maniera difforme. Ma da una parte c’era una squadra che lottava, dall’altra una che non vedeva l’ora finisse. Con queste prerogative, fischi a favore te ne arrivano pochi.

FORTITUDO BOLOGNA – REAL SEBASTIANI RIETI 70-76 (22-21) (44-35) (60-51)

Fortitudo: Giordano (0/1 da 3), Braccio ne, Sergio (0/3 da 3), Aradori 14 (2/5, 3/6), Conti ne, Bolpin 6 (0/5, 2/4), Panni 11 ( 2/2, 2/6), Kuznetsov ne, Fantinelli 9 (4/7), Freeman 13 (6/7), Ogden 17 ( 3/7, 3/7), Morgillo. All. Caja

Rieti: Sarto 9 ( 0/1, 3/6), Sanguinetti, Petrovic 7 (1/6, 1/3), Piccin 3 (0/1, 1/1), Hogue 16 (5/6), Ancellotti (0/3, 0/1), Johnson 12 (4/7, 0/5), Raucci 7 ( 0/3, 2/2), Poom, Italiano 9 (0/1, 3/5), Spanghero 12 ( 1/2, 3/5). All. Rossi.

Statistiche di squadra: Tiri da 2 punti. Bo 17/30, Rieti 11/30. Tiri da 3: Bo 10/27, Ri 13/28. Liberi: Bo 6/11, Rieti 15/19. Rimbalzi: Bo 31 (23+8, Freeman 7), Rieti 37 (25+12, Hogue 8). Assist: Bo 18 ( Fantinelli 10), Ri 17 ( Ancellotti 4).

Arbitri: Moretti, Roiaz, Bertuccioli

Spettatori: 5.310