PROLOGO – La gara della V-BO contro la StellaRossa non è stata considerata: dimissioni di Banchi e non presenza in panchina di Ivanovic (foto 1 e 5) la rendono una partita troppo gratuita e spuria.

1 – BIG MATCH. Primo quarto pari. Bartzokas ha cominciato il secondo senza Vezenkov e Milutinov; con Peters, in sostanza, da 5. Questa mossa gli è costata la gara, perché PBB ha creato in breve un +10. Li hanno ripresi abbastanza in fretta, ma intanto la squadra di Splitter aveva capito che non era inadeguata a un big-match impronosticato a inizio stagione. Parigi predica (un basket nuovo per la EL) ma allo stesso tempo ascolta, impara e si rende conto: acquista consapevolezza che, nei momenti difficili, tornerà utile. Vincere al Pireo quando OLY tira 43 liberi (a 20) e li mette con 82% è semplicemente oltre. I possessi totali? 78 a 72 per PBB, ma togliendo quelli mutati in lunette diventano 68-52, dando un senso al +14 a rimbalzo. La squadra gira grazie / intorno a TJ Shorts, che ha un po’ sacrificato le stats personali (per esempio 6/13 da 2) per rendere più facile la vita ai compagni. Quando forza una situazione, molto spesso sta creando il possesso successivo: sembrerà forzarla di nuovo ma l’azione finirà altrove. Si deve spiegare così il 16/17 da 2 di Hifi+Ward+Malcolm+Jantunen+Hayes.

2 – MALEDON. Non ha messo il game-winner ma è stato protagonista (23-4-7, 40 degli 80 dell’ASVEL generati da lui) del primo sgambetto settimanale subito dal Real. Si è poi ripetuto in losing effort vs Milano (24-5-3 con 8/14 dal campo). Ha un jumper bellissimo, una frustata commovente e non voglio trascurare, nel suo caso, il dato estetico. Manca ancora di durezza, quella che viene col tempo e porta a vincere davvero nei posti che contano davvero. Può la Lione greater area tornare a esserlo? Alcuni elementi ci sono: il palazzo, il Pres famoso. Il personale è ancora acerbo, o meglio: oscilla tra acerbi e mele ormai da fare al forno.

3 – ZALGIRIS. Trinca ha raddrizzato la settimana vincendo, meno nettamente del +13 finale, il confronto vs i Baschi. Arrivato a +21, ZAL si è astenuto dal segnare da fine 2’Q a metà 4’Q. Se Lonnie Walker giocasse meglio di come sta facendo, sarebbe “lì” e non “qui”, ma appena lui e Sirvydis si spengono o riposano, è il buio. I ragazzi di Trinchieri si sono salvati con la difesa più la resurrezione di Francisco, che ha gestito, coi suoi liberi e panieri da 4’Q, l’assedio BKN. Capitolo lunghi (o quasi) sempre dolente. Dunston non si prende, storicamente, con il ref Belosevic (vedrete: a fine carriera il Lamonica di EL) e infatti 10 mins, 5 falli; Birutis involuto, Manek semi-assente, Mitchell è arrivato a 2/24 da 3 in stagione. Con Lekavicius infortunato, il più piccolo è Giedraitis (191 e smilzo): indovinate il miglior rimbalzista lituano.

4 – VENTUNO ALBE (per il calar di Banchi). Prima cinque: le volte in cui quest’anno Berlino ha segnato, al minuto 40, tra 70 e 79 pti. Mai vinto. Il 78 pari che ha guidato la V-BO al supplementare non è stato un unicum per come la difesa ha gestito i Tedeschi, ma per come l’attacco non ha vinto la gara. Poi quattordici: le partite giocate finora. In un torneo con struttura e letteratura come quelle scelti da EL (livellamento, densità di classifica, “ogni possesso conta” ecc) bisogna domandarsi il senso di squadre perennemente a fondo classifica e adagiate al ruolo di team di sviluppo; chiedersi quanto la loro presenza sia non solo poco in linea ma anche poco rispettosa degli sforzi delle altre società. Procida o Delow giocano con una leggerezza differente da Pajola o Shengelia, pur a classifica simile. I Berlinesi hanno come target il miglioramento personale e professionale: l’anno prossimo saranno al Baskonia, Fener o CSKA indipendentemente dal posizionamento dell’Alba; altri, soprattutto gli indigeni, sono lì perché solo a Berlino potrebbero giocare in EL pur essendo fondamentalmente orribili. Vincono poco e anche perché possono giocare leggerissimi: contro la Virtus si è visto chiaramente. Ultime due albe: Trevion Williams e David McCormack. Il secondo, epurato da Milano, ha sfruttato la leggerezza ritrovata per fare vedere che in EL può giocare, easy. Semplicemente osservando la gara: c’era sempre tanto giallo al centro dei pitturati e il +12 finale a rimbalzo (con 21 reboff, vedi pto 5) è uno dei motivi del KO bolognese. Come a Parigi ma un po’ peggio perché, stavolta 2 vs 2, McCormack+Williams fanno 23+22, Zizic+Diouf 25+10 con 2 soli per il Croato.

5 – PROPRIO SICURI? Quindi: Banchi’s gone. Quasi esattamente a un anno dall’episodio più bello della stagione precedente: il sorriso, non di giocatore ma di uomo felice, di Mascolo al primo paniere in EL. Delle dimissioni mi spiace siano arrivate invece di un esonero: è dimostrando controllo delle situazioni e impegno nel recuperarle / migliorarle che le società che non sono nel board, e non sono l’Alba, guadagnano credito e ammissione. Sotto la gestione Banchi le problematiche si erano andate sommando. 7 dei 10 pti dell’Alba nel quarto periodo sono nati da non-difesa di Belinelli o errori / sbilanciamenti nati da comportamenti del Beli. Al ritmo offensivo che ha lui in questa stagione EL: siamo sicuri sia un giocatore da tenere in campo? Le ultime 4 sconfitte della V-BO, dolorose per come sono maturate e per lo scarto medio di 3.5 pti, hanno visto Belinelli tirare 2/16 da 3 e 5/12 da 2; ha 105 mins più di Tucker ma la stessa media di falli subiti: 0.8/ gara (10 e 9 i totali). Belinelli, per gli avversari, ha la stessa pericolosità di colui che viene etichettato come totale fallimento e responsabile di qualsiasi cosa (pur non toccando quasi campo). Siamo sicuri che non sia il caso di (s)cambiare le proporzioni? Questa non è l’unica situazione tecnica malmessa in Virtus. Un’altra riguarda la gestione dei cambi sul p’n’roll: tanti reboff avversari perchè, qualunque sia il centro bolognese, l’ordine è seguire sempre le guardie, col lungo quindi spessissimo sul perimetro; Diouf recupera una distanza del genere, Zizic no: ma gli ordini dovrebbero essere differenti per differenti giocatori. C’è la gestione della coppia Shengelia/Polonara nel momento critico del Georgiano, ci sono gli equilibri rivedibili in pg, il poco savoir-faire nel rapporto con Clyburn, e anche che l’organizzazione offensiva pare valere per Beli o Shengelia mentre altri (Clyburn, Morgan) sono lasciati alla iso-ball o alla tripla-e-speriamo-bene. Arriva Ivanovic, non ha mai fatto miracoli fuori dal Baskonia: Korac x 1, Liga x 3, Coppa di Spagna x 4, ma solo lì. Arriva perché si è ritagliato un ruolo “alla Ranieri”: a stagione in corso garantisce mestiere e chiede meno denaro e meno programmazione (anni di contratto) di altri, per esempio Djordjevic che tantissimi a Bo non hanno amato, ma…

6 – CARLIK È ARRIVATO. Non che fosse del tutto assente: non sarebbe 14’ per valutazione totale, altrimenti. Però nelle ultime 4 gare ha dimostrato di avere compreso come deve giocarsela in EL. Non a caso, le 4 W in fila del Partizan dopo il KO casalingo vs Milano. Sa come accendere il gioco più di Ntilikina, è capace di segnare in vari modi quando le soluzioni latitano, tira molto più da 2 che da 3. Va detto che le % nelle triple da leggermente insuff diventerebbero suff (13/35) se si togliesse lo slump totale di 0/5 avuto contro la Zvezda (gara pur vinta). Zeke ha la sua pg. Un discreto reparto guardie in generale: manca che Iffe abbia % almeno simili a quelle che teneva in Virtus. Ha anche il suo centro nell’altro Jones. Ora deve mettere a posto quelli nel mezzo perché spesso di 5/6 giocatori non se ne fa 1.

7 – ANCHE CARSEN. Era in casa, ma è arrivato dopo 22:40 di gioco, dopo un primo tempo 0 pti e 1 tiro. Sono stati, poi, 15 nel resto del 3’Q e 27 alla fine per consentire al Bayern di rompere l’equilibrio vs il Baskonia. Quasi simmetrico, dopo 22:00 di gioco l’ultimo dei 23 pti di Moneke, rimasto muto mentre Edwards decollava. Muto a punti, non a proteste. Il peggior difetto di Edwards? Il capocannoniere di EL, uno dei rari ventellisti nella storia del torneo, ha 16.9 di valutazione totale. Cioè: dai 20.6 e nonostante l’aggiunta di 6.3 tra ass/rebs/rec, dovete cominciare a togliere 10 tra tiri sbagliati, palle perse (soprattutto) eccecc. Maledon, per esempio, ha 18 pti e 22.5 di valutazione.

8 – NHD C’É SEMPRE. L’unico puntuale all’appuntamento col Real: nell’inizio da soli 12 pti, 6 erano suoi. Ne sono seguiti altri 27: Hayes-Davis entra nel club di chi ha saputo metterne 30+ in EL. Il Real era partito 10-2, arrivando a fine 1’Q 20-12: 10-10 quindi, e lì era già annidato il sintomo del disastro. Il Real alla fine ha tenuto e recuperato Feliz, che però non è solo convalescente ma potentemente arrugginito: il problema delle guardie si traduce in una minore efficacia dei lunghi, acuita dalla stagione involuta di Musa. Campazzo + imprescindibile è somma di vocaboli che mette i brividi, ma è così: uscito sul +8, è tornato sul -8, ma era passato davvero poco tempo a cavallo di 1’ e 2’Q. La cantera, o il mercato, dovrà riparare all’enorme buco del centrocampo madrileno.

9 – PERO’ BRAVI. Sì, a volte divorano le gare grazie ai refs e Tavares il 70% delle volte mette in scena la Notte della Taranta perché per lui solo per lui non sono passi. Però vi dico cosa mi piace del Real: sono superbi, coscienti e fieri di esserlo. Sanno che una stagione storta (una intera quando un solo clàsico o una finale persi sono dramma) creerà polemiche infinite, salti di poltrone e panchine eccecc, ma procedono come se fossero primi nell’Universo e guardano avanti. Perse 3 delle ultime 5, sono 13’ in classifica ma danno 5 mins a inizio 2’Q a un 2006 e 13 mins a un 2004; Garuba è tornato dalla NBA devastato (già non era un principe di tecnica e acume…), ma lo fanno giocare più di Ibaka (12 vs 10) perché sanno dove va il futuro: forse il 22enne non diventerà un gran giocatore, ma tanto l’altro ne ha 35 quindi… Non hanno regia ma provano quintetti con 3 lunghi e un mangiapalloni, per vedere se cambia la tendenza. Non è ironia: bravi davvero.

10 – HUSH HUSH. Piano, non svegliate Ettore. Accogliamo in silenzio, per non interrompere il mood positivo, la quinta W in fila di Milano. La statistica più favorevole è il calo dei minuti dei furori di Messina, dei gestacci, delle ramanzine pubbliche. Il numero che fa più innervosire è quello non raggiunto: il 10-4 con secondo posto in classifica che, senza i due suicidi contro Kaunas e Berlino, darebbe una diversa dimensione all’Olimpia. W facile con la Zvezda e complicata con ASVEL: primo vantaggio a 3:30 dall’intervallo ma, questa è la notizia, nessuna frenesia né prima né dopo. Da quando è tornato, Shields gioca in difesa con la stessa enfasi che riservava alla parte offensiva, e lo fa agendo come una safety del football americano. E la offensa ha girato: 35 liberi. Quando Milano era top3 difesa e ultime3 attacco, inizio di questa e ultime due stagioni, è stata orribile; ora è secondo attacco e quarta peggiore difesa: il valore al netto delle boiate dice secondo-quarto posto.

 

BONUS TRACK. Perché mi ha fatto impazzire vedendolo. Llull dice a Mateo di cambiarlo perché è stanco. Il coach non sembra convintissimo (si gira e vede Feliz…), allora Llull aspetta 1 possesso off e uno def, poi in attacco ferma il giro e spara da 9 metri con 12 secondi ancora nell’orologio. Mateo ha capito, Mateo lo fa sedere.