4 infarti, 1 supplementare, 4 W in trasferta, 2 prestazioni personali da veri fenomeni: non male per una notte dal numero di partite medio, sette.
Le due prestazioni fenomenali sono i 49 pti di Durant e i 54 di Harden, ma dentro quelli della Barba bisogna guardare con attenzione. In visita a Capitol City i Rockets hanno avuto anche 17 di vantaggio nel primo half. L’altro giorno vi avevo fatto notare due piccoli dati, che ripeto: nel KO vs CLE, Houston aveva sparato il 53% dei tiri totali da 3, e il 62% delle conclusioni dal campo era stato di due soli giocatori: Harden e Gordon. Perdurando la necessità di far riposare Chris Paul, il vigile urbano più pagato del mondo al momento, i Rockets hanno ripetuto più o meno la stessa distribuzione (parola ardita..): 49.5% dei tiri oltre l’arco, 57% dei tiri da parte di Harden+Gordon (36 con 52% dal campo), con Capela che stavolta, poveraccio, è riuscito ad andare al tiro in doppia cifra (14, per 8 centri e serata da 17-14-2 cin 4 stoppate). Il confronto tra HOU e WAS è stato un confronto tra le coppie di guardie, perchè anche gli Wizards hanno riposto molte frecce nel duo Wall+Beal, ma è stato vinto dai capitolini perchè loro, per quanto stentato, hanno un gioco. Col gioco e gli uomini “collaterali” hanno acchiappato il supplementare, con le stesse armi hanno dominato l’overtime. Complice anche un And1 da 4 concesso da Jeff Green ad Harden, a 3 mins dalla fine i Razzi erano +4 con inerzia tutta favorevole. Da quel momento (117-121) la gara è terminata 125 pari, e il riaggancio è avvenuto perchè coach D’antoni ha permesso accadesse quanto segue. Per 4 possessi consecutivi l’attacco di Houston è stato James Harden che palleggiava ignorando qualsiasi altra cosa (il numero di palleggi si riferisce solo a quelli una volta superata la metà campo): 20 palleggi centrali (di cui 8 tra dietro la schiena/in mezzo le gambe), tiraccio da 3, ferro; 18 palleggi centrali (5 dietro/in mezzo), palla persa; 23 palleggi centrali (9), tiraccio da 3, airball; 11 palleggi centrali, meno del solito perchè interrotti dalla palla persa. Se questo è Basket….allora è sacrosanto il successo di Washington, che resta nel limbo tra le proprie difficoltà di gioco e la chance di Playoffs sempre aperta anche per le varie sciagure che stanno commettendo quasi tutte le squadre dell’Est. John Wall 36-3-11 col 57% dal campo, Beal come la partita scorsa non esce mai: 50 mins su 53, 32 pti col 60% al tiro; -Kieff Morris ha contribuito con 22+10, Otto Porter con 14 pti ma ha segnato il primo pto a metà del quarto periodo. Houston è, certo, da giudicare con Chris Paul in campo, ma in questa stagione è stata quasi sempre inguardabile, e ovviamente non era solo e tutta colpa di Melo; dato che sono pur sempre 54, ecco le cifre di Harden: 53% dal campo, 54-8-13 e tripla doppia (la seconda dell’anno..) alle palle perse, che sono 11. Nemmeno gli Warriors in questo periodo, tra polemiche, infortuni, stanchezza da dominio, sono brillanti: ma hanno un gioco e l’orgoglio delle case dinastiche. Grandi difficoltà e grandi passivi (due volte a -18) anche stanotte, ma anche stanotte ne sono usciti con la lettera W. Alla Oracle, contro i Magic, sono state tre partite. La prima giocata tra i minuti 0-31, la seconda 31-48, infine quella tra Aaron Gordon e Kevin Durant, risoltasi a favore di KD (49-6-9, 2 rec, 2 stoppate). Al minuto 31 KD perde un pallone in attacco, Augustine fugge per il contropiede e regala l’assist a Fournier che deve solo infilare il terzo tempo: il Francese è però leeeeeeeeento, piiiiiiiigro, mooooooolle, e KD rimonta dal nulla, e gli spazza via il tiro, aprendo dal rimbalzo contro il tabellone il contropiede per Iggy. I Magic avevano appena perso la gara, e siamo quasi certi che lo sapessero anche loro, nonostante i 16 che ancor avevano di vantaggio. Sarebbe stato il +20 Magic, invece è iniziata la parte che ha sepolto Orlando, rendendo inutili le belle prove di Vucevic (30-12-6) e Terrence Ross (28 col 60% al tiro), uno che è separato dall’essere tra i migliori 30 della NBA solo dalla propria incostanza. La gara tra KD e Gordon si è chiusa 49-0, perchè il rampollo di Arizona U non ha segnato, ha tirato solo 6 volte e si è dedicato all’annullamento dell’avversario; la cosa gli era anche riuscita benino per mezzora (22 mins in campo in realtà), poi si è di nuovo infortunato alla delicatissima schiena: la sua uscita non è ovviamente di secondaria importanza nella sconfitta dei Magic. I SA Spurs (Mills 17 dal pino, Belinelli solo 3/12) hanno approfittato dell’imprecisione e inesperienza dei giovani Bulls e tornano a casa con la W da Chicago, dove ancora una volta Pop ha rischiato di perdere perchè si è rifiutato di far fallo nell’ultimo minuto di gara: buon per lui che LaVine (28-8-7 ma 6 perse) abbia messo insieme, per i Tori, l’ultimo tiro peggio organizzato della Storia. Altra W in trasferta quella di Boston a Nola: si incontravano la seconda miglior difesa (Celtics) e il secondo miglior attacco della NBA. La difesa di Boston è seconda globalmente (la media tra pti subiti reali ed efficacia per possesso) nonostante Kyrie Irving, che per lunghi minuti stanotte è stato panchinato, prima di mettersi almeno su un livello di decenza. Assente Jaylen Brown, coach Stevens ha messo in quintetto Marcus Smart (alla fine il più impiegato con 40′: 8-2-5 e tanti intangibles). La D-Fence ha avuto la meglio, anche perchè i Pelicans hanno tentato di raggiungere le 30 palle perse, ma si son fermati a 23, che sono state madri di 37 pti dei Celtics. Tre uomini a 20+ (Kyrie-Horford-Tatum) e uno a 19 (Gemello Marcus), più buoni segnali da Rozier (14 col 50% al tiro) per Boston, tanta confusione per i Pels che hanno retto fino a che Boston alternava pregi difensivi e boiate offensive, e finchè ha retto Mirotic: per l’Ispano-Montenegrino 25+5 con 6/11 da 3, e forse la sua stagione sta passando troppo sotto silenzio, perchè le sue medie sono 19+1!! La terza nave corsara è stata quella dei T’Wolves, col sacco di Cleveland (Korver 22 con 6/9 da 3) grazie a 21+10 di Towns ma soprattutto a 24-7-1 con 2 rec e 2 stoppate di Covington; la quarta quella dei Pacers a Salt Lake City, dove i Jazz privi di Mitchell hanno resistito 3 minuti, dando modo a Indy di riposare i titolare e far lanciare il primo brillìo stagionale a Dougie McDermott (21-6-2): Indiana ora è quarta nella Eastern. Charlotte è uno dei mercati più piccoli della NBA, e forse il più stagnante, ma di certo non è aiutata dagli arbitraggi: stanotte ne è uscita comunque vincente, ma un paio di fischi nel finale a totale ed irrazionale vantaggio di Milwaukee sono stati davvero ridicoli. Oltre a questo, finale pazzo anche per lo scambio di errori reciproci: per Charlotte si tratta di 3 liberi sbagliati e 3 perse in momenti importanti da coloro che dovrebbero avere le mani più precise e salde, ovvero Kemba (21-6-5 con 2 rec ma 3/12 al tiro) e Tony Parker (15-1-6); per i Bucks sono un lay-up divorato e una tripla air-ball di Connaughton, oltre a Middleton che negli ultimi 10 secs sbaglia due tiri da 3 consecutivi, cosa che capita raramente. Ora i Bucks sono un po’ più lontani dai Raptors, e gli Hornets sono settimi ad Est ma sono in credito con la….chiamiamola sorte.