Felice e senza occhiali, rotti durante i festeggiamenti con la squadra, Presidente e tifosi giunti da Sassari, coach Sacchetti può esultare per una vittoria strameritata, per certi versi annunciata dopo il successo in volata su Milano di venerdì sera.

E’ fisicamente provato ma, dopo aver preso fiato davanti ai microfoni, il coach del Banco parte subito con le dediche per questa impresa: “Il primo pensiero va a Giovanni Cherchi, un vero uomo Dinamo (era il Direttore Generale) che è mancato un paio di mesi fa, la seconda dedica è per tutta la Sardegna, è una vittoria per il popolo sardo in un momento difficile e non solo per l’alluvione, vi assicuro che sull’isola le difficoltà si avvertono più che altrove. L’ultimo pensiero è per mia moglie, una donna importante che mi ha regalato tre splendidi figli”.

Dopo aver scaricato la tensione accumulata in questo bel weekend, il coach passa ad analizzare la finale e, più in generale, il percorso della sua squadra: “Il successo con Milano ci ha dato forza e consapevolezza, la vittoria con Reggio Emilia è stata sofferta ma meritata per come abbiamo condotto il ritmo di gara ed ero curioso di vedere l’approccio dei miei ragazzi contro una squadra, un club abituato a giocare e vincere le finali. Siamo stati bravissimi a tenerli a 28 punti nel primo tempo ma ancor di più nel lottare di squadra a rimbalzo, un dato chiave del nostro successo. E’ stata la vittoria di un gruppo fantastico, abituato a stare insieme con gioia e penso che in campo questo si veda”.

L’allenatore isolano riconosce che la gestione del doppio playmaker è stata una importante carta da giocare per portare a Sassari la coppa: “Vi garantisco che gestire due giocatori come Travis Diener e Marques Green, abituati ad avere sempre il pallone e il comando del gioco, non è affatto semplice; spero che questa vittoria faccia capire a tutti che perdere qualcosa di proprio per mettersi al servizio della squadra è un aspetto decisivo. Voglio sottolineare anche il lavoro fatto dagli italiani Devecchi, Vanuzzo e da mio figlio Brian, uno al quale non ho mai regalato nulla e che stasera mi ha dato quell’apporto decisivo nei lavori cosiddetti sporchi. Importante infine il mattoncino portato da Gordon, un atleta straordinario che non è ancora fisicamente al top ma che in area ci ha dato atletismo e profondità”.