Il Real arriva alla Finale in casa.
Abbiamo voluto dare credito nel titolo e nella foto all’allenatore del Real, Pablo Laso. Il match-up più difficile era il suo, contro il santone di ogni latitudine, Obradovic. Aveva iniziato maluccio, l’ex playmaker visto anche a Trieste: la mossa di concedere un insolito quintetto al tiratore Carroll (A2 giocata a Teramo) si rivelava sbagliata, ma in fondo nascondeva anche un germoglio vincente. Sbagliata perchè lasciava un gap atletico globale tra i due quintetti troppo vistoso e favorevole al Fenèhr, ma giusta perchè il gioco sull’arco sarebbe stato la ricetta vincente del Real. L’impatto positivo dei Turchi per tutto il primo e anche nell’inizio del secondo stava nell’energia maggiore rispetto al Real, sublimata dalle giocate di Veselj. Da bravo giardiniere Laso metteva da parte l’innesto sbagliato e dava il via al gioco di KC Rivers (ex Virtus Bologna..tanto per dare un’idea del fatto che in Italia quelli bravi arrivano, e il problema è tenerli). Le triple di Madrid nascevano da una sublime circolazione di palla, in cui Felipe Reyes (sempre più il Dino Meneghin di Spagna) e Gustavo Ayon erano protagonisti assoluti, con ribaltamenti e passaggi pregevoli sia da post basso che da post alto. La gara scivolava inesorabilmente verso i Blancos, tanto che l’ultima vera e sonora arrabbiatura del vulcanico Obradovic si registrava ad inizio quarto periodo, segno che lui stesso aveva ben compreso da che parte doveva andare la W. Ora una gara che mi sembra di aver già visto…in Finale di Eurolega…un Real-Olympiakos…pizza, birra, religioso silenzio attendono il vostro umile cronista.