Gara1 delle Eastern Conference Finals vede continuare la Improbable Run (oltre ai soliti, nei Celtics mancherà fino alla fine anche Larkin).
La definizione ha ormai fatto strada da ESPN nel mondo, e comunque finirà questi PO dei Boston Celtics saranno ricordati con quel nome. Le nostre fonti inside the Garden ci hanno informato che un biglietto di piccionaia estrema, quei posti da cui si vedono piccolini anche i giocatori nel megaschermo, costava 450 dollari. Significa che un biglietto per un posto mediamente lontano dal campo al mercato bagarino andava sui 1500. Chi c’era stanotte, al TD Garden, avrebbe visto, oltre alla W dei Celtics, anche un video in cui erano raccolti nel primo minuto tutti i pronostici sfavorevoli dei sommi esperti U.S.A., da WOJnarosky, a Stephen A, Shaq, Barkley, Colin Cowherd eccecc (fa eccezione Jeff VanGundy); nel secondo minuto immagini da tutte le W bostoniane postagionali. Avrebbe anche visto un emozionato Walter McCarthy appostato all’imbocco del tunnell verso il locker: importante assistente per tutti gli anni di Brad Stevens, WMC ha lasciato i Celtics il 22 Marzo per accettare l’offerta da head coach del college di Evansville (Missoury Valley Conference, NCAA Div.1), sua città natale..evidentemente non ha portato con sé proprio tutto il suo cuore.
Essendo in tema, partiamo dagli allenatori per raccontare le svolte decisive della gara. Stevens lascia in panchina Baynes e mette in quintetto Gemello Marcus (21+10, 3/4 da 3), apparentemente per adeguarsi alla smallball di Lue, che riparte dalla line-up con Love centro, senza Tristan Trevor Thompson. Sapete già che siamo assai perplessi circa l’ostinazione di Lue sul volersi privare di TTT. E’ vero che il giocatore ha avuto passaggi non esattamente professionali durante l’anno, e che ha iniziato a uscire con una delle Kardashian (glamourous sisters che sono una specie di tomba dei cestisti: chiedere a Odom e Humphries): però la squadra, con lui in campo, è migliore. Dicevamo: apparentemente Stevens si adegua a Lue, ma la realtà dice che l’ingresso di Morris costringe Lue ad inseguire Stevens. MM si concede un inizio lento in difesa, ma brillante in attacco (5 punti rapidi), e appena effettuati opportuni aggiustamenti (per es: sul p’n’roll di LBJ i Celtics cambiano se James si porta verso l’esterno, e passano in terza quando va verso il centro) Cleveland smette di esistere. Da 7-4 Cavs a 29-9 Celtics con ancora 3 mins da giocare nel primo periodo: parziale di 25-2 nutrito da 9 pti di Horford (4/4 con una tripla) e 8 di Jaylen Brown. Boston terminerà il primo quarto con 36 pti e solo 2 di essi dal top-scorer dei PO, Tatum. I Celtics, come mostrato vs Phila nei confronti di Belinelli, Redick e McConnell, sono maestri nel “colpire” con il proprio attacco i bersagli giusti della difesa altrui: in questo caso parliamo di Love, JR Smith e Korver. La velocità di Morris ed Horford annulla Kevin Love, presto panchinato in favore di TTT, che, entrato sul 29-9, schiaccerà il pallone del 47-27 a metà secondo quarto: con lui in campo i Cavs hanno fatto pari a 18. Fate voi. Molti, con ragione, daranno merito a Brad Stevens per la tattica e ad Al Horford per la difesa e il talento multitasking (sarebbe il vostro centro, ma mette il 50% da 3 e serve 6 ass.), però noi diamo il MVP a Jaylen Brown (23-8-1 e una stoppata pazzesca su Love in 28 mins), entrato la scorsa stagione nella NBA senza essere capace di fare un tiro da fuori uguale all’altro ora ha una tecnica di tiro brillante, che gli permette di imbucare le triple con 6 metri di spazio (le più difficili, chi ha giocato lo sa), tanto che nei PO tira il 43% oltre l’arco (stanotte 3/5). Cleveland non è mai esistita, e anche James ha fatto più danni che roba buona. In particolare ad inizio quarto periodo. A metà terzo quarto Boston aveva raggiunto il +28, poi si era seduta e deconcentrata, lasciando rientrare le riserve dei Cavs a -14. Tornato in campo per dare il via alla definitiva rimonta, LBJ invece propiziava la nuova fuga dei Celtics (7-0 nei primi 69 secs) con 5 boiate in fila. Eccole: reboff concesso a Morris, tocco inopportuno che concede una rimessa a BOS, poi si prende a braccia basse una tripla da Smart, fa passi in attacco e commette fallo di pigrizia su Tatum. In meno di 5 mins i Celtics tornano a +28, e LBJ è richiamato in panchina per lasciare che la gara finisca lasciando spazio a tutti. Con le cifre che riesce a mettere comunque insieme (15-7-9) LBJ si salva sempre, ma i dati vagamente positivi per i Cavs emergono dalle gare di Hood (11 con 12 tiri, ma almeno ha mostrato spirito) e Thompson (8+11 in 21 mins). Prima cosa che hanno tutti pensato al suonare della sirena: Gara2 sarà differente, e questo risultato non si legge +25 ma solo 1-0.