C’e’ un filo sottile che lega la sconfitta di domenica scorsa della Virtus a Trapani, ed il 79-86 subito dagli uomini di Caja in un derby laziale stra dominato da una Latina scesa al Palatiziano con grandi motivazioni ed idee molto chiare. Questo filo sottile è la sensazione, suffragata da risultati ed atteggiamenti, di rivedere quella Virtus che aveva tanto fatto dannare nelle prime sei terrificanti partite di campionato. Il campanello d’allarme suonato in Sicilia la scorsa domenica (18 triple in saccoccia e 96 punti subiti) non è servito, perché gli stessi errori commessi contro Mays e compagni, sono stati ripetuti in una disgraziata serata pre natalizia che ha ulteriormente gettato nello sconforto una tifoseria romana che pensava, dopo le squillanti cinque vittorie di fila culminate con il pomeriggio d’altri tempi contro Siena, di poter finalmente vivere con serenità un campionato di lega due comunque ancora assai difficile da digerire e da metabolizzare per chi, fino a pochi mesi fa era abituato a competere a ben altri livelli. Tredici le triple subite dalla Virtus da una Latina in serata di grazia al tiro (57%), ma capace di costruirsi ancora una volta le sue fortune con una organizzazione di gioco, ed una circolazione di palla che hanno letteralmente stordito una Virtus apparsa fin dalla palla a due poco centrata, ma soprattutto poco concentrata. Perchè quando concedi nel solo primo quarto 14 punti a Stanback, uno che lo scorso anno alzava trofei nel paese di Guglielmo Tell e dei Rolex, mica al Cska o al Barcellona, o sei un brocco oppure hai capito male quello che sulla lavagna ti ha disegnato il tuo allenatore. E dal momento che propendiamo per la seconda ipotesi, non resta che sottolineare un approccio sbagliato di Roma ad una gara che Latina ha dominato fino al +15 (56-71 al 29′), prima di un clamoroso show di Maresca che stava immeritatamente rimettendo in carreggiata una scialba Virtus che questa sera sembrava lontanissima parente di quella che asfaltò la Mens Sana due settimane fa.
Con Voskuil a fare ancora una volta sdeng (14 punti ma 1/4 dall’arco da sommare al 1/10 trapanese), Callahan impegnato più a contenere Mosley che a far canestro(2/8 per 5 punti), ed il resto della comitiva a litigare con i ferri dell’impianto olimpionico, è stato proprio il Capitano a suonare la carica con 16 punti (su 27 totali), a cavallo tra la fine del terzo quarto e l’inizio della quarta frazione, che riportavano la gara in parità sul 74-74 con poco più di cinque minuti sul cronometro ancora da giocare. Il finale però, deciso ancora una volta dagli Dei del basket, premia la Latina di Gramenzi. La Virtus, con Voskuil e Olasewere tenuti misteriosamente in panchina per due lunghissimi minuti(decisivi), subisce un parziale di 0-8 che ha gli effetti di una iniezione letale per un paziente che invece avrebbe avuto bisogno di ossigeno a volontà. L’ottimo Tavernelli (23 punti con 3/4 dall’arco e 6 assist), le giocate decisive di “Ike” Ihedioha che già affondarono Ferentino sabato scorso, ed i punti (pochi ma importanti), di Mosley regalano a Latina un successo meritatissimo che lancia i pontini in piena zona playoff. Con cinque giocatori che chiudono la gara in doppia cifra ed una pallacanestro semplice e ben fatta che stende una Virtus ancora una volta invece, in versione complicata. Come complicata è adesso la classifica di Roma, che dopo due settimane di tregua, torna a preoccupare e non poco, soprattutto guardando il calendario delle prossime partite. Aggravata da 31 triple subite in due partite, che pur evidenziando la bravura degli avversari devono comunque per forza far pensare a demeriti propri. E senza tirare in ballo la perdurante assenza di Meini ed il mistero Flamini.