La chiameremo “la grande autorevolezza”, in minuscolo e senza particolare enfasi. Perché una dote che arride solo a chi ci mette la faccia, non necessità di clamori o esibizionismi. “Io può!”, direbbe qualcuno – appunto.
Di che parlo…?
Di allenatori, che altro… curioso che, proprio nei giorni in cui divampa sui social network la bulimica tentazione di trasformarsi tutti in sottili critici cinematografici, giri in rete il video di Zelimir Obradovic che, durante Fenerbahce – Tofas Burca, manda anzitempo sotto la doccia Bjelica.
Nel mentre ognuno si sente in dovere di pronunciarsi sul valore artistico de “La Grande Bellezza”, in settimana insignita del premio Oscar, mentre tutti, ma proprio tutti, sia quelli che vantano nel proprio curriculum vitae febbrili visioni multiple, (e relativo dibattito…), delle produzioni di oscuri cineasti di culto, dai natali coreani, iraniani o manciuriani, sia coloro per cui il cinema si limita ai cinepanettoni Boldi/De Sica, tutti, davvero tutti, si esprimono. Lo fanno in lunghissimi, insopportabili, aggiornamenti di stato oppure in fulminanti tweet su Sorrentino, su Servillo. Giudizi perennemente in bilico tra l’illuminazione mistica ed il lapidario commento, modello Fantozzi che si esprime sulla Corazzata Potempkin. Ecco che arriva Obradovic che manda Bjelica a schiarirsi le idee sotto una bella doccia calda.
Si, ma cosa c’entra Sorrentino e La Grande Bellezza… con Obradovic?
Apparentemente niente. Il collegamento mi viene semplicemente suggerito dal ricordo di uno spezzone di un altro film di Sorrentino, “L’Uomo in Più”. Tra le mura dello spogliatoio, il S.Paolo di Napoli, va in scena la solenne incazzatura del “mister” – 3’ e 38” di autentico concentrato di cosa un allenatore, quale che sia la disciplina, non deve mai, ma dico mai, fare. Lo trovate su youtube, “monologo del mister”. Il Molosso, questo il nome che Sorrentino affibbia al personaggio, mostra tutto l’egocentrismo, la debordante autoreferenzialità di un allenatore chiuso nella sua formula, di uno incapace di risolvere problemi, costretto a vivere perennemente ogni cosa sotto forma di frustrazione.
Esattamente l’opposto di Obradovic… che non esita un secondo ad indicare a Bjelica la via dello spogliatoio, che si assume, nell’interesse della squadra, la responsabilità di un gesto diretto e preciso. Obradovic, come Paolo Sorrentino. Quando mostra un Italia brutta e cafona, quando ci mette la faccia nel mettere in scena il frivolo, pavido “belpaese”. La sobrietà, la fermezza di Obradovic nel raffreddare i bollori di Bjelica è autorevole, davvero autorevole. Per questo la chiameremo la grande autorevolezza.