Tre gare stanotte, ma prima del resoconto relativo, qualche notizia.

Kenny Atkinson è il nuovo coach dei Brooklyn Nets. Assistente di Budenholzer agli Hawks con cui sta disputando i PO, Atkinson è stato discreto giocatore con decennale esperienza europea tra ’95 e ’05, con una stagione anche in Italia: Napoli ’97-’98. Un po’ d’Italia, come si usa dire, anche se in realtà potrebbe aver “rubato il posto” ad un coach italiano, Ettore Messina. Proseguiamo con le panchine: Luke Walton pare essere uno degli obbiettivi di Phil Jackson per la panca dei Knicks, ma pare anche che Luke non sia eccessivamente attratto dal lavorare col suo ex coach e con il triangolo offensivo; è in corso anche il casting per coach dei T’Wolves: in coda Joerger (Minnesota-native), Jeff Van Gundy (ex coach anche dei Knicks, attuale commentatore TNT), Tom Thibodeau (ex coach Bulls con stile da sergente di ferro, insieme adatto e del tutto inadatto ai giovani, talentuosi, del tutto sbandati Lupacchiotti). Infine: detto di un interessamento di un paio di squadre per coach Isola, fa parecchio rumore l’interesse di Washington per coach Scott Brooks: ex allenatore di OKC (decisamente NON uno dei nostri preferiti), è tuttavia molto stretto il rapporto tra lui e KD, e Durant è nativo di Washington, oltre che free-agent a fine maggio. Ed ora le gare di stanotte.

AIR CANADA CENTER, TORONTO. INDIANA PACERS 87 – TORONTO RAPTORS 98
E’ una gran fatica esser Canadesi nella NBA. Stanotte i Raptors si son presi la W, ma hanno dovuto faticare, e, soprattutto, non hanno ancora ritrovato al 100% il loro Dinamico Duo. Lowry e DeRozan hanno di nuovo interpretato una versione cestistica di Nick Manofredda, combinando per 9/31 al tiro, comprensivo di 0/7 da 3. Coach Casey nei momenti decisivi ha tenuto a sedere DeRozan, il più in difficoltà, mentre Lowry almeno si guadagnava la razione andando in lunetta senza mai sbagliare (10/10). Gli eroi sono stati Valanciunas (23+15 con 10/18, gran notte lituana nella NBA), il canadese di Alamo Joseph (16 con 6/8) e Patrick Patterson (14+6 con 5/6), oltre ad alcuni giochi difensivi molto importanti di Biyombo. Toronto non ha molto da stare tranquilla, perché deve andare a caccia di una W ad Indianapolis, ma almeno ha mostrato di saper lottare, andando contro a una storia per nulla favorevole nei PO. Indiana, forse un po’ troppo contenta della W in Gara1, è ricaduta nel solito ancestrale difetto: lasciare troppo solo Paul George (28+4). Oltre a The Revenant, infatti, solo Monta Ellis fa apparizione in doppia cifra (15-5-3 con 2rec, davvero una buona gara), e nessun Pacer ha catturato più di 5 rimbalzi (33 totali vs i 44 di Toronto). Il dato a rimbalzo porta abbastanza luce sul non eccelso approccio dei Pacers alla gara.
Serie pari: 1-1, fattore campo ribaltato in Gara1 a favore di Indiana.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. DALLAS MAVS 85 – OKC THUNDER 84
Cominciamo col dire che Kevin Durant incappa in gare da 7/33 al tiro con cadenza da fumata bianca al Vaticano, e che sarebbe bastato trasformare quel 7 in un 8 per parlare del 2-0 di OKC sui Mavs. Proseguiamo constatando che la W per i Thunder è stata distante non un canestro o un punto, ma un millesimo di secondo: quel che ha reso impossibile convalidare il tap-in finale di Steven Adams dopo un doppio errore di KD. Resta tuttavia vero che i Dallas Mavs si sono giocati alla grande le proprie esigue chances di vittoria, restando sempre aggrappati alla groppa di OKC, groppa che ogni tanto veniva scossa come un cavallo da rodeo, creando vantaggi di 7-9 punti, sempre recuperati dai Mavs per gli errori del grande KD, e per le prestazioni tutt’altro che brillanti di Russell Westbrook in difesa. Il finale di gara, gli ultimi 300 secondi, sono infatti il teatro del confronto tra Russell e Raymond (Felton), stravinto dall’ex pupillo di Mike D’Antoni; capace, da uomo più piccolo in campo, di issarsi ad una doppia-doppia ai rimbalzi (21+11). Nel finale di gara, Felton ha bucato Russell in ogni modo, con triple, and1 e canestri “normali”. OKC è la squadra con il più alto numero di gare perse in stagione dopo aver iniziato al comando il quarto periodo: 14, che stanotte son diventate 15. E’ anche la poco invidiata detentrice del record di palloni persi nell’ultimo quarto (335), e nel roster dei Thunder alloggia il No.1 nel perdere palloni nei 12’ finali: RW, appunto (72 iniziando la gara di stanotte). I Mavs, dunque, facendosi trovare a contatto al minuto 37, si sono regalati la chance di giocare su un terreno nel quale i Thunder non sono affatto irresistibili. Wes figlio di Wes Matthews ha giocato orrendamente, ma ha imbucato i suoi 6 punti nel finale, regalando all’attacco di coach Carlisle la sola vera alternativa a Felton. Bella prova di Dirkone, che negli ultimi minuti si è dedicato alla difesa, e buon contributo di intimidazione e schiacciate di Mejri (12+3 con 3 stoppate), davvero importante. Dopo Barea anche D-Will si è infortunato:ernia; non si parla di operazione, ma di trattamenti e manipolazione, vedremo quando rientrerà. OKC è vissuta dell’ondivaga precisione di Durant e della tendenza masochista di Westbrook a non gestire mai, e a star sempre col piede a tavoletta. Stanotte ha ricevuto dal piccolo (e nemmeno magrissimo, a voler esser precisi) Felton una severa lezione su argomenti che si trattano alle elementari: chi sta dal lato dei Thunder si augura che RW sia sceso dalla sua universitaria spocchia e abbia ripassato concetti che non muoiono mai.
Serie pari: 1-1, fattore campo passato ai Mavs in Gara2.

ORACLE ARENA, OAKLAND. HOUSTON ROCKETS 106 – GOLDEN STATE WARRIORS 115
Steph out, e un po’ si è visto, ma Rockets comunque sconfitti. Il punteggio è doppiamente ingannevole, perché non dice che i Rockets son stati davvero vicini a GS fino all’ultima azione del terzo periodo (gioco rotto di GS ma ugualmente finito con una tripla di Speights, per il +7), ma non rivela nemmeno che l’andamento dell’ultimo quarto sarebbe più fedelmente rappresentato dal massimo svantaggio di Houston: -16. Klay è stato esemplare, ha retto l’attacco prendendosi molte più iniziative dal palleggio rispetto a quando Steph è in campo: le sue % ne hanno un po’ risentito (8/20), ma la prodizione è stata eccellente (34) anche per la serie cospicua dalla carità (15/16), serie nata proprio dal maggior uso del palleggio del Fratello Splash. Mentre Luke Walton ha avuto il permesso di trattare con altre franchigie ma solo al termine dei PO, sull’altra panchina registriamo un’altra prestazione da punto interrogativo per Bickerstaff. Ha avuto l’intuizione giusta dando il quintetto a Motiejunas, e il Lituano, quando lasciato in campo, ha dato parecchio noia a Dray-G. Poi, però, nel quarto periodo Donatas non ha visto campo, e Houston è affondata nel modo diventato rituale quest’anno: palla sempre ad Harden. La difesa di GS ha smesso di temere spifferi che non provenissero dal punto in cui albergava la canotta della Barba, e la partita ha smesso di essere incerta. Con la nave che andava giù, Howard ha fatto in modo di fare tre falli in 150 secondi, per potersi mettere a sedere e guardare i compagni perdere.
Serie 2-0, GS mantiene il fattore campo.