@King James hey bro hope you’are having good day…Want to join you in phylly? Peace.

LeBron non ha risposto al twitter con cui Joel Embiid, il vero n.1 del draft sul quale invitava il giocatore più appetito della NBA uscito dal contratto come unrestricted free agent e sembra pronto a rientrare agli Heat con le altre due punte del tridente (Wade e Bosh) che nei giorni scorsi l’hanno imitato mettendosi sul mercato dove per il momento non riscuotono particolare attenzioni. Del resto, LeBron aveva inviato un twitter nei giorni del draft per far sapere che il giocatore più forte di quest’anno è Shabazz Napier, il play dei due titoli NCAA di UConn che, guarda caso, scelto come n.24 dagli Hornets è finito a Miami.

Nel secondo giorno del mercato dei giocatori che intendono farsi pagare di più dalle loro società (si chiamano unrestricted agents, ascoltano le offerte e il club può trattenerli pareggiandole) dove si è accasato il primo giocatore europeo, il croato Damian Rudez, si fa più insistente il ritorno di King James a Miami con un contratto di 126 milioni di dollari, mentre Melo Anthony, che da parte sua quota 96 milioni, prosegue l’esplorazione in quattro tappe per scegliersi l’eventuale destinazione. Dopo la visita ai Bulls dove ha fraternizzato con Derrick Rose, presente al colloquio con Taj Gibson e Noah, ha passato la giornata a Houston discutendo con la delegazione dei Rockets che poco prima aveva presentato i gioielli del draft: lo svizzero Capela e Harris, assente Gentile che per il gm Morley rimane un pezzo importante della nuova squadra.

I Rockets hanno messo in campo anche il barbuto James Harden e Clyde Drexler. Arrivando al Toyota Center Melo ha sorriso trovato la sua gigantografia con la maglia n.7 dei Rockets con Jeremy Lin al suo fianco. La trovata è stata giudicata meno simpatica dal cinese di Taiwan che caduto coach Mike D’Antoni, il suo mentore, aveva capito che Melo e il suo clan gli avrebbero reso la vita dura e pensò bene di firmare per i Rockets con una cifra che il superbone dei Knicks definì ridicola. La pensata è stata giudicata un insulto da Jeremy Lin, messo sul mercato dai dirigenti texani, che non gli ha risparmiato un paio di twitter incandescenti infuriato per “la mancanza di rispetto” e concludendo che “Dio è con me”.

Melo adesso incontra Dallas e poi chiude coi Lakers alleggeritisi nel frattempo del contratto di Jody Meeks, guardia tiratrice, una delle consolazioni della scorsa stagione che va a Detroit con un triennale da 19,5 milioni. A fine settimana il “dux” nero si chiuderà in una stanza con i dirigenti dei Knicks che cacciato il coach che gli aveva fatto da spalla (Mike Woods) e i suoi assistenti e si troverà davanti Phil Jackson, nuovo presidente delle operazioni, e coach Derek Fisher col quale ha diviso la battaglia nell’ultimo sciopero dei giocatori. Si romperà o si cimenterà una solida amicizia?

Confermato Dwayne Casey con un triennale i Raptors hanno rinnovato Kyle Lowry preso dai Grizzlies (dopo l’Unoiversità a Viullanova) e poi mandato a Houston e scaricato da Houston per Dragic. E’ rinato a Toronto anche se agli inizi ha dovuto dividere la regia con Calderon e quando lo spagnolo ha ceduto a Detroit, ha dimostrato di essere lui e non Rudy Gay o Andrea Bargnani la vera star (17,9 punti, 7,4 assist) e i Raptors col tandem Lowry-DeRozan hanno vinto l’Atlantic Conference (48-34) perdendo dai Nets nei playoff.

L’ex franchigia che nel 2006 scelse n.1 Andrea Bargnani ha preso Lou Williams giocatore tattico e carismatico molto quotato degli Hawks mandando ad Atlanta l’ala John Salmons e i diritti del draft di Lucas Noguera, e mandando ai Nets il seconda scelta (n.59) Xavier Thames di San Diego State e chiamando fra i frizzi e i lazzi dei commentatori lo sconosciuto brasiliano Bruno Cabloco come prima scelta MVP del camp internazionale “Senza Frontiere” e ribattezzato “il Kevin Durant brasiliano”

Per Lowry non è stata comunicata la cifra, siamo sull’ordine di 6-8 milioni all’anno,come Avery Bradley tuttofare dei Boston confermato con un quadriennale da 32 milioni.

Per quanto riguarda ancora la franchigia che ha scelto Gentile, Morley continua a ripetere che Gentile è il benvenuto con un biennale-standard (900 mila dollari all’anno) che però al cambio della moneta è meno di quanto gli offre l’Armani (triennale da 800 mila euro) e dovrebbe fare il cambio di Harden e di Chandler Parsons che però è cedibile per preparare il pacco da offrire a LeBron.

Il nuovo coach e presidente delle operazioni dei Pistons, Stan Van Gundy, rimasto a piedi per le critiche a Orlando sulla gestione di Dwight Howard che aveva problemi alla schiena e poi fu operato, non ha fatto particolari discorsi per Gigi Datome, pensa piuttosto a rafforzare la squadra (Meeks il primo tassello), a valorizzare gli acquisti della stagione passata (Josh Smith costato 54 milioni per 4 anni) e Brandon Jennings (24 milioni di triennale per l’ex golden boy della Virtus Roma che al tempo del terremoto all’Aquila donò 50 mila euro alla popolazione colpita) e a valorizzare Spencer Dinwiddie di Colorado University preso al draft.

Scaricato Chancey Billups, acquisto semifdeludente, Van Gundy e il nuovo gm Jeff Boker (ex Rockets passato poi ad allenare il Marist College) avendo la certezza del 20enne Drummond sotto canestro, un giocatore alla Barkley, puntano a trattenere l’altro centro, Greg Monroe, cercando di pareggiare le eventuali offerte.

I Pacers hanno fatto un’offerta di 44 milioni (5 anni, 8,8 all’anno, non un cent in più tuona Larry Bird) a Lance Stephenson (richiesto da Charlotte, Lakers e Bulls, il giocatore più somigliante a LeBron). Intano hanno firmato C.J. Miles per 4 anni e 18 milioni e con gran sorpresa Damian Rudez con un triennale. Mai inserito nel draft, l’ala croata, 28 anni, 2,03, lanciato da Zrjnievac, ha giocato a Ostenda, nel Cedevita e nel Cibona, e da ultimo a Saragozza (11,2 punti, 2 rimbalzi e 2 assist di media)

Kevin Love star di Minnesota è salito sull’Aventino e rinunciando all’invito dell’All Star del Baseball, Pau Gasol tenta di lasciare i Lakers e potrebbe firmare per Houston o Miami, i Cavaliers di David Blatt firmato Kyle Irvin per 5 anni (90 milioni di dollari, 18 all’ano) sono in trattativa con Gordon Hayward, ala piccola (16,2 punti, 5,2 assist, 5,1 rimbalzi) degli Utah Jazz, nonostante la risposta data un questionario NBA sulle piazze più belle e brutte:“Cleveland è come Gotham City”.

Orlando che ha scelto Saric e poi lo ha mandato a Filadelfia ha messo sul marciapiede Jaamer Nelson, Ronnie Price, Doron Lamb e Willie Green e fatto cassa, mentre i Nets incassata l’uscita di Jason Kidds, presentato dai Bulls, hanno avuto in cambio un seconda scelta nel prossimo draft e firmato Lionel Hollis già contattato prima della scelta di affidare la squadra a PJ Carlesimo e fra i candidati anche alla panchina dei Lakers. Ma ai Nets c’è entusiasmo, la squadra del magnate russo che ha fatto fortuna coi jeans e Beyoncè e il marito rapper viene da due buone stagioni e lui conta di farne una squadra vincente, come coi Memphis con una difesa firmata (89 punti, la migliore della NBA) e la valorizzazione dei giocatori giovani nel fortunato ciclo dei Grizzlies. Ma il nuovo proprietario non gli ha perdonato il capotto nei playoff contro San Antonio.

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