Intervista a Hugo Sconochini a Reggio Emilia

Reggio sta vivendo un momento molto importante, ha ritrovato giocatori che durante la coppa Italia erano un po’ appannati e adesso sta giocando in maniera diversa.

La vittoria di Trento ha mandato buoni segnali. Credo che debbano continuare a giocare in questa maniera, con tranquillità come vuole il coach Menetti  lasciandosi andare in contropiede che è un fondamentale che eseguono molto bene.

Pistoia sta vivendo un momento difficile, ma è una squadra ostica dura da affrontare difendono sempre molto bene ,devono ritrovare la voglia di giocare con intensità che li ha contraddistinti nella prima parte della stagione.

 

Le favorite del campionato sono Reggio Emilia, Milano Avellino oltre ad un outsider che sempre emerge.

Ritengo che in Italia si possa vincere anche senza americani se si riesce a creare un gruppo con una buona chimica.

Avere americani buoni, intelligenti vorrebbe dire spendere tantissimi soldi scelta che oggi non rientra nelle possibilità economiche di tutte le società.

Bisogna quindi cercare giocatori di più basso livello sperando che si possano adattare a questo tipo di campionato.

La grande Kinder di Messina. 

Sconochini con la maglia della Virtus Bologna

Sconochini con la maglia della Virtus Bologna

Eravamo una squadra completa in tutti i ruoli con due o tre giocatori per posizione e ci trovavamo molto bene fuori dal campo; questo fattore era fondamentale per quello che riuscivamo a realizzare in partita.

Allenati da Messina il gioco era basato sull’esecuzione degli schemi. In quintetto partiva Abbio, Rigaudeau, Danilovic, Nesterovic e  Frosini. Nel roster c’erano anche Savic e Binelli.

L’allenatore poteva creare vari tipi di formazioni quindi la nostra era, una squadra molto difficile da difendere.

Quali sono stati i cambiamenti più importanti nel campionato italiano dai tuoi tempi ai giorni d’oggi?

“Credo il senso di appartenenza, il rispetto che si aveva per gli avversari e per la propria maglia. Molte volte c’erano momenti bui della stagione ma si affrontavano tutti insiemi senza cercare di provare a risolvere le cose individualmente”