Pomeriggio assolato in quel di Ponte San Giovanni, periferia di Perugia in stile Harlem, dove la mente creativa di Gabriele Trubbianelli – ex cestista di valore – ha impiantato un negozio di cult-basket dal nome “Petrolio” (leitmotiv del celeberrimo film “ I tre giorni del condor” di sua maestà Sidney Pollack).
Dopo 2 appuntamenti da brivido con gli story-tellers del basket , al secolo Federico Buffa e Flavio Tranquillo, oggi alle 17:30 è arrivato il turno del “predicatore” o per meglio dire di “Jesus” Gigi Datome.
Aria scanzonata, maglietta verde con ovvia scritta Boston Celtics e jeans alla moda, il “barbudo” capitano della nostra nazionale – puntualissimo come si conviene ad un professionista d’antan – si è presentato con tanto di microfono, esortando tutti i presenti alla “passione” cestistica (non poteva essere altrimenti…) a non arrendersi mai, a credere ai propri sogni, a giocare sempre e comunque dappertutto, sui campetti all’aperto, a scuola, ovunque ci sia una palla e un canestro.
Si è poi messo in fila insieme a decine di ragazzini presenti all’avvenimento ed estasiati per la sua presenza, giocando con loro alla classica sfida ai tiri liberi “eliminator” , si è fatto battere e con il sorriso che lo contraddistingue si è messo comodamente a disposizione di tutti – per ben 2 ore – tra foto di gruppo, selfies ed autografi.
Dopo soli 10 minuti di pausa per rifiatare e godersi un ottimo prosecco offerta dallo staff del negozio, Gigione si è ri-seduto ed ha risposto molto volentieri alle domande di Baskettiamo.com.
La situazione di free agent è positiva oppure vedi dei pericoli?
«Rispetto le offerte che arriveranno, le valuterò con attenzione e poi prenderò una decisione».
Da Detroit a Boston, come hai vissuto lo spostamento?
«Ho avuto poco tempo di conoscere la città che era già nei miei desideri di fare, anche perché sono stato in albergo e non ho avuto il tempo materiale di prendermi una casa».
Qual’è il giocatore NBA con cui più hai legato?
«Sicuramente Jonas Jerebko che come me ha fatto parte della trade che ci ha portati a Boston».
Quali differenze hai trovato nella metodologia degli allenamenti tra l’Italia e la NBA?
«In Italia ci allenavamo dal martedì al sabato e poi la partita di domenica. In NBA il training camp è durissimo però poi durante il campionato ci si allena molto da soli durante la settimana, perché giochiamo fino a 5 partite, anche se ci sono molte sedute video-partita di preparazione».
Coach Brad Stevens.. come ti sei trovato con lui?
«È un coach meticoloso, preparato e coinvolge tutti, anche quelli che sono in tribuna».
Dammi i nomi dei 3 top players NBA:
«1) Lebron James per la potenza fisica e per la leadership , 2) Kevin Durant, per la tecnica di tiro; 3) Manu Ginobili, per la fantasia».
Come “senti” il clima della e nella Nazionale?
«Vedo gli altri giocatori molto carichi e probabilmente nel momento migliore della loro carriera.
Sentiamo molto questa cosa, abbiamo un obiettivo comune, una consapevolezza di un vissuto comune che ci permette di essere moderatamente ottimisti per l’europeo che è alle porte. Potremmo essere noi la mina vagante del girone».
Come arriva il gruppo della nazionale a Eurobasket?
«Siamo tosti e possiamo affrontare tutte le altre squadre a viso aperto. Siamo pronti. Vogliamo tutti quanti fare un bel raduno. Vogliamo fare qualcosa di grande.
Grazie Gigi per la tua disponibilità.
«Grazie a te».
E cosi il grande Gigi Datome ci ha salutato, sempre con il sorriso.
Speriamo sia beneaugurante per i destini della nostra nazionale e di tutto il nostro movimento.