Arriva l’All Star Saturday, e tu sei lì a domandarti quanta parte abbia lo show e quanta la tecnica.
Quest’anno lo show ha prevalso, anche perché la preparazione è stata complicata da infortuni ed imprevisti. La NBA ha dunque allestito uno show quasi continuo, in cui erano forse le gare a inframmezzare l’atmosfera clubbing e il grande spazio dato ai bambini.
Lasciamo da parte il Contest chiamato “Skills”, che ha in sé le caratteristiche dell’esibizione delle foche al circo, tra tiri da infilare in un tubo e palleggi tra i birilli: diremo solo che lo ha vinto Porzingis in finale contro Gordon Hayward.
Il Three Point Contest vedeva in gara Kyrie Irving, Eric Gordon, Kemba Walker (e vi abbiamo già detto i nomi dei 3 finalisti), Klay Thompson (eliminato con 18), Wes Matthews, Nick Young, CJ McCollum e Kyle Lowry (eliminato con solo 9). Non è stata una edizione memorabile, dal momento che solo Eric Gordon ha totalizzato un 25 ed è andato costantemente oltre i 20 pti; ha avuto tuttavia un po’ di suspence quando Gordon, in finale vs Irving e Kemba, ha mancato ogni pallone dell’ultimo carrello obbligandosi ad un ulteriore spareggio contro la pg dei Cavs. Solo un turno in più, e il ragazzo da Indiana U., al momento più serio candidato al titolo di Sixth Man of the Year, ha vinto il trofeo.
Lo Slam Dunk Contest era quello più orfano di tutti, perché dei due grandi, immaginifici finalisti dello scorso anno era presente solo…..mezzo. Zach LaVine si è rotto i legamenti dieci giorni fa, ed Aaron Gordon era arruolato ma infortunato ad un piede, e si è visto. I partecipanti erano, oltre a Gordon, Glenn Robinson III, DeAndre Jordan e Derrick Jones Jr, un rookie undrafted, sf da UNLV che gioca (si fa per dire: 20 minuti in appena 7 partite disputate) per i Phoenix Suns. Erano molti a temere si potesse trattare di una gara scarsa come quella vinta da Kobe nel 1996, la più triste di sempre. Invece alcuni elementi di interesse ci sono stati. L’introduzione della tecnologia, con Gordon che ha schiacciato facendosi servire la palla da un drone (ma solo alla quarta ripetizione: il drone lascia la palla senza spingerla e questo inficia la dinamicità della schiacciata). Poi la bella prova di DAJ, che è stato eliminato al primo turno ma ha saltato sopra a una postazione da DJ con DJ annesso e ha portato bene in giro quel suo fisicone un po’ complicato da gestire in una gara del genere. Glenn Robinson ha avuto 2 volte un 50 di votazione, ed in particolare l’ultima dunk, quella della vittoria, saltando sopra tre persone per un reverse tonante, è stata davvero pregevole. Infine Derrick Jones, uno smilzo che fa pensare alla struttura ossea cava tipica degli uccelli: ha dimostrato che quel che non riesce (ancora?) a dare sul campo può offrirlo in questo contesto: è arrivato stanco in fondo e ha fallito una delle due prove della finale vs Robinson, ma tra tutti è quello che ha lasciato la migliore impressione, lasciando dire a molti: l’anno prossimo, se stanno tutti bene, tra lui, Gordon e LaVine…ne vedremo di bellissime.