Nella notte NBA due vittorie in trasferta per Lakers e Pelicans, mentre Utah e Milwaukee si impongono nelle arene amiche.

PHILIPS ARENA, ATLANTA: L.A. LAKERS 114 – ATLANTA HAWKS 109
Nell’ultimo quarto Byron Scott forse tarda un po’ a togliere dal campo la sua second unit e i Lakers vedono sparire fino a meno 3 un vantaggio in doppia cifra. I lacustri sono anche fortunati perché il jumper da 5 metri di Horford per il meno 1 arriva con una infinitesimale frazione di secondo di ritardo sull’orologio dei 24 secondi. A quel punto mancano 6e08 alla fine, torna in campo il primo quintetto e da quel momento la palla la userà solo Kobe. Lui chiuderà con 26 punti e un numero ragionevole di tiri: 17. I compagni lo aiutano con i punti su seconda chance, dato in cui i Lakers realizzano una doppia cifra di vantaggio sugli Hawks, e stabilendo un vantaggio anche in quelli sulle palle perse degli avversari. Buona prova di squadra dunque rispetto le abitudini dei gialloviola, e nonostante il finale sforzo difensivo di Millsap e un fallo “open court” di J-Lin su Korver, che frutta ad Atlanta due liberi e la palla, Los Angeles continua, sia pure a fatica, a prendersi cura del nutrimento di Charles Barkley.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: N.Y. KNICKS 113 – MILWAUKEE BUCKS 117
Il vento dell’Europa Orientale (una parte di mondo che nel Nord degli USA attorno ai Grandi Laghi è parecchio rappresentata) aiuta i Bucks a superare i Knicks: Ilyasova realizza 20 punti quadruplicando la sua media stagionale, e il veterano georgiano Zaza Pachulia ne aggiunge 14, continuando la sua positivissima fase iniziale di stagione. Partita in cui i Bucks producono un ottimo sforzo di squadra, con 6 uomini in doppia cifra, ma lo rovinano nel secondo tempo con una quantità irragionevole di palloni buttati. I Knicks hanno il meglio dai loro innumerevoli numeri 3: Melo, Jr Smith, Iman Shumpert e Hardaway jr nel quarto finale vengono anche, per una piccola parentesi, usati tutti insieme da coach Fisher, che riesce a portare i suoi ad un solo possesso di distacco. Una palla malamente persa da Melo e la mano ferma degli uomini del Wisconsin dalla charity line respingono l’assalto finale dei Knicks.

ENERGY SOLUTIONS ARENA, SALT LAKE CITY: OKC THUNDER 81 – UTAH JAZZ 98
I resti di OKC si impegnano, e producono un rapido consistente vantaggio, ma pur restando costanti (42 pti nel primo tempo, 39 nel secondo) non possono ricavare da se stessi quello che non hanno. La conseguenza di ciò è che non riescono a resistere al progressivo ritorno di Utah, che si concretizza nella seconda metà del terzo quarto. Sotto di uno, in meno di sei minuti i Jazz arrivano alla penultima sirena sopra di 13. Gordon Hayward sorpassa, Gobert conferma (MVP del plus/minus con +23), ma sono Ingles e Burke (anche 14 rimbalzi per lui!), con una rubata ciascuno e con tre triple e due lay-ups globali a dare la spallata ai Thunder. Nei minuti decisivi della partita grande impatto anche del rookie Dante Exum, con 9pti frutto di 3 triple consecutive cui aggiunge 4 assists, in una frazione di 13 minuti di gioco. L’ultimo quarto serve solo per aggiustare qualche statistica e per dar sfogo di gioia e fiducia nella crescita della squadra ai sempre caldi tifosi dello Utah.

POWER BALANCE PAVILLION, SACRAMENTO: N.O. PELICANS 106 – SACRAMENTO KINGS 100
La sfida tra i due BigMen di Team USA, DeMarcus Cousins e Anthony Davis, si conclude a favore del centro di Sacramento per quel che riguarda la prestazione personale, ma la Grande Doppiavù viene portata a casa dal secondo, autore di una comunque ottima prestazione. Cousins gioca con un problema all’anca sinistra che non pare frenarlo più di tanto, mentre New Orleans parte con al centro Alexis Ajinca, a causa del forfait di Asik dovuto a problemi alla schiena. Sacramento guida la sfida fino a un +11 ad inizio del terzo quarto, poi si spegne la luce offensiva, tanto da mettere insieme un terzo quarto da soli 15 punti vs i 31 dei Pelicans: è questo il momento decisivo della partita. Uomo del match è il sesto uomo di New Orleans, Ryan Anderson, che porta alla causa 22pti ma soprattutto un plus/minus di 15. Considerando l’ inconveniente all’ anca i 24+17 di Cousins sono una conferma dell’ evoluzione anche mentale di questo giocatore, mentre di Anthony Davis, oltre ai 28+9, colpiscono i 41 minuti di utilizo: semplicemente imprescindibile. Per Sacramento hanno inciso molto le scarse percentuali del back court e di Rudy Gay, mentre una delle chiavi del successo dei Pelicans è nella loro capacità di esecuzione, testimoniata dalle sole 6 palle perse.