Ecco le candidate all’undicesimo posto ad Est e Ovest.
EASTERN CONFERENCE #11: CHARLOTTE HORNETS. Nel contrattone offerto a Nick Batum vediamo un segnale di possible regresso per gli Hornets. Il Francese è un ottimo giocatore, ma andrà a guadagnare come Anthony Davis, e, per restare in casa, quasi il doppio di Kemba Walker, che della franchigia è il vero faro. Le scelte manageriali della formazione di proprietà di MJ non sono sempre le più limpide. Sono molto chiare le scelte sulle tavole, invece. Confermatissimo coach Clifford, che presto o tardi entrerà nell’empireo degli allenatori. Confermato ovviamente il giocatore-franchigia, Kemba, che però guadagnerà ancora per due anni meno di Batum, e meno anche di gente come Marvin Gregarione Williams e Michael Kidd-Gilchrist: nell’egotica NBA queste sono incongruenze che possono anche far saltare gli equilibri di una squadra. Inoltre, gli Hornets hanno riparato solo in parte al loro atavico difetto di essere una squadra dalle percentuali di tiro bassissime: l’arrivo del Beli in questo senso è una panacea, perché siamo certi che Belinelli, fuori dalla gabbia di matti di Sacramento, ritornerà il tiratore che è sempre stato. Globalmente, e a parte i problemi di soldi e relativo ego, gli Hornets sono una formazione solida e ottimamente allenata, ma nella Eastern di quest’anno potrebbe non essere sufficiente per agguantare i PO. I punti nelle mani non sono tantissimi, e sono responsabilità soprattutto di Kemba-Nick-Marco; si aggirerà nel locker di Charlotte anche un’entità ormai divenuta indefinibile: Roy Hibbert. Il lungo giamaicano è scivolato da spauracchio a spaventapasseri nel giro di due stagioni, e a Charlotte consumerà un anno che si chiama scommessa+incognita. Gli omoni di Charlotte formano una crew alquanto singolare, in cui il solo su cui poter sicuramente contare è Cody Zeller, il principe dei sottodimensionati, perché Kaminsky è solo al suo secondo anno, ed è, soprattutto in attacco, giocatore assai perimetrale, ..mai in ogni caso quanto Spencer Hawes, confermato ma non certo a furor di popolo; il rookie Wood, invece, è fisico ma è sostanzialmente una pf. Sessions è il cambio ideale di Kemba: fornisce solidità e tiro ma senza oscurare il titolare, e qualche positiva sorpresa potrebbe giungere, grazie alla tenacia e alla voglia di sovvertire le gerarchie, dal Gemello Harrison finora generalmente meno reputato: Aaron. PAYROLL: 99 milioni, che tra due anni, con gli attuali contratti, saranno 79. La data è importante, perché sarà quella in cui scadrà il contratto del giocatore-franchigia più sottopagato della storia: allora, se il Front Office degli Hornets avrà lavorato bene, si vedrà se Kemba Walker potrà esser riconfermato o meno; se gli avran costruito attorno un adeguato cast, gli Hornets potrebbero avere anche parola di Conference Finals. Non ora, no.
WESTERN CONFERENCE #11: LOS ANGELES LAKERS. A differenza di tanti, non vediamo poi così male i Lakers. I pensieri su cui si basa il nostro pronostico sono: Talento-Allenatore-Kobe. Il talento è concentrato soprattutto tra guardie ed ali: per una squadra che verosimilmente sfrutterà molto le triple, avere Josè Calderon come quarta guardia è un lusso non indifferente. Lo Spagnolo potrà entrare da specialista e fare molto male posizionato oltre l’arco. Posizione dove stazionerà parecchio anche Sweet Lou Williams: possibile addizione dal pino, lo immaginiamo investito comunque di molti minuti, durante i quali non avrà limiti né di numero di tiri né di range degli stessi. Detto che il quinto piccolo sarà inspiegabilmente Marcellino Huertas (se siete più di 180 cm, avete un discreto atletismo e tiro da 3, presentatevi al collocamento dei Lakers, fiduciosi), resta da dire che Clarkson e Russell formano un duo titolare molto giovane, molto talentuoso e dei cui progressi ci sentiamo sicuri, nonostante le disavventure da rotocalco da spiaggia di Russell. Lo spot di sf sarà occupato in quintetto da Luol Deng: il Sudanese, giocatore preferito di Barack Obama, farà da attivissima balia per Brandon Ingram e la starting pf Julius Randle, il quale completerà lo svezzamento nei pro: è al suo terzo anno di NBA, ma di fatto è un sophomore, essendosi infortunato alla prima gara dell’anno da rookie, completamente perso. Coach Luke Walton ha già affermato che Ingram sarà a sua volta svezzato con gradualità: non dovrà essere da subito super e trascinante. Completano il reparto Nick Young (atteso ai soliti alti-bassi, ma pur sempre utile) Nance jr (volontà e applicazione, già idolo dei fans per livello di hustle) e il Cinese: Lianlan parte con tanta curiosità e poca pressione addosso, ma sarà figura marginale. Potreste vedere anche apparizioni di Metta, a seconda di come andrà la stagione al capitolo infortuni. Il reparto dei centri vede Mozgov (utile ma iperpagato), il giovane slavo Zubac (occhio: il prossimo Jokic dovrebbe essere lui), un superveterano tra Sacre ed Auguste e il bodybuilder Black, che rischia di trovare davvero un sacco di minuti. Il coach, lo sapete, è nuovo e giovane: Luke Walton, dopo aver guidato da head coach ad interim per buona parte della stagione i Golden State Warriors al record di W in regular season, ha accettato la sfida postagli dal FO giallo viola. Siamo grandi fan del figlio di Bill. Infine, Kobe regalerà ancora una volta un “quid” ai suoi amati Lakers: stavolta con la sua assenza. Finalmente, liberi dallo spettro della presenza del Grande 8/24, i giovani ma un po’ tutto lo spogliatoio avrà modo di fallire o riuscire per proprio merito o demerito, e per uno sportivo questa non è cosa da poco. PAYROLL: 92 milioni, (9’ ad Ovest, 21’ totale). I 3 contratti più pesanti (Deng-Mozgov-Clarkson, 47 milioni totali) scadono tutti con ottimo tempismo nel 2020, quando Deng avrà circa 67 anni e Mozgov tornerà in Russia: i milioni risparmiati in linea teorica serviranno per rifirmare Clarkson (se saran confermati i suoi talenti) proprio l’anno prima che scada Ingram, il cui rinnovo dovrebbe essere a sua volta abbastanza agevole grazie allo spazio liberatosi. Ma non spingiamoci troppo oltre.