A oltre un mese dall’ultima gara casalinga (un duro 60-88 in favore della Leonis Roma), Legnano

torna ad abbracciare il pubblico amico del PalaBorsani in occasione del match con un’altra squadra laziale, la Benacquista di coach Franco Gramenzi. Nel frattempo, molto è cambiato dentro e attorno all’universo Knights: i biancorossi hanno messo sotto contratto Marco Laganà completando le proprie rotazioni, hanno registrato una preziosissima vittoria esterna a Rieti e una sconfitta di misura a Casale settimana scorsa e, soprattutto, hanno preso atto dell’esclusione della Mens Sana Siena dal proprio girone e quindi dal campionato di A2.

Quest’ultimo evento, seppur altamente negativo per tutto il movimento cestistico italiano, per quanto concerne l’Axpo consente a tutto l’ambiente lombardo di tirare un momentaneo sospiro di sollievo, essendo scongiurata la retrocessione diretta in Serie B. La permanenza nella seconda lega nazionale tuttavia è ancora tutta da guadagnare e, verosimilmente, per Legnano passerà dai playout: a cinque giornate dal termine della stagione regolare infatti, la squadra di coach Mazzetti si trova a otto lunghezze di distanza dalla tredicesima posizione occupata da Tortona con lo scontro diretto (fuori casa) da giocare.

Solo la matematica dunque consente ancora ai Knights di sperare nella salvezza diretta, ragione per cui, senza fare troppi calcoli converrà ai legnanesi disputare tutti gli incontri da qui al 20 aprile col coltello tra i denti, rodando schemi e chimica per affrontare poi eventualmente nel migliore dei modi tutta la postseason.

In quest’ottica Latina (reduce da due vittorie consecutive contro Bergamo e Cassino) rappresenta un primo e importante banco di prova. La compagine nero-azzurra è, tolti i punti delle gare contro Siena, settima in classifica in piena lotta per un posto ai playoff, obiettivo per il quale in settimana hanno aggiunto al proprio roster un grande ex Knight come Matteo Martini, giunto in Lazio in prestito da Pistoia (A1) e chiamato subito ad affrontare il suo passato più caro. A completare il quadro degli ex ci saranno poi Giovanni Allodi e Riccardo Tavernelli, perni del quintetto dei latinensi (il primo è il quarto miglior stoppatore del girone e leader nella percentuale da due punti; il secondo è il quinto assistman del campionato) e anche loro con un importante trascorso biancorosso alle spalle.

Sarà interessante vedere che ruolo il capo allenatore laziale ritaglierà al nativo di Livorno e se, in barba ai sentimentalismi, deciderà di schierarlo subito nel proprio starting five dove al momento, oltre ai due sopracitati, figurano i tre stranieri della Benacquista, Mike Carlson, Andrew Lawrence e Agustin Fabi (quest’ultimo assente settimana scorsa e in fortissimo dubbio per la gara del PalaBorsani). Rispettivamente di origine statunitense, britannica e argentina, i tre costituiscono le principali bocche da fuoco della squadra viaggiando tutti a oltre 15 punti scarsi di media e tirando tutti ben al di sopra del 40% coi piedi dietro l’arco (gli ultimi due addirittura oltre il 44%).

Alla loro efficacia offensiva e alla loro precisione si uniscono poi, dalla panchina, la propensione a rimbalzo di Patrick Baldassare (nono rimbalzista difensivo a ovest oltre agli 11 punti di media che porta alla causa), l’energia di Valerio Cucci (14 punti di media fin qui nel mese di marzo) e gli spunti dei classe 1997 Matija Jovovic e Alessandro Cassese, quest’ultimo in particolare in grande spolvero nelle ultime uscite (77% di media dalla distanza negli ultimi tre incontri).

In generale, come si può evincere dalle cifre di alcuni dei suoi protagonisti, la Benacquista è una formazione a trazione decisamente più offensiva che difensiva come dimostrano le statistiche inerenti ai punti segnati (88,5 di media, miglior attacco del girone) e alle percentuali di conversione al tiro (prima sia in quelle da due punti col 56% che da tre punti col 40%). Tutto ciò è frutto, molto spesso, di un’assidua e prolifica circolazione di palla (17,3 assist di media, seconda assoluta), cosa che tuttavia si traduce anche in un elevato numero di palloni persi (13,3) e, procedendo per vie perimetrali, in uno scarso apporto collettivo a rimbalzo d’attacco (solo 7 catturati di media, ultima in questa voce).

La questione rimbalzi è un problema che Latina si trascina anche nella propria metà campo, dove gli esiti dei propri sforzi sono nettamente differenti rispetto a quelli ottenuti attaccando il ferro avversario. In maniera diametralmente opposta alla fase offensiva infatti la formazione nero-azzurra risulta essere la peggior difesa del girone Ovest per punti (87,2) e numero di canestri in area concessi agli avversari. A ciò, nonostante una buona protezione del ferro (terza per stoppate), si deve aggiungere un elevato numero di rimbalzi offensivi concessi (11,2, peggiore dato del raggruppamento) e la fatica che i ragazzi di coach Gramenzi fanno nel tentativo di fermare il flusso offensivo dei rivali (forza meno palle perse di tutti e concede oltre 15 assist a partita) che invece riescono a contenere sul perimetro (33% è la percentuale da tre concessa, quarto miglior dato difensivo).

Legnano, limitando i passaggi a vuoto che spesso ne hanno caratterizzato le partite e adoperandosi con costrutto in difesa e a rimbalzo (come Latina concede parecchio sotto entrambi i tabelloni), potrà provare davvero a dar fastidio alla squadra ospite, anche se molto poi passerà dalla metà campo offensiva dove le percentuali al tiro da tre punti e il numero dei turnover potrebbero essere le vere chiavi di volta per assegnare il successo all’una o all’altra squadra. All’andata (84-81) in questo modo l’Axpo andò davvero vicina a sbancare il PalaBianchini quando tuttavia il 40% da tre punti, le sole 9 palle perse così come i 40 punti di Raffa non furono sufficienti per siglare quello che sarebbe stato un importantissimo secondo colpo esterno stagionale. La rivincita, con lo sfondo dei playout sempre più vicino per i Knights, si avrà domenica alle 18.