Primo turno, prime gare, primi passi nella corsa al sogno, quattro prime gare interessanti ma senza troppe sorprese.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. DETROIT PISTONS 101 – CLEVELAND CAVALIERS 106

Pronti via, 1-0 per i Cavs, tutto semplice? Non così tanto se si analizza la gara. LeBron (22-6-11) e compagni la portano a casa cavalcando una prestazione da lupacchiotto di Kevin Love e sudando più del previsto. I Pistons hanno tirato con percentuali difficilmente mantenibili, specialmente dall’arco (15/29) ed in campo aperto sfruttando qualche passaggio a vuoto in difesa dei padroni di casa. Detroit di cattiveria ed in perfetto stile baffo Van Gundy sarebbe anche sopra a 11’ dalla fine, ma arrivati a quel punto servirebbe esperienza per resistere, esperienza che è probabilmente la più grossa lacuna dei ragazzi di Motor City. Dopo la tripla di Reggie Bullock che sigilla il +3, i Pistons scoppiano, Love armato dall’arco segna tutto quello che deve, Harris ha paura di LeBron in transizione e finisce per essere stoppato… Da Irving. L’impressione è che entrambe le squadre potrebbero farci vedere di più nella serie, Detroit maggior concretezza, Cleveland maggiore attenzione. Si verificasse la prima ipotesi bisognerà sudare, nel secondo caso potrebbe finire molto presto. Love 28-13 finalmente coinvolto nel modo giusto ed uscito dallo stand-by, mentre Irving infila 31 punti mettendo in partita i Cavs già dal primo minuto. Per i Pistons 13-11 di bimbone che soffre la pressione nonostante non venga mai hackato seriamente, ventelli economici per Jackson e KCP, meno quello di gemello Marcus.

AMERICAN AIRLINES ARENA, MIAMI. CHARLOTTE HORNETS 91 – MIAMI HEAT 123

Il record di franchigia di punti in una gara di playoff non farebbe pensare ad una gara vinta in difesa, ma vedendo  almeno 15 possessi degli Hornets schiantarsi contro il muro di Miami si traggono conclusioni diverse. Sempre per andare contro i numeri, la gara si è giocata a ritmi bassi, gli Hornets riescono a tirare soltanto 65 volte perdendo soltanto 11 palloni. Vitale in questo primo assaggio di post-season la presenza di Joe Johnson, la cui sola esistenza sull’arco dà la possibilità agli Heat di aprire il campo e trafiggere al meglio la difesa. Senza Bosh l’asse Goran-Hassan di classicissimo stampo distrugge sia Zeller che gregarione Williams in the paint, il risultato sono 10 pizze sfornate dallo slavo per 21 punti di Whiteside conditi da 11 rimbalzi. Ad accompagnare Miami alla vittoria, come se fosse marginale, 31 punti di Luol Deng che qualche anno fa sembrava fosse nato per offrire queste prestazioni ai playoff. Tra gli smunti Hornets 24 di Batum e 19 di Walker, che rappresentano gli unici brevi lampi di una squadra apparsa in tremenda difficoltà contrariamente alle aspettative.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO. MEMPHIS GRIZZLIES 74 – SAN ANTONIO SPURS 106

Antipasto di una serie data da chiunque per priva di storia, potenzialmente unico pronostico centrato dal sottoscritto. Tra un Farmar raccattato all’ultimo ed un Vince Carter partente in quintetto, Dave Joerger non ha frecce da scagliare contro la difesa degli Spurs. Qualche ora dopo la partita Kawhi verrà riconosciuto per la seconda volta consecutiva del titolo di miglior difensore della lega, guida quella che numeriamente è la miglior difesa della storia a ventidue anni, già MVP delle finali e prima opzione offensiva di una squadra da titolo… Sfido chiunque a non esserne spaventato. Tralasciando la breve digressione sullo “hidden MVP”, che nella notte ne ha messi 20, gli Spurs guadagnano l’1-0 trovando resistenze quasi nulle, dovessero ripetersi, e temo che si ripeteranno, gare di questa intensità, gli Spurs farebbero una regular season da 86 gare.

STAPLES CENTER, LOS ANGELES. PORTLAND TRAIL BLAZERS 95 – LOS ANGELES CLIPPERS 115

Non si sono allontanati da clippertown, non hanno ancora conquistato nulla, ma la partita di stanotte mi costringe a ripensare al pronostico fatto pochi giorni fa. Un fattore non calcolato, e difficilmente calcolabile, è stato Blake Griffin, splendido stanotte in una gara da 19-12 giocata con la rabbia di chi si è perso qualcosa. L’altro fattore è il roster dei Blazers, stanotte apparso inadatto a giocare ad un certo livello, almeno in questa gara. Nella notte i Clippers controllano senza troppi problemi, CP3 si accende (28+11 assist) e Blake e DeAndre schiacciano tutto quello che trovano. Tra i Blazers il capitano Lillard ne segna 21 mentre la sua nave comincia ad imbarcare acqua, probabilmente non la abbandonerà e ci aspettiamo qualche risposta dai suoi, specialmente da CJ, che all’impatto con questi playoff è decisamente rimasto acciaccato