Un altro viaggio nelle notti NBA, ultimamente agitate dalla polemica contro la regola sullo hack-a-DeAndre(e non solo lui).
La notte di Venerdì ha portato in regalo tanto carbone ai Celtics, che hanno perso (109-101) una gara quasi vinta contro gli Hawks, rendendo quanto mai accessibile il loro campo (al TD Garden sono 7-7), e finendo momentaneamente fuori dalla Playoff Picture. Non un regalo ma una bella multa di 35k dollaroni è stata affibbiata dalla NBA a Paul George per aver pesantemente criticato gli arbitri dopo la faticosa W dei Pacers (101-94 e solo grazie a un ultimo quarto da 32-20) contro Brooklyn: “una roba imbarazzante e frustrante, spero la NBA faccia qualcosa per evitare shit like this e di non dover mai più vedere nulla di simile in futuro” son state le parole dell’ala di Indiana, pronunciate davanti a milioni di spettatori nell’intervista a bordo campo immediatamente dopo la gara. In ogni caso 23+10 per PG, il miglior Jordan Hill dell’anno (14+11) nei Pacers, un grande Jack (26-9-6) e un decente Bargnani (12+5) nei Nets. New York faceva giocare mezza partita o poco più ai titolari per passare sopra ai Sixers nella stessa giornata in cui a Phila veniva commissariato anche il coach, affiancato da ora in avanti dal grande e a noi carissimo Mike D’Antoni, novità che voi lettori di Baskettiamo avete avuto quasi in tempo reale. La parte che entra nella storia arriva ora, però. Allo United Center si giocava un superclàsico della Eastern Conference; Detroit faceva visita ai Bulls, in campo 9 Anelli, 13 Titoli di Conference e 18 Divisionali. Si affrontavano essendo, in stagione, i Bulls un po’ peggio del previsto e i Pistons molto meglio del previsto. Gli spettatori a palazzo avevano pagato per 48 minuti di basket, e se ne son visti recapitare 68. Già: 4 supplementari (a Chicago non capitava dal 1984 vs i Blazers) son stati necessari per aggiudicare la W agli eredi non più troppo pallidi dei BadBoys, punteggio finale 147-144. I Pistons hanno avuto 4/5 del quintetto oltre i 50 minuti e il quinto, KCP, a 49 minuti e spiccioli di secondi. Bimbone 33+21, e Reggie Jackson 31-6-13, oltre a una leadership e una confidenza nei propri mezzi davvero decisive nelle 4 appendici. Tempi regolamenteri: Bimbone dice 105 pari e D-Rose manca il game-winner. Primo OT: Butler per Gasol (allegramente dimenticato da Drummond e mancata copertura di Morris), 116 pari e il tiro seguente di Jackson è fuori, con piccolo fallo di D-Rose non fischiato. Ok, OT numero 2, KCP imbuca una tripla spaventosa (la prima dopo 5 padelle) la cui perizia è amplificata dalla review chiamata dagli arbitri: sapendo di essere stretto nell’angolo, il giocatore ha appoggiato volontariamente solo la punta dei piedi per non pestare la riga laterale, splendido gesto per il 123-123; lo score del terzo supplementare dice 4-4, e il toro mascotte si sdraia stanchissimo in mezzo al campo nell’intervallo che porta al quarto OT. Opposto al terzo: 20-17 il parziale, Pistons che partono 7-0 e non verrano ripresi, anche se una tripla di Butler darà il -1 che spaventerà Detroit, e alla fine i giocatori non esultano nemmeno tanto per questa W. Altre due gare importanti nel Venerdì: ad Oakland gli Warriors vengono di nuovo spaventati dai Bucks, che si trovano costantemente in vantaggio in doppia cifra fino ai 6 minuti finali, quando, grazie ad un rush di 8 pti filati di D-Green, Golden State passa da -11 a -3 in 57 secondi: uno fatica una vita per mettere da parte un vantaggio, e questi qui arrivano e in meno di un minuto…da quel momento solo Warriors in campo, il fattore folla della Oracle conta e non poco, e il 121-112 finale è punitivo per i Cerbiatti, in cui spicca un ENORME Antetokounmpo. Infine, ad Alamo gli Spurs battono Clippertown (115-107, LMA 26+13), e l’elemento principale è il pesante Hack-a-DeAndre scatenato da Popovich. Fruttuosamente, se è vero che grazie ai liberi sprecati dal centro e alla frammentazione del gioco che la caccia all’incapace nei liberi comporta, annulla un abbastanza costante +5/+8 dei Clippers e li inizia alla sconfitta. La polemica è scatenata in particolare sulla TV Nazionale da Jeff VanGundy: ha ragione lui, la regola che consente la caccia all’incapace MA non negli ultimi 2 minuti è stupida e premia un’azione che di norma viene punita, ossia fare fallo; nessun dubbio che debba esser corretta o cambiata, ma se DAJ (nell’occasione dalla linea meglio del solito: 8/20…..) e altri nella NBA volessero cortesemente imparare a tirare con almeno il 50% i tiri liberi, non ci sarebbe più nulla di cui parlare.
Uno scontro epico nella storia dello Hack-a-Tizio avrebbe potuto tenersi stanotte nel confronto tra Clippertown e Rockets, ossia tra DAJ e DH. Invece, forse anche perchè entrambi gli allenatori sapevano di poter esserne colpiti, sono stati in larghissima maggioranza falli normali quelli che i due centri hanno subito: ti faccio fallo invece di lasciarti segnare perchè so che fai schifo ai liberi, non: ti vengo a cercare perchè voglio zittire il tuo attacco. Jordan (16+11) ha fatto 4/12, Howard (22+14) un…onorevole…6/16. W ai Rockets 107-97, Velieri mai davvero in partita. Su Houston vanno spese altre parole. Le prime sul progressivo rientro di Motieiunas: DiMo ha chiuso in doppia cifra (10+3 con 4/5) i suoi 20 minuti e ha battagliato duramente con Blake Griffin (doppio tecnico a entrambi dopo una serie di azioni in cui i due si abbracciavano e respingevano). Le altre parole su Ty Lawson, che ci è ricascato. DUI, driving under intoxication. Se la sospensione di BigAl può aver scatenato qualche moto di ilarità (per la figura da pacioso plantigrado del giocatore beccato per marijuana in una delle città più noiose degli States), lo stesso non vale per la situazione della guardia dei Rockets: il problema non è risolto, il disagio è evidente, e anche se la cosa è venuta fuori solo adesso, l’episodio pare riferirsi alla fine di Novembre, proprio in coincidenza o quasi dell’eseonero di McHale e del progressivo ridursi dei minuti di Ty. Procedendo simmetricamente rispetto al racconto del Venerdì, veniamo alla W agevole di NY sui resti dei Bulls reduci dai 68′ della notte prima, alla sconfitta di Indiana in quel di Memphis, e alla battuta d’arresto che al Verizon Center John Wall (27-4-12) e i suoi Wizards impongono a Charlotte, 109-101. Complici alcuni infortuni (Beal, Nenè, Porter jr, Gooden) Randy Wittman ha ruotato solo 8 uomini, e i suoi hanno risposto con una prova oltre il 50% al tiro, mentre Charlotte è come al solito stata alle prese con % scarse (sotto al 42), senza avere il conforto di una adeguata gestione della palla (con 17 perse e quelle percentuali i Calabroni non vincono MAI). Infine, ennesimo capitolo triste (è il numero 15 degli ultimi 17) della stagione dei Lakers, che rimediano un quarantello, 118-78, ad Oklahoma City in assenza di Kobe; Hibbert 3 tiri in 23 minuti, il prode Kyle Singler 0 in 7 minuti…e li chiamano giocatori di basket.