Ci rialzeremo! E’ questa l’essenza della scritta, sormontata da un’immagine che ricorda l’Araba Fenice, che compare da qualche ora nella pagina facebook del KK Bosna Royal, il plurititolato Kosarkaski Klub bosniaco di Sarajevo che è parte della Società Sportiva Universitaria “Bosna” (Univerzitetsko sportsko društvo Bosna). Gli “Studenti” o “bordo-bijeli”, così vengono chiamati dai loro tifosi, vantano un palmares non trascurabile: 3 Campionati della ex Jugoslavia – 2 Coppe della ex Jugoslavia – 4 Campionati di Bosnia ed Erzegovina – 3 Coppe di Bosnia ed Erzegovina – 1 Coppa dei Campioni (l’attuale EuroLeague, per intenderci).
Dopo una fugace e deficitaria apparizione nella stagione 2017/18 dell’ABA Liga2 , il Bosna continua a militare nel campionato bosniaco, ma negli anni ’70 il Klub ha vissuto momenti di gloria ed era ben conosciuto, e temuto, in Europa e nel mondo. Quando il 5 aprile del 1979 nella finale di Grenoble, davanti a 15.000 spettatori, si aggiudicò la Coppa dei Campioni sconfiggendo l’Emerson Varese (96-93) di Bob Morse e Charlie Yelverton, il suo roster annoverava giocatori del calibro di Ratko Radovanović, Žarko Varajić e, scusate se è poco, Mirza “Kinđe” Delibašić, orchestrati da coach Bogdan Tanjević.
A proposito di quella storica finale val la pena di sottolineare due dati importanti: il Bosna Sarajevo può vantare di essere stato, in condominio con il CSKA Mosca, l’unico club europeo ad aggiudicarsi la Coppa dei Campioni senza annoverare alcun giocatore straniero nel proprio roster. Inoltre Žarko Varajić, quella sera stessa mise a segno ben 45 punti conquistando il titolo di MVP e restando ad oggi il detentore del record di punti segnati nella finale della massima competizione europea per club. Ai più distratti mi permetto di ricordare che all’epoca sul campo non era tracciata la linea dei 6,75 mt!
Nella Coppa Intercontinentale che si disputò l’anno successivo proprio a Sarajevo con una formula a gironi, il Bosna si qualificò al secondo posto dietro al Maccabi Tel Aviv B.C. Fu l’ultimo capitolo di una storia decennale costellata da successi e gli anni che seguirono videro la diaspora dei giocatori più talentuosi e del coach che andarono a rinforzare club diversi del resto d’Europa.
La furiosa guerra di Bosnia del 1992, ulteriore grave conflitto che portò alla dissoluzione della Jugoslavia, oltre a causare moltissime vittime ha minato la società bosniaca nel suo morale, innescando tuttavia la molla del riscatto. A quasi trent’anni dal triste evento tutto gira ancora intorno al valore dell’etnia rendendo però difficoltosa l’integrazione tra i diversi popoli della ex Jugoslavia. L’anonimato che tutt’oggi vive il KK Bosna Sarajevo è anche una conseguenza di tutto questo. La voglia di rinascere, di tornare con una nuova immagine, già si evidenziò nel 2014 quando la Società, comunque non cessando di esistere, decise di continuare sotto il nome di KK Bosna Royal. Ancora oggi gli “Studenti”, fieri, dichiarano Sportski smo ispali. Sportski ćemo se vratiti (Siamo caduti, ma torneremo).