Lakers eliminati in 4, significa che non ci saranno le stesse Finals della Bubble, ma l’uscita apre anche un prevedibile drama sul ritiro di LeBron: siamo pur sempre a Hollywood.

1 – MA…ZULLA? La mia opinione sul coach dei Celtics è che in città devono tutti essergli grati: ha preso il lavoro in quel momento più difficile della NBA dopo il tradimento di Udoka, e ha condotto una buona stagione. Ciò non significa sia un allenatore perfetto, in particolare quando la stagione si fa più dura. Non va tralasciato che BOS ha perso il primo posto a Est in Marzo, quando le squadre stringono i giochi e aumentano la durezza per il finale di di RS, e che ha faticato contro Harden, Embiid, Rivers (un trio che nei PO ne ha perse molte più di quante ne ha vinte: parlo di serie e gare importanti). Ora, contro il sommo Spo, i Celtics stanno naufragando mentalmente e tecnicamente. Questi Heat sono quanto di più diverso esista dagli Spurs degli anni dorati, ma guardate la distribuzione tiri di #3: Vincent-Robinson-GemelloCaleb 14-11-11 / Butler-Bam-Lowry 13-5-6. Oppure si noti il 19/35 da 3 con solo Strus a tirare sotto il 50% tra chi ha imbucato triple. Al contrario, Boston pare avere smarrito qualsiasi PianoB offensivo: sembrano tornati i tempi orribili dello sparattutto senza senso Pitiniano, con la squadra testarda a non cercare altre soluzioni. Nella serie i Celtics stanno tirando 31/106 da 3 (29.2% contro il 42/92 di MIA, 45.6%). 149 volte una squadra è andata sotto 0-3 al meglio delle 7, 149 eliminazioni, 3 hanno forzato una #7 poi perdendola.

2 – IN PIU’ E IN MENO. La quarta WCF è stata una partita solo a metà, solo dopo the half. Prima è stato lo show di James, spinto abbondantemente dai refs che hanno cialtronato 16 liberi a 6 per LAL. Nella prima metà i numeri di James erano 11/13 dal campo con 4/4 da 3; nella seconda 4/10 (ma solo 3 tiri nel 3’Q che ha capovolto la gara) con 0/2 nei tiri decisivi per pareggiarla o vincerla: per 0/2 si intenda 0 ferri, 1 air-ball e 1 palo di fianco alla tabella. Si pensi, in situazioni simili con palloni decisivi e punteggio stretto, a cosa ha fatto Jordan, e si chiuda per sempre ogni goatitudine Jamesiana, pur nel giusto onore per i 48/48 in campo. Al contrario, Jokic nel secondo half ha raddoppiato tutto (anche gli errori): da 10 a 20 pti, da 8 a 16 tiri, da 4 a 7 panieri (da 4 a 11 errori). Sempre nel decisivo 3’Q, ben 7 appoggi al ferro mancati da LAL: 3 Schroeder, 2 Hachimura (3/12 stanotte dopo averne cantato la precisione), 2 Davis, 1 LeBron.

3 – GORDON. Non era in doppia cifra, Aaron Gordon, nella serie di CF. Stanotte è esploso in 22 pti, rimanendo a secco nello score solo per recuperi e perse. Molto lavoro sporco, prima di #4, a giustificare molte indecisioni in attacco, ma davvero ha fatto in una gara quasi l’equivalente delle tre precedenti. 22 (prima in tutto 29), 6 rebs (10), 5 ass (9), 2 stoppate (2).

4 – SWEEP e CARMELO. Se anche MIA darà il 4-0 ai Celtics, saranno le prime Finals cui si giungerà tramite due spazzolate. L’ultima volta che ci si andò vicino fu nel 2015: GS lasciò una gara a HOU, ma i Cavs (di LeBron) passarono sopra in 4 agli Hawks e lì, carramba, giocava Schroeder. Infine, attimo romantico: DEN va alle Finals il giorno dopo che Carmelo Anthony ha annunciato ufficialmente il suo ritiro.