Una grande Siena espugna meritatamente il Palatiziano, battendo 89-93 una Virtus Roma che ancora una volta fallisce l’esame di maturità per entrare tra le grandi del nostro campionato. A nove mesi dalla finale scudetto cambiano gli uomini ma non risultato e sostanza:in un clima già da playoff, Siena sente l’odore del sangue ed azzanna un avversario che partito baldanzoso, ha finito poi per farsi piccolo piccolo nel corso della gara, salvo poi ruggire di nuovo, quando però era troppo tardi Gli uomini di Crespi hanno colpito ed affondato la nave romana con 15 missili(su 27 tentativi)dall’arco dei 6,75 ma soprattutto con una superiorità fisica e rotazioni di ben altro spessore rispetto ad una inesistente o quasi panchina della Virtus. Il computo totale dei punti dal bench di 31-10 pro Siena è impietoso ma di gran lungo esauriente per spiegare le difficoltà incontrate questa sera da Dalmonte, costretto a tenere in campo fino allo sfinimento il quintetto base, non avendo avuto risposte positive dagli inserimenti di un Baron in versione fantasma, da un Szewczyk tornato l’ectoplasma di qualche settimana fa e dal nulla cosmico di Moraschini e D’Ercole. Non sono bastati un Mayo da 22 punti con 7/9 dal campo ed un Mbakwe commovente con i suoi 18 punti e 8 rimbalzi, malgrado una settimana tormentata dai problemi fisici.Hosley ancora una volta ha alternato un pregievole lavoro per i compagni(7 rimbalzi e 8 assist)a scelte scellerate che lo han portato ancora una volta a fallire una partita importante, quella in cui doveva dimostrare il suo ruolo di leader o pseudo tale.Jones è stato più o meno sulla stessa lunghezza d’onda, mentre Goss non ha convinto molto in difesa malgrado i 15 punti messi a referto. Eppure Roma era partita bene, sospinta dal suo pubblico che ogni qualvolta c’e’ la sfida contro Siena risponde presente, incoraggiando i giocatori così come aveva fatto lo scorso anno nella serie scudetto ed in generale in tutti i playoff.In un primo quarto da vera e propria sparatoria, Mbakwe e Mayo con 8 punti avevano risposto per le rime al 6/8 nelle triple iniziale dei mensanini.Una buona circolazione di palla aveva speso messo Mbakwe in condizioni di andare 1 contro 1 nel pitturato con successo, con il risultato di vedere i padroni di casa avanti 28-24 dopo dieci minuti di basket surreale, condito da un 10/14 complessivo dall’arco che rendeva la gara spettacolare e di grande intensità. I guai per Roma sono però iniziati nel e dal secondo periodo,precisamente sul 30-24 firmato Szewczyk arrivava infatti un black out clamoroso di 6’40 senza canestri per la Virtus, complice una zona architettata da Crespi che mandava letteralmente nel pallone l’attacco romano. Per sei volte infatti la Virtus ha potuto tirare dall’arco piedi per terra, ma senza far centro neanche una volta. Siena ne ha così approfittato per piazzare un parziale di 0-12(30-36 al 16′), chiuso solo da due liberi di Baron ma decisivo probabilmente nel computo totale della sfida. All’intervallo lungo Siena avanti 36-43, con la Virtus a segno nel secondo quarto una sola volta dal campo e sei dalla lunetta, ma soprattutto incapace di fermare le conclusioni da fuori di Carter e Haynes, nè con le buone nè con le cattive(come i soli quattro falli commessi nei venti minuti dalla Virtus indicano). Dopo la pausa dagli spogliatoi esce una Virtus in versione arrembaggio, che nei primi cinque minuti del tempo riesce con un immenso sforzo fisico ad impattare sul 52-52 con il canestro di Bobby Jones. Dopo aver fatto però tanto per riequilibrare la sfida, gli uomini di Dalmonte tuttavia riescono a perdersi ancora una volta negli errori del recente passato di questa strana quanto bella partita. I vuoti difensivi sul pick and roll regalano ancora a Carter(addirittura preso in marcatura da Szewczyk!) una comoda tripla ed a Green qualche canestro di troppo, così come avevano concesso ad uno scatenato Haynes di tenere a galla (con un 3/3 dall’arco)la squadra nel momento di maggior impeto virtussino,ad inizio quarto.In sostanza 64-68 Siena dopo 30’con la Mensana 12/19 nel tiro pesante. Nuovo black out offensivo di Roma nei primi 3’30 dell’ultimo quarto e nuovo allungo senese sul +11 (66-77 al 34′)con la tripla di Matt Janning che sembra definitiva. Non è del tutto così perchè la Virtus ha nel finale un tardivo e disperato impeto d’orgoglio, riuscendo ad arrivare prima fino al -4 con Jones a 1’33 dalla sirena e poi addirittura sul -3 con la tripla di Mayo(84-87)con 45″da giocare. Decisivo un fallo fischiato a Jones su Ress a 30″ che manderà l’altoatesino in lunetta per il 2/2 tombale e alimenterà, c’e’ da giurarci, l’infinita saga di fischi più o meno corretti o dubbi che ha contraddistinto la rivalità cestistica tra Roma e Siena. Da questi luoghi comuni ci chiamiamo fuori,ci perdonerete, preferendo sottolineare la stratosferica prova di Haynes, MVP con 24 punti e 6/7 da 3, e la meritata vittoria senese, frutto di tanto lavoro e qualità tra mille vicissitudini.