Un mese di regular season: il momento giusto per un decalogo che non sarà “fans-friendly” .

 

  • Los Angeles Lakers. La sorpresa è nel vederli difendere. Sono la sola franchigia ad essere nei primi tre posti in tre differenti categorie difensive: % da 3 concessa agli avversari, % dal campo concessa e tiri totali concessi. In particolare i dati percentuali colpiscono: 30% e 40.9% è quanto gli avversari dei Lakers riescono a spremere dai propri possessi offensivi. L’impressione globale è: potenza assoluta.
  • Boston Celtics. Al momento la seconda miglior squadra NBA. Loro impressionano per l’attacco. Per esempio sono tutti Celtics i primi 5 della NBA per offensive rating nel quarto periodo. Passi per Tatum, Kemba o Brown, ma quando nella lista si trova il carneade Theis…beh, le qualità offensive di coach Stevens e dei suoi ragazzi diventano non sottovalutabili.
  • Philadelphia 76ers. I grandi malati di questo inizio di stagione, quinti ad Est dietro anche a Heat e Raptors oltre che a Celtics e Bucks. Il quintetto di giganti non funziona al meglio, e il motivo, purtroppo per la squadra e per il giocatore, è sempre lo stesso: Ben Simmons e le triple non han fatto pace. Nel basket odierno non si va avanti se la tua pg non guarda il canestro da fuori. BS, in 11 gare giocate, ha tirato 0 triple. Zero. Qualche jumper da 5 metri lo infila, ora, ma tira sempre o quasi da dentro al pitturato e tira meglio da 2 (57%) che dalla lunetta (56%), dove va pochissimo: 3 liberi/gara sono cifra ridicola per uno che potrebbe dominare, se solo aprisse la mente alle triple. Esempio: ha imparato a fiondare dall’arco anche Aron Baynes…ha imparato JaMychal Green.
  • Quanto ci manchi, Zion Williamson. La NBA è lo spettacolo sportivo più seguito al mondo, muove cifre in miliardi per quel che riguarda gli umani al seguito e in triliardi per quel che riguarda il denaro che guadagna e fa circolare. Inoltre, approssimativamente, l’85% dei migliori giocatori di basket al mondo gioca nella Associazione. Nonostante tutto questo manca l’impatto che il magnifico rookie avrebbe creato, sia sulle tavole che per i bigliettoni verdi. La data del suo ritorno, recenti parole di coach Gentry, dovrebbe essere la metà di Dicembre, per esempio il 17 vs i Nets.
  • Tempo per recuperare ne hanno, ma gli Spurs rischiano davvero di non fare i PO. Sono 11mi ad Ovest, record 5-9 e una striscia perdente aperta arrivata a 6; per la prima volta nella Era Popovich hanno saldo negativo superiore a 2 tra punti segnati e incassati. Recentemente, dopo l’espulsione di Pop in una gara vs POR, il comando è andato a Tim Duncan. La teoria delle gerarchie avrebbe voluto che la squadra passasse nelle mani di Becky Harmon: potrebbe essere il primo avviso del futuro di SA a fine stagione, a maggior ragione in caso di mancato accesso ai PO.
  • Steph: mano fratturata. Klay: recupero ancora in corso da infortunio al crociato. D’Angelo Russell: mano infortunata. Dray-G: pollice infortunato. Looney: infortunio al polpaccio. Iggy: non più in squadra. Cook: non più in squadra ma stranamente sta bene, per ora. Cousins: non più in squadra e infortunato al ginocchio, per non parlare dei problemi legali. Kevin Durant: non più in squadra e infortunato al tendine d’Achille. Non è rimasto nulla della squadra più perfetta dal 1986. Non giudicateli, non perdete le speranze: i Golden State Warriors torneranno grandi, ma dal prossimo anno.
  • Houston Rockets. L’equilibrio incredibile per ora regge. Russ e Harden non stanno divorandosi reciprocamente, anche se coach D’Antoni appena è possibile li fa giocare in units separate. Sono la terza forza ad Ovest. Certo, è molto più facile se Harden viene mandato in lunetta 14.5 volte a gara. Un po’ ridicolo, guardiamo in faccia la realtà ed ammettiamolo.
  • I Portland TrailBlazers sono penultimi ad Ovest, con solo 5 W a fronte di 10 sconfitte. Sono stati sfortunatissimi con i Lunghi: già privi di Nurkic, hanno perso per tutta la stagione anche Zach Collins. Però hanno vinto una sola gara in casa, il loro bilancio “home” è 1-4: curiosamente hanno vinto la prima tra le mura amiche quando era stato ormai svelato che Carmelo Anthony avrebbe firmato un non garantito per la franchigia dell’Oregon. Pare ci siano due posti liberi a dx e due a sx intorno alla poltroncina di Melo nel locker: gli vogliono già tutti un sacco di bene………
  • Partiti malissimo i Bucks, con due precoci sconfitte, problemi di falli costanti per Antetokounmpo, guardie in grande difficoltà e un gioco davvero orribile, che chiedeva al Greco di fare tutto, letteralmente. Giannis lo Pterodattilo aveva iniziato tirando da 3 con il 22% nelle prime 5 gare: ora, giocate 13, è già al 32%. MIL non ha quasi più perso, ed ora, bilancio 12-3, aspetta la fine del primo viaggio ad Ovest dei Celtics per ritrovarsi prima della Eastern Conference. Diesel, ma sulla via del pieno regime.
  • La stagione di Danilo Gallinari sarebbe la migliore dai primi tempi di New York, se non fosse compromessa dal giocare nel posto che al momento è la morte civile del basket: Oklahoma City. Dopo un attimo di bel fulgore con la compresenza di Durant, Westbrook, Harden, Ibaka, questo agglomerato urbano nel mezzo del nulla del Mid-West americano si sta rivelando il probabile primo errore della NBA dopo aver voluto mettere una franchigia a Vancouver, nell’espansione che portò nella Associazione anche i Raptors. Tempo per il ritorno di Seattle, o l’ingresso di Città del Messico (sotto, forse, le iniziali mentite spoglie di Albuquerque).
  • In extremo, unum. Ovvero: stanotte Simmons ha imbicato la sua prima tripla NBA. Per la seconda non dovran passare altri 3 anni, speriamo.