Subita la tripla con cui il Consiglio Federale, su assist della Com.Tec., ha deliberato la non ammissione al campionato di serie A, la Juvecaserta si allena per farsi trovare pronta nella partita del ricorso dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni in prima battuta, dinanzi al Tar del Lazio in seconda. Sulle colonne del Mattino, intanto, si analizza la situazione ma soprattutto si valutano i possibili scenari futuri in caso di conferma dell’esclusione dalla serie A.
Caserta è sempre più sotto shock ma non vuole arrendersi. In queste ore spuntano le varie ipotesi in caso di rigetto del ricorso che la Juvecaserta presenterà al Collegio di Garanzia del Coni contro la decisione del Consiglio Federale di non ammetterla alla serie A. Sul tavolo c’è innanzitutto la possibilità di un provvedimento ad hoc del presidente Fip Gianni Petrucci che, su istanza di Iavazzi, potrebbe far partecipare la Juvecaserta alla A2. Tale eventualità all’inizio rifiutata dalla tifoseria, con il passare delle ore sta diventando una sorta di male minore per i cuori bianconeri che, pur di continuare a tifare Juvecaserta, accetterebbero anche la A2. Ci sarebbe anche la soluzione di un’ammissione in B mentre, a termini di regolamento, ci sarebbe solo la possibilità della serie D, presentando la documentazione entro sabato prossimo. Al momento, tuttavia, il presidente Raffaele Iavazzi non vuole neanche ragionare su campionato diverso dalla A. «Sono rimasto esterrefatto da quanto accaduto come i miei colleghi tifosi perché sono il primo sostenitore della Juvecaserta. A questa squadra dedico dal lunedì alla domenica. Voglio vedere Caserta in A ma se qualcuno è disposto a fare la A2 può venire e prende la società» afferma Iavazzi che poi sposta l’attenzione sul reale obiettivo. «Ora sono concentrato solo sul ricorso. Mi sono affidato a tre legali che lavoreranno con il mio commercialista per preparare il ricorso. Inoltre nominerò un consulente esterno per vedere se i calcoli li abbiamo fatti bene noi o la Com.Tec.». Pur non avendo ancora ricevuto le motivazioni dell’esclusione, Iavazzi prova a fare il punto. «Partiamo dal precisare che i parametri sono un calcolo matematico, un’equazione da non poter sbagliare. Ho dei professionisti di cui mi fido ciecamente ed ai quali rinnovo piena fiducia per il loro operato. Se hanno sbagliato mi assumo la responsabilità in prima persona ma non si può escludere che l’errore l’abbia commesso la Com.Tec.» evidenzia il socio unico che poi entra nel dettaglio: «Se non fossimo riusciti a risolvere il problema della cartella esattoriale, l’intero importo della stessa andava messo a debito e per rispettare i parametri sarebbe stato necessario ripianare perché il debito erariale restava integrale. Ma il 4 luglio mi sono recato con i miei professionisti all’Agenzia delle Entrate, ex Equitalia, ed ho provveduto a pagare le rate scadute. Quindi ho ottenuto una nuova rateizzazione e pagato la rata di luglio. In conseguenza di questa operazione abbiamo ridefinito il rapporto tra indebitamento e patrimonio netto dal quale discendono i parametri da rispettare. Ora leggeremo le contestazioni e poi parleremo in maniera ancora più dettagliata». Se sulla questione dei parametri non rispettati Iavazzi non ha certezze assolute, il discorso cambia in relazione all’ulteriore contestazione che ha determinato la non ammissione al campionato. «Sui lodi c’è senza dubbio un errore della Com.Tec. perché l’unico ad oggi pendente è quello del 30 giugno di Bobby Jones ma la delibera Fip (346 dell’11 aprile di quest’anno ndr) parla di lodi pendenti al 30 aprile». Nonostante dagli ambienti federali e dalla Com.Tec. trapeli la convinzione che la Juvecaserta non abbia speranze di vincere il ricorso, un barlume di speranza di riammissione in A deriva dal precedente di Roma dello scorso anno. I capitolini pagarono le tasse per l’iscrizione in ritardo per un’erronea comunicazione della Fip, ma c’è da dire che furono anche l’unico club a non leggere la successiva rettifica dei termini. Il Collegio di Garanzia del Coni, al quale si rivolgerà anche Iavazzi entro 48 ore dalla notifica delle motivazioni dell’esclusione dalla A, diede ragione alla Virtus Roma, riammettendola al campionato.
(fonte Il Mattino)