La strada verso la salvezza societaria ed il completamento dell’iter per partecipare alla serie A 2017/18 è ancora in salita, ma sulle colonne del Mattino di oggi il patron della Juvecaserta Raffaele Iavazzi annuncia che «come promesso nella conferenza stampa di fine stagione ed anche al sindaco Marino, ho inviato la documentazione per l’iscrizione, ottemperando alle necessarie incombenze». Sul quotidiano campano si evidenzia che il rispetto delle scadenze federali e della Legabasket fissate per fine mese, tuttavia, non cambia le carte in tavola sul futuro della palla a spicchi all’ombra della reggia.
«L’ho fatto principalmente per i tifosi e quindi anche per me stesso» ha evidenziato Iavazzi che ha poi aggiunto: «Se fosse dipeso dalla città, alla quale ho consegnato la squadra un mese e mezzo fa e che ad oggi neanche mi ha detto di non essere interessata a dare un futuro alla Juvecaserta, probabilmente mi sarei risparmiato qualche decina di migliaia di euro per l’iscrizione». Lo step decisivo per vedere scendere le canotte bianconere sui parquet di serie A nella prossima stagione è fissato per il 10 luglio, data entro la quale dovrà essere garantita, tra le altre cose, la fideiussione di 250mila euro e che rappresenterà lo spartiacque per il domani del sodalizio casertano.
Sul Mattino Iavazzi si sofferma anche sulle accuse rivolte, attraverso gli striscioni comparsi in città nei giorni scorsi, dai tifosi della curva Ancilotto di voler mettere all’asta la maglia e la storia bianconera. Sull’ipotesi della vendita del titolo, il proprietario della Juvecaserta replica in maniera decisa e convinta. «È stata una provocazione per stimolare la città e chi la rappresenta – riprende Iavazzi – ma non ho mai avuto la reale intenzione di scatenare un’asta. Non voglio essere ricordato come colui che ha venduto il titolo di serie A, soprattutto dopo i tanti sacrifici economici e non solo degli ultimi 4 anni». Non va oltre il numero uno della Pasta Reggia, anzi è molto attento a non alimentare false aspettative su un suo salto nel vuoto. «Se Caserta non potrà permettersela, preferisco che la serie A la faccia una piazza come Cremona che ha società e territorio con le potenzialità tali da poter giocare nel massimo torneo cestistico italiano». Non è da escludere, infatti, che se anche l’ipotesi di sinergia con il presidente del Benevento Oreste Vigorito dovesse naufragare o non portare a risultati concreti, Iavazzi decida di chiedere l’autoretrocessione; ma la Juvecaserta non punterebbe a partecipare alla A2 bensì ad un campionato minore quale la B o anche la C per far crescere i giovani. Ma prima di ammainare la bandiera c’è ancora un mese di speranza e di lavoro dietro le quinte.