Nel basket come in televisione, come nei massimi sistemi e altrettanto nell’andamento di questo mondo, bisognerebbe fermarsi e ragionarci un pò. Tralasciando gli ultimi due casi, non per pigrizia o ignavia ma per poco spazio e testa per affrontare argomenti così importanti, posso parlare invece con un minimo di cognizione di causa sugli altri due: tv e pallacanestro.

Grande confusione e lotte di potere ad altissimo livello nella pallacanestro europea mentre il basket americano ed extra europeo in generale sta guadagnando punti su punti. In Italia, in parte come rimorchio della querelle europea, parte per il vuoto di potere reale e istituzionale della Lega e quello della Fip legato alle paure di rappresaglie per l’assegnazione delle Olimpiadi all’Italia nel 2024, subiamo anche noi discreti contraccolpi per credibilità del movimento. Lo sport purtroppo è vittima come tutte le aree di potere, di pressioni politiche da un lato ed economiche dall’altro. La visibilità data dall’Eurolega, insieme al supporto finanziario dei partecipanti, dalla sua nascita ha generato un indotto che l’aleatorietà delle classifiche Fiba non ha saputo ribattere, se non con queste ultime pressioni non certo scevre da interessi non supportate peraltro da altrettanto interesse.

E la televisione? Mi è capitato di vedere su satellite qualche partita di Coppa Fiba e la cosa che salta agli occhi è che il format è quello che ci trovavamo a dover tamponare con integrazioni vent’anni fa, spesso con riprese effettuate (modello calcio) dal lato delle panchine, costringendo le televisioni a riprese asimmetriche o a inserimenti di telecamere (e quindi di costi ulteriori) in più. Format tra l’altro, senza un metro comune, con interpretazioni spesso “personalizzate” da colleghi non sempre addentro a cestistiche cose…

In realtà il vero problema per quello che mi riguarda è proprio questo: televisivamente l’Eurolega ha fatto una cosa importante, ha creato un format comune con caratteristiche imposte alle società. Illuminazione e capienza dei palazzi, gli spazi operativi per tecnici e commentatori, obblighi per le squadre di presenza in video con interviste dei coach e dei giocatori. Inoltre reciprocità delle riprese delle partite, e quindi se una squadra non ha una televisione che mette in onda l’incontro deve comunque produrre le riprese per l’altra squadra, poi postazioni corrette e prestabilite per le telecamere per un numero minimo obbligato e con determinate caratteristiche. Poi briefing e debriefing con chi realizza e produce le partite in modo da creare più sinergia possibile tra tutti oltre a sempre nuove proposte. Adesso speriamo che anche la Fiba si adegui a tutto ciò, altrimenti ci troveremo “Back to the future”…