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Pesaro vince con merito al Paladozza, sfruttando alcune incredibili amnesie della Fortitudo ( che non appaiono guarite dalle stesse collezionate a Brindisi la settimana scorsa) e l’incapacità di Bologna di chiudere la gara quando tutta l’inerzia sembrava essere dalla sua parte ( almeno 3 attacchi mal gestiti con 5 di vantaggio negli ultimi minuti). Bologna perde una partita sanguinosa contro una diretta concorrente per le posizioni nella griglia play off che sicuramente peserà alla fine ( il 0-2 di Pesaro e l’ 1-1 con differenza negativa rispetto a Cantù sono lì a parlare). Purtroppo la sconfitta passa anche da un paio di scelte abbastanza discutibili della panchina sull’ultimo attacco di Pesaro ( lasciato colpevolmente libero il perimetro, in angolo, per una conclusione comunque comoda di King che non era la prima nell’ultima fase del match) e sull’ultima rimessa con 12 secondi sul cronometro scelta dalla difesa così regalando ancora più tempo a Pesaro per spendere il fallo che non ha mandato in lunetta la effe e lasciato solo 3 secondi sul cronometro. Poteva vincere la Fortitudo e allora saremmo qui a commentare l’ennesima magia di Caja, ma ciò nonostante le due scelte degli ultimi 30” il più delle volte ti portano alla sconfitta, e così è stato, purtroppo per Bologna biancoblù.
E’ un Leka raggiante quello che si presenta in sala stampa: Vincere qui alla fine è una impresa. I ragazzi ci hanno stupiti perché solitamente fuori casa siamo meno performanti. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario perché giochiamo in fiducia: siamo andati in difficoltà ma se c’era una squadra che meritava di vincere questa era Pesaro.
Ovviamente, di contenuto diametralmente opposto l’analisi Caja: Mi dispiace per i tifosi a cui non siamo riusciti a dare una vittoria che volevano tanto, però quando si commettono tanti errori è difficile vincere. Abbiamo qualche problema che non sono riuscito a risolvere. Io vedo tutti i giorni che ci sono problemi, le palle perse ad esempio sono sintomo di superficialità. Ho tolto Panni per una questione di stanchezza. Gli ho dato tanta fiducia anche perché Vencato ha avuto qualche problema. Ha fatto 21 buoni minuti. Su Thomas lui sa che può fare bene e non ci sta aiutando. Con 17 perse non possiamo pensare a poter provare a vincere il campionato. Pensavo di poter incidere di più su questa superficialità, invece il problema permane. Analisi che lascia ombre su cosa il coach pavese abbia voluto effettivamente dire. Di certo c’è una considerazione. E’ ben vero che le cifre ( su tutte quella del dato relativo alle perse, 17 che comunque non sono tante di più dell’avversario, 13) riportano quella che Caja etichetta come “superficialità”, ma è altrettanto vero che gli episodi che hanno deciso la gara vengono da scelte che alla fine sono risultate sbagliate anche da parte della panchina.
LA CRONACA
La Fortitudo approccia bene la partita, con quello che è l’unico modo per provare a battere Pesaro. Non lasciare piazzare la difesa ospite cercando la velocità Piacevoli i primi 5 minuti della F che si ritrova sul 16-6. Leka ci parla sopra, ottiene il risultato di rallentare la gara e la effe si inceppa tra tiri presi al termine dei 24 e palloni alle ortiche Tra il minuto 5 e il minuto 11 Pesaro cala un 15-0 che oltre al +5 dà tanta inerzia e convinzione. Ci vuole un “prillo” di Cusin per togliere il 16 dai punti della squadra di casa ( il che è tutto dire) ma la effe non ingrana, con Aradori versione “canterville” che non riesce mai ad uscire dagli aiuti difensivi fatti alla perfezione dalla difesa ospite. Nel frangente Pesaro vola a +9 ( 23-32 ) con Ahmad che non sarà quello dell’andata, ma che comunque è in grado di far male, anche dal nulla, anche con tiri fuori ritmo. La F non ci sta, il Paladozza ribolle e sull’onde della gente ( la stessa che Leka dice valere “10-12 punti in un campionato”) rientra fino al 32-32 ( parziale 9-0). Bologna però non passa, Pesaro non si disunisce e con i viaggi in lunetta di Zanotti il tempo si chiude con un +6 esterno.
Grande equilibrio nel terzo periodo, con Bologna sempre ad inseguire, ma sempre a contatto. Nel frangete l’aquila si aggrappa al miglior Panni stagionale che da un lato del campo fa l’ombra di Ahmad e dall’altro lato trova il tempo di andare in doppia cifra ed è proprio su una rubata con appoggio dell’esterno che la F si trova a condurre (57-55) sulle prime curve dell’ultimo periodo. Un quarto che ci riporta una idea fissa. La F che prende l’inerzia, ma la stessa F che non chiude la partita. Bologna si aggrappa a uno spettacolare Mian che fa male a suon di triple, Pesaro che sta lì soprattutto con un finalmente super concreto King ( ne farà 10 dei 16 della squadra nell’ultimo quarto). Esce inspiegabilmente Panni per far spazio ad uno stralunato Bolpin: Bologna conduce ma non chiude, Pesaro è sorniona e punisce ogni errore della F. Si arriva all’ultimo giro di lancette con la effe che sul +2 butta alle ortiche l’ennesimo attacco, King che viene dimenticato nell’angolo e sorpassa con una tripla comoda, troppo comoda. L’ultimo assalto della F è un tiraccio di Aradori che Freeman tenta di correggere invano e con la festa dei 400 venuti dalle Marche. Fa male, si, ma, come dice il proverbio, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
PAGELLINE
Fortitudo – Thomas 4,5: Zompa di qua e di là ( 6 rimbalzi) ma si divora canestri e incappa in ben due falli di attacco. Un americano in meno. Vencato 6: A utilizzo ridotto, non demerita nei 9 minuti. Aradori 4: Una comparsa, da fantasma. Battistini 5: Altra prestazione incolore, un po’ meglio nel secondo tempo, ma sempre nell’ombra. Bolpin 5: Sulle tracce di Ahmad fatica, in attacco si glissa. Panni 7: Rianima la Fortitudo poi finisce inspiegabilmente in panchina negli ultimi 5 minuti. Meritava di giocarselo, il finale. Cusin 5,5: Sportellate di qua e di là; in mezzo un bel cesto e niente altro. Mian 8: E’ in forma, niente da dire. Per lui il canestro è grande quanto una vasca da bagno. La stava quasi per vincere da solo. Fantinelli 6: Partita senza infamia e senza lode con un cruccio: Perché non continuare ad attaccare Ahmad con 4 falli? Freeman 5: Non la sua gara. Pesaro riduce i riferimenti dentro l’area e lui soffre. E non poco. Caja 4,5: La squadra non brilla, lui nemmeno
Pesaro – Petrovic 5,5: Parte in quintetto ma non risponde da quintetto. Cornis s.v.. Maretto 6: Il suo alla fine lo fa, è presente nell’allungo del secondo periodo. Imbrò 5,5: Pericolo pubblico sparacchia molto a salve. King 7,5: Le due triple degli ultimi minuti valgono il “gioco, partita e incontro”. Bucarelli 6: Partecipa nell’opera di evitare il gioco vicino a canestro della Fortitudo. Lombardi 4: Comparsa, partita simile a quella di Aradori. Zanotti 7: Non fa arrivare nulla a Freeman e si ritaglia anche una serata da protagonista. Ahmad 7: Ne fa 21 anche con una guardia asfissiante per tutti i 35 minuti in cui sta in campo. Ha pochissimi tiri comodi, ma ne mette a sufficienza. Leka 7,5: Niente da dire. La spiega e i suoi lo seguono. Forse quello che sull’altra panchina non sta accadendo.
Arbitri. Ursi 6,5, Moretti 6, Giovannetti 6,5. Ci sono degli errori, impossibile in una gara così non farne. Ma il metro appare lineare e quando sbagliano di qua, sbagliano più o meno allo stesso modo, di là.
FORTITUDO BOLOGNA – VUELLE PESARO 70-71 (16-19) (34-40) (55-55)
Fortitudo Bologna: Thomas 4 (2/7, 0/1), Bonfiglioli ne, Vencato 6 (1/3, 0/1), Aradori (0/2 da 3), Battistini (0/1), Bolpin 4 (2/3, 0/3), Panni 13 (1/4, 3/7), Cusin 2 (1/1), Mian 23 (1/6, 7/13), Fantinelli 11 (4/6, 1/2), Freeman 7 (2/4). All. Caja
VL Pesaro: Petrovic 4 (2/4, 0/2), Cornis ne, Maretto 7 ( 1/2 , 1/3), Imbrò 5 (1/3, 1/4), De Lautrentis ne, King 21 5/9, 2/7), Bucarelli 1 (0/1 da 3), Lombardi (0/3 da 3), Zanotti 12 (1/1, 1/2), Ahmad 21 ( 4/4, 3/11). All. Leka
Statistiche di squadra: Tiri da 2. Bo 14/24, Ps 14/23. Tiri da 3: Bo 11/29, Ps 8/33. Liberi: Bo 9/14, Ps 19/22. Rimbalzi Bo: 42 ( 32+10, Freeman 8), Ps 30 (28+2, Bucarelli e Zanotti 6). Ass: Bo 16 ( Fantinelli 6), Ps 12 ( Bucarelli 4).
Arbitri: Ursi, Moretti e Giovannetti
Spettatori: 5.499