Due serie ribaltate ed una conclusa, ecco quanto accaduto nella notte.
AMERICAN AIRLINES ARENA, MIAMI. CHARLOTTE HORNETS 90 – MIAMI HEAT 88. 3-2 HORNETS
Spoelstra dice che i playoff sono appena iniziati, vero, ma per i suoi Heat ora si mette male. Gli Charlotte Hornets vincono una partita di post-season in trasferta, e conducono una serie, per la prima volta dopo 14 anni, quando nel 2002 eliminavano i Magic in un primo turno ancora al meglio delle 5. Gara 5 è fatta di parziali, emozioni gestite più o meno bene e qualche svista arbitrale. 14-6 il primo parziale di Miami, Charlotte risponde 14-0 con quattro triple di quattro diversi tiratori e trova un buon vantaggio. A cavallo tra secondo e terzo quarto entra in scena Wade, che ne segna 10 in 5 minuti nel secondo. Dwyane chiuderà a 25 punti, mostrando tutto il repertorio: schiacciata in controtempo, eurostep, tiro da 3, ricchi premi e cotillons. Una gioia per gli occhi vederlo lanciarsi ancora con quella ferocia ed a quella velocità. Purtroppo però finito lo sprint di Flash, Miami si spegne, Charlotte prova ad approfittarne, ma Marvin Gregarione Williams è praticamente l’unico a segnare. A 25 secondi dalla fine, Courtney Lee (1-9 fino a quel momento) lancia una bomba dalla punta per il 90-88 Charlotte. Da qui in poi Derrick Stafford prende due decisioni, o meglio non decisioni, dubbie, ma a sua discolpa dubbie rimangono anche riguardando le azioni. La prima su Wade, che prende il rimbalzo su un errore di Dragic e sale insieme a Zeller, che si alza sul suo cilindro nonostante il contatto ci sia. Siamo ai playoff, e contatti del genere possono anche passare, su questo abbiamo dei dubbi ma tant’è. Subito dopo Zeller palla in mano ed ovvio fallo intenzionale degli Heat per mandarlo in lunetta, anche questo non fischiato, in questo caso non abbiamo idea del motivo.
STAPLES CENTER, LOS ANGELES. PORTLAND TRAIL BLAZERS 108 – LOS ANGELES CLIPPERS 98. 3-2 TRAIL BLAZERS
I Blazers approfittano al meglio degli infortuni di Paul e Griffin, sudando per due quarti e mezzo allo Staples. Basta guardare alle percentuali di Portland per capire come il tracollo sia avvenuto nel finale. Tra primo e secondo quarto i Clippers concedevano meno del 40%, negli ultimi due qualcosa di vicino al 60%. Lillard non segna prima del terzo quarto, e difensivamente LA tiene abbastanza fino a quel momento. Dalla tripla di Dame in poi la partita cambia completamente, Lillard prende in mano la squadra fino alla fine come abbiamo visto già molte volte, i Clippers non ne hanno più ed i Blazers passano in vantaggio nella serie. In attacco senza il braccio e la mente i padroni di casa non hanno idea di cosa fare del pallone. Troppi errori, ed in una situazione del genere non puoi permetterteli. CJ continua a giocare dei fantastici playoff, 27 anche stanotte con 9 su 18. 22 di Lillard tutti nel secondo tempo e 19 di Harkless per i Blazers. Per i 19 per Redick e 17 di Crawford, orchestrati da Austin Rivers che segna 13 e per 3 portate servite ne butta altrettante a terra.
ORACLE ARENA, OAKLAND. HOUSTON ROCKETS 81 – GOLDEN STATE WARRIORS 114. 4-1 WARRIORS
I campioni si aggiudicano la serie ed aspettano la vincente di LAC-POR, contro cui sicuramente non avranno Curry dall’inizio. Senza il capo gli Warriors si organizzano diversamente, in difesa tengono probabilmente nel modo migliore dall’inizio della post-season, e la W decisiva contro i Rockets arriva alla quinta gara. Compiti difensivi più corposi per tutti, ed offensivi affidati a Klay, che da primo violino non si comporta affatto male, 27 punti con 7 triple, assestati nei momenti adatti ed ottima personalità nel prendersi responsabilità che di solito competono al fratellone dello splash. A prendersi carico della squadra anche Dray, che chiude a 15-9-8 giocando, se possibile, più intensamente del solito. Dall’altra parte i Rockets sembravano aver già tirato in barca dal primo periodo, quando anche senza Steph è arrivata un’ondata da quasi 40 punti. A parte i 23 tiri di Harden (che producono 35 punti) davvero poco per i Rockets, che chiudono una stagione difficile ed attendono le decisioni di Howard per pianificare il futuro di una squadra, potenzialmente buona, costruita un tempo per ambizioni ben più importanti.