Un orrendo gioco di parole per addetti ai lavori della televisione: il semi quadro ( o field) in soldoni, è la metà del frame (o quadro), il singolo fotogramma video… E’ come quelli che spiegano le barzellette! Ma il senso è che volevo sdottorare sulla fine della stagione regolare e su che cosa succederà sui campi e sugli schermi.
Intanto il ranking vede nell’ordine Milano, Siena, Cantù, Sassari, Brindisi, Roma, Reggio Emilia e Pistoia; fuori dai playoff per un niente una piazza storica come Caserta e salva a fine classifica un’altra squadra storicissima come Pesaro. Sorprese? Si, se uno è rimasto nella platonica caverna per tutta la stagione e non sa quel ch’è capitato: mi riferisco ovviamente a Siena (nonostante tutto seconda e lì sta il miracolo), poi Milano che è prima con un distacco sulla seconda in doppia cifra e con una Final 4 europea sfiorata. Poi le mille e una storia da Novella 2000 con situazioni che ricordano Moggiopoli in versione cestistica e con un’assemblea di Lega che, nonostante le notizie circolassero da tempo, vota come nuovo capo il Luciano della situazione. Insomma notizie si, ma spesso di quelle che non vorremmo sentire mai, a parte la rinascita di piazze piccole e grandi, come Pistoia e Milano.
Alla vigilia delle Final 4 d’Eurolega ci si prepara ad assistere a dei playoff che dovrebbero essere la vetrina del basket nazionale: vediamo quali sono i palcoscenici… Milano, Forum di Assago. Finalmente con la fermata della metropolitana, benefit diurno, perché alla fine delle partite serali c’è una corsa ogni morte di Papa. L’impianto è ancora bello e funzionale anche se comincia a mostrare qualche crepa. Nato in seguito al crollo del Palazzone di via Tesio a S.Siro per la nevicata dell’85, e l’intermezzo del Palatenda di Togni seguito dal PalaTrussardi è un’arena quasi gemella di altri due grandi impianti europei; Bercy a Parigi e l’Abdi Ipecki di Istanbul: forma ottagonale, tutti vedono bene da qualsiasi posizione, paradossalmente chi è più vicino al campo, vede meno bene degli altri. Per la televisione le telecamere principali sono forse un po’ alte ma c’è di molto peggio in giro. Gli spazi attorno al campo sono accettabili e se non c’è il tutto esaurito gli operatori riescono a lavorare anche senza dover discutere con incolpevoli spettatori paganti.
Siena, PalaEstra, ex PalaSclavo. E’ un impianto nato a metà degli anni ’70 ad integrare il vicino pala Giannelli, quello a forma di dodecaedro. Impianto polifunzionale per tante discipline sportive e l’arena principale, quella dove (spero) gioca Siena è stata rinnovata e messa a norma (…) per l’antiinfortunistica e per il vecchio parquet scuro, sostituito da quello attuale, più chiaro e privo delle linee delle altre discipline che confondevano occhio, arbitri e giocatori, nella vecchia versione. Da delle belle immagini dalle telecamere basse, perché le tribune molto ripide formano un muro di pubblico come sfondo delle immagini di gioco. In compenso, proprio per l’angolo molto accentuato delle sedute, le telecamere alte sono troppo angolate e sembrano quelle del calcio inglese, dove spesso i giocatori li riconosci dai capelli (per chi ce li ha), anziché per il volto e il numero della maglia. Come tutti gli impianti dove giocano, squadre che conoscono le platee internazionali c’è molta tolleranza verso noi televisivi, forse meno verso i giornalisti ma quella è un’altra storia…
(1 continua)