Dei 94 mila tesserati sportivi che lo sport italiano ha perso nel periodo 2009-2013 secondo lo studio del CONI e dell’ISTAT 18.969 sono del basket che ha perso quasi un 3% (per la precisione il 2,78). Questo probabilmente ha cento ragioni, ma soprattutto una minor attrattiva determinata dai deludenti risultati della nazionale (niente olimpiadi 2012, niente mondiali 2010, niente medaglie europei) e anche da una minor attrattiva di un campionato a senso unico, un campionato di sistema punto e basa, ma anche alla mancanza di un campagna di promozione coordinata fra Fip, Leghe, associazioni di categoria, investitori che sarebbe la prima cosa da fare. Ma con l’attuale dirigenza e conflittualità non si va lontano, se uno arriva a pretende di calamitare l’attenzione col rovello dell’Istant Replay stiamo freschi. Gli optional tecnologici vanno bene per vendere le auto di lusso, per lo sport occorre un messaggio diverso. Se il prodotto tira, allora la Tv può essere l’effetto corroborante in termini di ascolti e il ritorno sono maggiori numeri, anche se quelli del minibasket sono ad oggi lo zoccolo duro del movimento.

Il basket è anche uno dei 24 sport in segno meno, il 60% delle Federazioni ha perso tesserati, da qui il calo contenuto della popolazione sportiva praticante, dopo anni di crescita, che non va sottovalutato. Ha perso lievemente anche il calcio, meno in percentuale (2,39%) ma più come numeri perché i tesserati della palla a spicchi sono 313.587 (contro i 322.556 del precedente periodo) contro il 1.098.450 del pallone.

Eravamo quasi attaccati al volley che però ci ha staccati e con un +11,83%, (quindi un 15% totale col nostro – 2,78) grazie soprattutto all’interesse scolastico e team-sport preferito dalle ragazzine, e grazie anche ai successi internazionali e all’immagine di glamour delle vestali di questo sport ottenuto anche con un lavoro di comunicazione.

Qui la Fip è ancora ferma a un sito che non incoraggia alla navigazione, con poca qualità giornalistica nonostante le molte trasferte dello staff dell’ufficio stampa al seguito delle nazionali per redarre comunicati di routine con dichiarazioni di routine, molte foto e dichiarazioni di Petrucci (molte più di Obama che almeno gioca a basket!), poi si scopre che un promettente americano della NCAA di origine italiano (Arcidiacono) ha deciso di vestire la maglia azzurra nelle partite in Cina e non viene annunciato né raccontato.

Con un minimo sforzo, insomma, potremmo essere in segno più e vedremo cosa sortirà dal varo della Tv fippaiola, in ogni caso il basket resta il terzo sport di squadra come tesserati (313.587) dopo calcio (1.098.450), pallavolo (365.732). Segue il tennis, 285.631 in ripresa grazie ai tornei internazionali spettacolari, ai successi e alla simpatia delle giocatrici del team vincente e anche all’impostazione che Francesco Ricci Bitti ha dato alla FIT dopo gli anni bui riuscendo come presidente della Federazione Internazionale anche a tenere alto l’interesse per la Coppa Davis.

Che il basket sia uno sport di trend a livello planetario e che piaccia ai giovani, lo dimostra il fatto che il suo totale dei tesserati è quasi quanto quello del nuoto (150.065, + 42% ) e dell’atletica leggera (188.608 +15,4) che godono di buona salute, anche se c’è una carenza di personaggi di livello internazionale nella Federazione dei Mennea, Simeoni, Baldini, e così via.

Sorprendente e irresistibile aumento, del 274%, del canottaggio che partiva da numeri bassi e ha fatto campagna fra le scuole, una sorpresa il 56% del pugilato e il +54 del “coreano” Taekwondo che all’Olimpiade londinese è stato molto visto, in calo motonautica e sport dei motori a due e quattro ruote e anche il volo, regressione sociale il -34% degli sport paraolimpici e allarmante -20% degli sport invernali. E con la crisi economica il golf ha perso quasi il 9% scendendo sotto i 100 mila, ma in realtà molti giocano senza essere tesserati e abbiamo giocatori e una bella scuola italiana.

Abbiamo in Italia molte donne campionesse, ma su 100 tesserati sono 76 i maschi e solo 24 le donne, la forbice è ancora troppo aperta, come i 4 milioni e poco più di tesserati son sempre gli stessi. Questo significa che non si è lavorano bene e non si è sfruttato minimamente l’opportunità dell’aumento della popolazione determinato da costanti flussi di immigrazioni, del tutto insignificanti come popolazione utile per lo sport anche in chiave di integrazione.

Il 42% degli italiani non fa attività, le responsabilità sono le politiche di Governo per lo sport e la salute ma anche il costo sempre più elevato per iscriversi a corsi, frequentare centri sportivi e palestre e per l’attrezzatura, soprattutto perché la crisi economica morde sempre di più.

In ogni caso il vortice economico è stato di circa 5 mila miliardi. Non sono una bazzecola. “Lo sport può dare una mano a invertire il trend della disoccupazione giovanile”, dice convinto il presidente del CONI Malagò che si batte per migliorare la cultura sportiva, anche se poi alla fine l’Italia è quel “maledetto” paese dove lo sport è la nazionale che vince o perde, e la conta delle medaglie alle Olimpiadi. E il premier è giovanissimo, è u tifoso della Fiorentina e viene dagli scout e non dalle palestre.

 In ogni caso, rispetto al disastro economico che sta attanagliando l’Italia e agli immancabili aumenti del debito pubblico che ricadono sulla popolazione e quindi anche sullo sport, il nostro paese se la cava ancora bene.

encampana@alice.it