Credeteci: Olympiakos alla terza Finale di Eurolega i 4 anni, e CSKA di nuovo battuto.Coach Sfairopoulos: “Bryant (Dunston), hai tre falli, ora ti rimetto dentro..mi raccomando, non fare fallo, non fare fallo, NON FARE FALLO”. Dieci secondi dopo, Bryant (Dunston) tornava in panchina con 4 falli. La prima Semi di Eurolega inizia da questo episodio, tra il settimo e l’ottavo minuto del terzo quarto, perché fino ad allora si era in pratica giocato per niente; CSKA avanti di uno nonostante un Teodosic orrendo, Olympìakos sotto di uno nonostante uno Spanoulis orrendo e un apporto fondamentalmente dannoso da parte di tutti gli americani della squadra greca, con il solo Dunston a salvarsi leggermente. Il Principe Triste, aka Vassilis Spanoulis, non riusciva a tirarsi fuori dalle secche, e dalla sua inefficienza traeva linfa il gioco dei russi, con Aaron Jackson scatenato sia al tiro che in difesa, DeColo e Weems ispirati sia pure a intermittenza, e un solido muro offerto dai lunghi Kaun, Hines e Khryapa. Proprio quello che molti allenatori considerano il miglior 4 europeo alimentava il massimo vantagio del CSKA, un +9 cui Viktor contribuiva con due assists, un fallo in attacco preso con parecchio Metodo Stanislavsky, rimbalzi e recuperi. L’Olympiakos, però, ormai lo sappiamo, non è una squadra, ma un’emanazione diretta dell’anima di ogni sogno di vittoria. E il Principe Triste è l’uomo cui affidare la vostra vita se essa dovesse mai dipendere da un tiro verso un canestro. 2 punti dalla riga del tiro libero e 0/11 all’inizio del quarto periodo. 11 alla fine, con 2 triple, una in faccia a Khryapa da almeno sette metri e mezzo e una sfidando DeColo, in puro stile “Io ‘sti tiri non li sbalgio MAI”. Ognuna delle due triple portava i Greci sopra, la prima di 1, quella definitiva di 3, dando un senso agli sforzi di Printezis, Sloukas, Mantzaris, sforzi che, senza il ritorno del capo, rischiavano di essere inutili. In particolare la tripla sparata in faccia a DeColo è stata emblematica della differenza tra le due squadre nel modo di sentire la partita: il Pireo sapeva che ai Russi sarebbero rimasti secondi per ribaltare la gara, eppure hanno interpretato il gioco esattamente come se fosse ad orologio morente, con calma sovrana, e con la W negli occhi. Il CSKA cambia allenatori e giocatori, ma non vince mai. Brazauskas, Messina, ora Itoudis: tutti hanno visto la grande vittoria sfuggire quando sembrava già in tasca. 70-68 il risultato, ma quando c’è l’Olympiakos di mezzo i numeri sono l’ultima cosa da guardare.