Completato un altro giro di partite delle Conference Semifinals: chi aveva perso ha vinto.

EASTERN CONFERENCE

Atlanta Hawks (1) – Washington Wizards (5). Gli Hawks pareggiano, ma con una certa fatica. Due infortuni erano apparsi alle cronache di gara1: quelli alle caviglie di Teague e Beal; ad avere conseguenze, invece, si è rivelato il guaio al polso di John Wall: JW fuori e gara2 aveva un indirizzo già prima che si cominciasse. La presenza di Wall in gara3, inoltre, rimane “questionable”. Dopo un inizio di stagione luccicante, a gennaio Wall aveva avuto, al termine di un match in trasferta, quello che a Bologna si definisce tecnicamente “uno svarione”; aveva saltato una partita o due dopo quell’episodio, e al ritorno il suo rendimento era leggermente calato per numeri, ma era anche diventato più utile al gioco di squadra. John Wall è la base del gioco dei Wizards, il foglio su cui gli altri scrivono, e senza di lui diventa difficile vincere una gara di Semis. Proprio per questo motivo la sconfitta non è in fondo un brutto segnale per Washington, perchè il distacco si è dilatato solo nel finale, e la gara è stata molto combattuta. Atlanta ha preso un sospiro di sollievo e un’aspirina, ma non pare guarita dal mal di Playoffs che la attanaglia. L’assenza di un go-to-guy si fa sentire in post-season, perchè ormai gli avversari hanno un po’ capito come funziona la bella macchina di Budenholzer, e hanno apparentemente deciso, in questi playoffs, di sfidare molto di più al tiro da 3 gli Hawks rispetto la stagione regolare, e di insistere nel cercare le debolezze del loro centro, Horford, che è un 5 affidabile ma non dominante, che protegge poco l’anello e gioca molto poco in 1vs1 da post basso. Se torna Wall gara3 sarà molto interessante.

Cleveland Cavs (2) – Chicago Bulls (3). Serie pareggiata dai Cavs: 1-1 e si va allo United Center. Due mesi fa l’aveva abbandonata dopo una gara in cui le aveva dato la colpa per la orrenda percentuale di tiro. Cinque giorni fa aveva detto di aver continuato senza la fascia sulla testa per risultare più “uguale” ai propri compagni. Stanotte l’ha rimessa, forse per aiutarsi anche con la scaramanzia nell’importante, assolutamente da non perdere, gara2 vs i Bulls. Quando fa così LBJ, da un lato, è abbastanza insopportabile, perchè da quello che si definisce The King, The Chosen One ecc. ci si aspetta qualcosa di meno irrritante; dall’altro lato si sa che, in lui, simili comportamenti equivalgono al massimo di carica sportiva e a prestazioni di altissimo livello. 33-8-5, con +31 di plus/minus è il fatturato di James, trascinatore dei Cavs, ancora de-Lovizzati e de-Smithizzati. Non c’è mai stata partita: 33-14, 48-27,60-39 sono solo alcuni parziali che portano alla prima metà del terzo quarto, quando i Cavs hanno alzato un po’ il piede dal gas, per lasciare i Bulls rientrare un paio di volte a -11, ma senza mai correre rischi. Chicago ha mostrato la sua faccia negativa, stavolta: quella dellepercentuali di tiro oscene, in particolare da 2, 25/57. Brutta gara di tutti, con D-Rose che in difesa è un passaggio a livello, e Pau in serata no. La serie è in bilico ora, e il fattore che la deciderà è solo uno: la % al tiro dei Bulls.

WESTERN CONFERENCE

Golden State Warriors (1) – Memphis Grizzlies (4). Serie pareggiata 1-1, con due gare ora al FedEx Forum. La Oracle Arena non veniva violata da Gennaio, e un blogger italiano aveva scritto che, per il livello di basket che vi si gioca, la OA è il posto dove lui desidera far disperdere le proprie ceneri una volta giunta la fatal ora. Ieri notte il gioco dei Guerrieri è stato molto meno preciso e scintillante del solito. 20 palloni buttati al vento (anzi: più che altro nelle mani di Tony Allen..) portano la statistica comibinata di perse-recuperate-stoppate a +2 per i Grizzlies e -11 per GS: un totale di +13 possessi a favore di Memphis; se da questo dato si tolgono i rimbalzi in più che gli Warriors hanno preso (45 a 39), si ottiene 7, il distacco finale tra le due squadre in gara2. Il basket è bello anche perchè è preciso, come dice, tra gli altri, Sergio Tavcar. A favore di Memphis ha giocato ovviamente anche il ritorno eroico di Mike Conley, con protezione in resina al volto, autore di una partita da 22 pti in 27 minuti, compresa la tripla che ha rintuzzato l’ennesimo tentativo di riavvicinamento di GS, ributtandola a -10. Warriors subito e sempre sotto, anche in doppia cifra, e disperato sforzo nel terzo e quarto periodo per rientrare: ma paerva che sui 7 punti a favore di Memphis ci fosse un muro, perchè Steph&Co non riuscivano mai a valicare quel distacco, per merito di una rubata di Allen o di una scelta cosìcosì di Green, di un’invenzione mancina di Randolph o di una tripla di Mike figlio di Mike. Ora che la serie si sposta nel Midwest bisognerà stare attenti a cosa proporrà coach Joerger al suo avversario Kerr. Il coach di Memphis è forse il meno mediatico e meno pompato dei coaches della nouvelle vague NBA, ma è uno che si è fatto le ossa nelle minors, tra veterani isterici e virgulti di eccessiva reputazione, ed è forse il migliore nel saper vincere avendo meno talento a disposizione. Il pronostico resta in California, ma..

Houston Rockets (2) – Los Angeles clippers (3). Joey l’Elmetto (al secolo Crawford) è il più anziano (diciamolo: è proprio vecchio) e discutibile ref della NBA, e quando lui arbitra spesso accadono cose buffe. Per esempio stanotte: Houston 64 liberi (avete letto bene…..), LA 32. Quando una squadra tira il doppio dei liberi dell’avversaria è lecita la curiosità sull’arbitraggio. Quando i liberi sono 64, è il timbro dell’Elmetto. Detto che i Clippers hanno prima dominato, poi balbettato e infine se la sono vista sfilare dalle mani, registriamo che i Rockets hanno pareggiato la serie, ma non si sono tirati fuori dalle secche: la sola notizia davvero positiva è la seconda gara brillante consecutiva di DH, il che non accadeva dai tempi di Orlando forse. Harden ha faticato ancora contro Matt Barnes e ha accumulato i suoi 32 dalla lunetta, come detto, e nel quarto periodo. Il calo dei Clippers è coinciso con quello di Blake Griffin: solo doppia-doppia stanotte (34-15-4) consdensata in buona parte in un primo tempo immaginifico da 26 punti in 24 minuti (ed erano 22 in 17..). DAJ ha tirato 4/6 ai liberi: ha fatto uno 0/2 all’interno dell’ultimo minuto molto dannoso, che di fatto ha negato un -3 ai Velieri, ma con queste percentuali lo hack-a-DAJ diventa molto meno praticabile dagli avversari. Si torna a LA, chissà su che aereo sale l’Elmetto.