Solo 4 le gare NBA della notte: da registrare la bella gara dei Lakers, quella un po’ isterica di Rose, e quella miserrima di Denver.AMWAY ARENA, ORLANDO: MILWAUKEE BUCKS 115 – ORLANDO MAGIC 100
Routinaria vittoria di Milwaukee ad Orlando. Il fatto eclatante è la disastrosa direzione presa da Tobia Harris una volta perso il quintetto. Non ci sono ragioni vere per la sua retrocessione se non l’esigenza di far giocare, a stagione ormai persa, tutti gli elementi in roster, e in particolare quell’Aaron Gordon, rookie e 4’ scelta assoluta quest’anno, sul cui futuro saremmo pronti a scommettere. Restano però sempre misteriosi certi percorsi NBA nella gestione dei giocatori, e anche le loro reazioni, a ben vedere. Serata magica dei Bucks da 3 punti (quasi il 49% nelle triple) e migliore in campo Brandon Knight (16-5-9), con segnali di risveglio da parte di John Henson (12+11). Per Orlando solite belle stats da Vucevic (17+14, ma anche 8/19 al tiro, disastroso per un lungo).

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: NY KNICKS 83 – INDIANA PACERS 102
I Knicks, che ultimamente qualcuna la vincono, resistono per la prima metà, poi si piegano ad una pioggia di triple. Se pensate che Lou Amundson (17+3), titolare fisso del fondo di qualsiasi panchina negli ultimi 4 anni, è stato il secondo miglior marcatore di NY dopo Melo (18-1-1) vi farete un quadro della situazione attuale dei Knicks. Bisogna anche ricordare che Amundson è un lungo abbastanza dinamico, e che di fronte aveva il quasi immobile Hibbert di queti tempi. Per il centro di Indiana buoni numeri (18+10), ma il giocatore dominante che per un attimo è stato pare già cosa lontana. In una nottata difficile per i due CJ’s, ci ha pensato, per i Pacers, Rodney Stuckey (22-5-3), mentre dalle parti di Indianapolis si fanno insistenti le voci su una trade che faccia partire David West.

FEDEX FORUM, MEMPHIS: DENVER NUGGETS 69 – MEMPHIS GRIZZLIES 99
Marc Gasol (10+7) trova per il suo trentesimo compleanno una gara tranquilla in regalo. Partita talmente segnata da non rendere necessari minutaggi alti per nessuno, così tutti si riposano e tutti si divertono, anche se Zach Randolph mette in opera la sua ennesima doppia-doppia (15+17). I 69 punti di stanotte somigliano molto a un fondo da cui necessariamente ripartire, per i Nuggets…ok la mira scarsa, ok il 2/26 da 3, ma da tempo la squadra è alla deriva, e, se non subito, almeno a fine anno il front office dovrà prendere serie decisioni. Per esempio: o resta il coach, o restano alcuni giocatori…insieme direi proprio di no.

STAPLES CENTER, LA: CHICAGO BULLS 118 – LA LAKERS 123
Delle percentuali non buone di Rose abbiamo già detto un paio di volte, ma prestazioni come quelle di stasera rischiano di diventare un problema per i Bulls. 7/26 non dice solo di problemi al tiro, ma di un giocatore preda della frenesia più cieca. L’attacco dei Bulls non può ridursi a “sono Derrick, datemi la palla”, anche perchè lui ancora non è tornato quello che era. Inoltre, è lampante la differenza di esito quando la palla passa almeno una volta dalle mani di Gasol (20-10-6, 8/14) rispetto a quando, in mano al Catalano, non ci arriva, e stanotte le alternative erano tre: Gasol e Butler (35-4-7, 9/17) come sempre, ma anche Noah (9-17-9, con solo 7 tiri). Dentro lo Staples Center i Bulls hanno calpestato le strade misteriose che portano una squadra a vincere convincendo contro Golden State, e due giorni dopo a faticare contro i Lakers. Chicago è sempre stata sotto, a 5 minuti dalla fine erano ancora a -9, e hanno pareggiato, tap in di Gasol su errore di Rose, solo a 11 secondi dalla sirena. Il primo supplementare era iniziato bene per i Tori, ma è stato presto reso equilibrato dalle forzature di Rose, e il vostro cronista ha colto un gesto di Pau verso D-Rose (il classico “calma, calma” fatto con le mani aperte) che dice della frustrazione in cui ogni tanto Gasol è buttato dalla secchezza offensiva dei Bulls e dalle iniziative soliste dell’uomo da Memphis U. Questi problemi offensivi, uniti alla notte magica di Clarkson (18-4-4), Ellington (23-5-3) e Jordan Hill (26+12, ha fallito il tiro della W a fine regolamentari, ma ha segnato quello del pareggio che ha portato al secondo overtime) hanno consegnato ai Lakers una W di prestigio e meritata. Dopo Ed Davis (in panca durante i supplementari a causa delle sue % ai liberi) e Hill, aggiungo Jordan Clarkson ai Lakers che potrebbero essere a LA anche nella prossima stagione.