Seconda puntata di tutto quello che volete sapere su come seno uscite dal Draft 2018 le franchigie NBA.

 

NUGGETS – A+. Avevano iniziato come sede della CroceRossa, scegliendo i due giocatori la cui salute fisica era più in dubbio. Prima Michael Porter (schiena, bacino, articolazioni) poi Justin Jackson (spalla, cuffia dei rotatori). JJ è stato in seguito dirottato ai Magic, e oltre al potenziale steal of the Draft del millennio, a Denver sono approdati due lunghi, uno bianco che tira dal perimetro (Welsh), uno più fisico (Vanderbilt). In due potrebbero dare minuti di riposo a Jokic e/o Plumlee, dando modo al management di cercare chi voglia accollarsi Faried (Spurs?). Porter non è in dubbio per il talento, ma per la salute: fosse in grado di evoluire al suo massimo, Denver diventerebbe candidata alle prime 4 dell’Ovest.

 

SPURS – A+. Anche ad Alamo hanno avuto più o meno quel che volevano, aggiungendo al risultato il fatto che entrambe le scelte sono potenzialmente migliori del numero di chiamata. Lonnie Walker è una guardia che somiglia molto, nel gioco, a Donovan Mitchell: per riscontrarne l’efficacia si dovrà attendere il campo, ma intanto Pop si è assicurato anche un super-bravo-ragazzo, coinvolto anche se giovanissimo in plurime azioni e fondazioni per motivare e spingere allo studio i giovanissimi sia del suo luogo di nascita (Reading, Pennsylvania) che di Miami, dove ha giocato al college. L’altro, Chimezie Metu, è retrocesso nel tempo dai primi 20 del Draft fino al secondo giro, ma è una pf esplosiva da 15+7 nella passata stagione; ha risentito del coinvolgimento (per un totale di 2000 $$, pare) nel mega-scandalo reclutamento/rimborsi che ha colpito la NCAA.

 

BULLS – AA+. “Ineccepibili” ci pare la parola per le scelte dei Bulls. Le più logiche, le migliori al momento della chiamata. Wendell Carter sorprenderà nella NBA (ma forse non da subito in quintetto) e anche Hutchinson, a dispetto della assoluta necessità di mettere muscoli e in fretta, è un giocatore che saprà dire la sua: ricorda Iggy, tenetelo d’occhio.

 

NETS – B. I Nets rappresentano un quartiere che li rende una delle franchigie col pubblico più cosmopolita, con non piccola componente slava. Suonano quindi anche un po’ dettate da politiche pro-botteghino le scelte di Kurucs e Musa, Lituano e Bosniaco con molti tratti simili: per primo quello di essere entrambi estremamente sovradimensionati per il loro ruolo (sf, Kurucs spendibile anche da guardia) e di essere in possesso di grandi fondamentali. Sono da testare al livello NBA, ma potranno avvalersi del fatto che coach Atkinson, oltre ad essere metà Inglese, allena la Germania ed è grande estimatore del basket europeo.

 

MAGIC AAA. Loro hanno preso il miracolo della natura Mo Bamba, e chi lo ha lasciato passare preferendogli Jaren Jackson e Bagley secondo noi si mangerà la lingua. Nel giro di due anni Bamba sarà migliore di Embiid, scommettiamo? Per il resto: Justin Jackson (quello con la spalla problematica) se in salute sarà un’ottima addizione, mentre Melvin Frazier ci sembra carne da G-League. Quintetto? Sì: Augustin-Fournier-Ross-Gordon-Bamba.

 

ROCKETS – B. I vicecampioni dell’Ovest dovevano pensare ad altro che al Draft, in cui peraltro avevano solo una chiamata da secondo giro: hanno optato per uno dei migliori difensori rimasti a quel punto: De’Anthony Melton.

 

PACERS – A+. Ai Pacers un volto alto perché si sono assicurati un grande playmaker in Aaron Holiday: il fratellino di J’Rue e Justin sorprenderà tutti. Anche Alizè Johnson avrà molte chances di solida carriera nella NBA: parliamo di un lungo da 15+12 e quasi 3 stoppate nell’ultima stagione.

 

PISTONS – B. I Pistons sono usciti dal Draft con 2 uomini, pur avendo una sola scelta. Hanno chiamato giocatori simili: Thomas e Bowen sono guardie con tendenza a giocare sf, ruolo che nella NBA dovranno dimenticare. Sono però grosse, non temono i contatti e hanno grande predisposizione al rimbalzo (Bowen addirittura 7.1 a gara nell’ultimo anno).

 

BUCKS – A. Bledsoe e Middleton a parte, i Bucks non sono messi benissimo a guardie. Ecco che l’arrivo di Divincenzo è opportuno e positivo, anche per la sicura scossa di energia che il nuovo Bob Sura porterà.

 

PELICANS – C. Voto basso per i Pelicans, perché Tony Carr vedrà secondo noi tanta (forse solo) G-League, ma in effetti a Nola hanno molto da fare con i rinnovi e le decisioni contrattuali su tanti uomini importanti, ricordando che DMC sta guarendo dall’infortunio.