Terzetto di seconde gare nella notte, tutte con lo stesso verdetto, le teste di serie che raddoppiano il loro vantaggio e consolidano il fattore campo. Nella giornata precedente avevamo assistito al raddoppio di Chicago sui Celtics in una situazione sempre più delicata, al pareggio dei Clippers contro dei rognosissimi Jazz, identico a quello dei Raptors contro i Bucks.
VERIZON CENTER, WASHINGTON DC. ATLANTA HAWKS 101 – WASHINGTON WIZARDS 109
La seconda gara nella capitale è dei padroni di casa, che sfruttano tutta la superiorità in fatto di talento sui più modesti Hawks. La partita sembra essere indirizzata già dal secondo periodo, in cui nessuno sembra poter tenere il ritmo di John Wall. Nella ripresa però Atlanta si ritrova, con un immenso Millsap ed un sempre più importante Taurean Prince riesce a trovare anche qualche punto di vantaggio. Le perle di questa partita le troviamo però tutte alla fine. Ad inizio quarto periodo entra, con Washington sotto di 7 punti, il giocatore da playground per eccellenza: Brandon Jennings, incostante e spesso inesistente in difesa, ma capace di miracoli quando si accende. L’ex di Virtus Roma e mezza NBA trova 6 punti e un assist in 5 possessi consecutivi, con step back e zingarate tipiche del Rucker. Agguantato il pareggio, Jennings passa di nuovo il testimone al capo Wall, che con una meraviglia in virata ed un paio di assist per Beal resiste anche alle inesattezze dei grigi. La gara sarebbe finita ben prima della tripla assassina di Bradley Beal, ma la terna capeggiata da Marc Davis regala 5 punti agli Hawks. Prima un closeout di Wall, sicuramente in ritardo, ma con un contatto su Schroeder molto lontano dal fallo costa tre liberi; poi un fallo palesemente inesistente viene fischiato, 5 secondi dopo, a favore di Millsap in penetrazione. Wall chiude con 32-5-9, Beal con 31 di cui 16 nell’ultimo quarto; dall’altra parte Scroeder ha bisognod i 21 tiri per segnarne 23 e Millsap è nettamente il migliore della Georgia coi suoi 27-10. Serie dunque ben incanalata dai favoriti dei pronostici, a cui abbiamo già detto il talento non manca. Porter non è ancora entrato al meglio in questa postseason, Beal invece è caldissimo e ben innescato da alcuni giochi di Brooks, che assomigliano sempre di più a quelli per liberare Durant ai tempi di OKC. In questo l’esperienza di un allenatore spesso, anche giustamente, criticato è fondamentale come i blocchi di Marcin Gortat. Non abbiamo mai mancato di sottolineare quanto il polacco sia una piaga in difesa, ma sulla qualità del suddetto fondamentale nessuno può avere dubbi.
TOYOTA CENTER, HOUSTON. OKLAHOMA CITY THUNDER 111 – HOUSTON ROCKETS 115
Gara due della serie dipinta da molti come Westbrook contro Harden sancisce il 2-0 per gli Houston Rockets contro Russell Westbrook. La prova di Russ-ball è senza dubbio fenomenale per la voglia, l’energia e l’impatto, ma andando a guardare il finale di questa partita troviamo il perfetto simbolo della differenza tra le due squadre. Dopo un primo tempo in cui un Russ incontenibile sembrava poterla vincere, ed un secondo in cui su Harden ho fatto fallo anche io, la partita viene decisa da due triple in fila di Beverley e Gordon. Sarebbe molto riduttivo affermare che la differenza sia tutta qui, ma per ritornare ad un confronto tra MVP, punto a punto negli ultimi minuti Harden arma la mano di due suoi compagni meglio posizionati, mentre Westbrook forza lasciando Oladipo ad aspettare il pallone con 5 metri di spazio davanti a sé. Donovan ha allungato le rotazioni per questa gara, includendo per molti più minuti McDermott, una bocca da fuoco a cui è difficile rinunciare quando devi giocare a certi ritmi, specialmente se hai determinati problemi in attacco. Tripla doppia da 51-10-13 con 43 tiri per Brodie, record assoluto in postseason, accompagnato dai 12 di Roberson mai marcato da nessun Rocket; 35-4-8 con 18/20 ai liberi per The Beard, sostenuto da un grandioso Beverley, dai 21 di Sweet Lou e dai 22 di Gordon. La serie si sposterà ora a OKC, dove una difesa come quella di oggi potrebbe costare molto di più ai Rockets, che hanno dunque tutto dalla loro parte, ma anche tutto da perdere.
ORACLE ARENA, OAKLAND. PORTLAND TRAIL BLAZERS 81 – GOLDEN STATE WARRIORS 110
Di nuovo senza KD la difesa di Golden State distrugge i Blazers, che in Gara uno avevano “sprecato” la migliore prestazione possibile dei due uomini migliori, che stanotte vengono pressoché annullati alla Oracle. Agli Warriors non serve infatti che nessuno tra splash brothers e supporting cast vada oltre i 20 punti per spuntarla. Servono invece tantissimo Draymond Green e Javale McGee: l’orso ballerino chiude con 6-12-10 ed un’altra prova difensiva da antologia, mentre Javalone con 15 punti, 7/7 dal campo e 4 stoppate. In questo primo assaggio di playoffs un giocatore come McGee si fa finalmente notare fuori da Shaqtin’ a Fool, portando energia ed agonismo dove (chiedere a Zaza) in alcuni casi manca. Curry e Thompson combinano per 35 punti con 35 tiri, segnale di qualche difficoltà, ampiamente superata dalle già nominate grandi prove difensive e da una gran partecipazione dei meno quotati Ian Clark (13), Patrick McCaw (9) e persino David West, che chiude con 8 punti in 14 minuti di antica intensità.
Riepiloghiamo dunque la situazione nella playoff picture:
EASTERN CONFERENCE
BOSTON CELTICS – CHICAGO BULLS 0-2
CLEVELAND CAVALIERS – INDIANA PACERS 2-0
WASHINGTON WIZARDS – ATLANTA HAWKS 2-0
TORONTO RAPTORS – MILWAUKEE BUCKS 1-1
WESTERN CONFERENCE
GOLDEN STATE WARRIORS – PORTLAND TRAIL BLAZERS 2-0
SAN ANTONIO SPURS – MEMPHIS GRIZZLIES 2-0
HOUSTON ROCKETS – OKLAHOMA CITY THUNDER 2-0
LOS ANGELES CLIPPERS – UTAH JAZZ 1-1