Come e perchè si sono mosse le franchigie NBA al Draft? Come ne sono uscite?

Ecco tutte le risposte che cercate, con voto. Dove pensiamo i rookies saranno in quintetto, anche un esempio del nuovo assetto.

 

SUNS – AAA. La Prima Scelta Ayton colma un buco. Fosse capace anche soltanto di camminare avrebbe già migliorato le ultime stagioni di Alex Len. Hanno aggiunto anche Mikal, il migliore dei Bridges, George King che potrebbe essere un tentativo di nuovo PJ Tucker, e il play francese Okobo, forse stash o forse no. Quintetto nuovo? Payton-Booker-Jackson-Chriss-Ayton.

 

KINGS – AA. Bagley non è il top come rapper, ma è un’ottima pf in grado di tenere il ruolo per 10 anni di NBA. Non 3 A per i Kings perché le pf, per quanto ottime, non fanno vincere gli Anelli come avveniva negli Eighties. Molto meglio avessero approfittato di Luka Doncic. Anche qui probabilmente la prima scelta direttamente in quintetto: Fox-Bogdanovic-Temple-Bagley-Koufos/Cauley-Stein.

 

HAWKS – A-. Mollare Doncic per appropriarsi di Young non è molto sensato, ma ad Atlanta hanno almeno 3 anni davanti prima di tornare vincenti, e si sono voluti coprire le spalle da eventuali smanie di emigrare da parte di Dennis-Deutscheland. Gli altri due sono tiratori di livello: Huerter in guardia e Spellman in pf sono belle chiamate. Non credo vedremo Trae subito in quintetto.

 

GRIZZLIES – AA. Al numero 4 avremmo scelto altro, ma Jaren Jackson fornisce talento in pf, e supporto a rimbalzo al povero Marc Gasol, che avrà modo di pensare ancora meno alle lotte del pitturato. Carter è una scelta ininfluente nell’immediato. Quintetto con Rookie, quindi: Conley-Evans-McLemore-Jackson-Gasol.

 

MAVS – AAA+. Posizioni diverse, ovvio, così come tante altre cose. Ma nel caso Doncic giochi (almeno inizialmente) off-the-ball, il suo coach Rick Carlisle avrà un costruttore di gioco che non agisce in pg, così come faceva un suo vecchio compagno di squadra, biondo e con il 33 sulla maglia. Luka Doncic è il Mr. Basketball dei prossimi 10 anni, e si gioverà della guida tecnica del coach ex Celtics 1986, e della presenza di un superveterano come Nowitzky per alleggerire l’impatto con la NBA. Doncic completa e corregge l’iperfisico e un po’ sopravvalutato compagno di back-court, Dennis Smith. I Mavs sono stati forse i Signori del Draft, avendo acquisito anche l’assennato nocchiero di Villanova Jalen Brunson (ma quante pg però nel roster..) e il prospetto (ma già buon rimbalzista anche da NBA) Spalding, oltre al più piccolo degli pterodattili della famiglia Antetokounmpo. I primi cinque prevedono il veterano Wes figlio di Wes come sesto uomo: Smith-Doncic-Barnes-Powell-Mejri/Spalding.

 

SIXERS – AA+. Diamo un voto alto ai Sixers, perché hanno avuto ciò che desideravano. Avevano 5 chiamate, le hanno ridotte con varie trades per avere alla fine assets futuri (non molto pregiati, ma spendibili) e 3 buoni giocatori in guardia, a basso costo. Il basso costo è fondamentale: significa ritagliare lo spazio salariale (35 MM$$) per provare ad allettare LeBron ad andare a Philadelphia, e se non sarà LBJ potrebbe essere Kawhi. Shamet, Zhaire Smith e Malik “Shake” Milton sono pg-sg-combo rispettivamente, e soprattutto i primi due (con Shamet che in un anno è passato dal 30 al 45% da 3) quasi sicuramente capaci di fare la squadra. Non il quintetto.

 

CLIPPERS – B+. Due solidi giocatori, soprattutto Shai Gilgeous-Alexander, ma nulla di eccezionale perché arrivano in ruoli nei quali i Clippers sono più che coperti. Forse con due picks consecutivi al 12 e 13 si poteva fare meglio. Ma ClipperTown è sempre uguale a se stessa, incasinata e disorientante, anche se non è del tutto tagliata fuori dall’assalto a LBJ, come dimostrato dal fatto che anche loro hanno operato molto con trades durante la DraftNight.

 

CELTICS – AA. Più che merito di Boston, demerito di chi ha passato Robert Williams sino a lasciarlo libero per la chiamata 27. Sicuro top 15, da molti dato top 10, Williams si è portato dietro recente fama di pigrizia. Un commentatore lo ha definito il “migliore del Draft nel ricevere i lob in area”. Al di là dell’acribia puntigliosa e per alcuni aspetti un po’ ridicola, significa che questo ragazzo ha più di una qualità. La principale è la capacità di stoppatore (wingspan cm 226): potenzialmente il rim-protector che manca a Boston da decenni.

 

KNICKS – AA. Fedeli alla fama e alle primissime dichiarazioni del nuovo coach Fizdale, che vuole gente che difenda e non si tiri indietro, i Knicks sono andati al primo giro con un giocatore di grande fisicità e muso duro: Kevin Knox. Per il secondo giro si sono riservati una scommessa con parecchie probabilità di esser vinta. Il numero 36 cui è sceso Mitchell Robinson deriva dal suo non aver frequentato l’anno di college, e dall’avere fama di testa dalla tranquillità non esattamente georgica, ma è un centro super-atletico cui la tecnica del Gioco non è sconosciuta. Col ritorno di Porzingis è difficile Knox veda il quintetto, ma è un ottimo giocatore.

 

THUNDER – C. OKC aveva solo una chiamata, e al secondo giro: hanno optato per una pg, per dare cambio a Westbrook evidentemente. Tra quelle disponibili in quel momento non siamo certi Hall fosse la migliore.