Recap ridotto, limitato a un evento sa ricordare: che notte, per i Celtics, che stabiliscono un record e ne cancellano un altro, negativo per loro.
Boston ospite allo United Center è sempre un avversario che i Bulls tengono particolarmente a battere. Non molto coinvolti nella sfida gli starters dei Tori, che non ne imbucano una (0/12) e vanno tutti e cinque insieme in panchina con 0 fatti e 17 incassati. Le riserve faranno molto meglio, esordendo con 2/2 dalla lunetta e 4/4 dal campo: nel parziale del resto del primo quarto sarà 18-17 Boston. Poco conta parlare dei restanti minuti, perchè i Celtics non si sono mai deconcentrati, anzi hanno piazzato un quarto periodo da 40-17. Il motivo di tanta intensità agonistica? Quando sei in strada per un record , tanto vale percorrerla: quella di stanotte è la quarta gara per divario nella storia NBA, superata solo da due +58 (Kings 139 – Mavericks 81 a Sac il 3/12/92 e Nuggets 121 – Hornets 63 a Nola il 27/4/09) e dal +68 dei Cavaliers sugli Heat (148 – 80 a Cle il 14/12/91). A quanto pare, Dicembre porta aria favorevole ai blowouts. Conoscendo l”ambiente bostoniano, non sottovaluto, come motivazioni aggiuntive, altri due fatti: togliersi dalla lista delle peggiori 5 sconfitte della storia (la quinta era infatti un -52 casalingo vs i Pistons: 118 – 66 il 31 Gennaio 2003, noto soprattutto per essere il mio compleanno); stabilire la W con maggior margine della storia della franchigia. Giocare per i Celtics significa avere a che fare sempre con un sacco di Storia sulle spalle, un confronto implicito che è perso in partenza, quindi anche questi giocatori dell’edizione 18-19 di Boston avranno voluto mettere la loro impronta sulla leggenda della franchigia. Una W di largo margine che verrà celebrata in qualche maglietta, e potrebbero chiedere ispirazione all’ex studente del DAMS di Bologna ed ex ala/centro della Fortitudo Bologna: Nino Pellacani. A Boston mancavano i due centri principali, Baynes per infortunio (caviglia, tornerà a metà settimana) e Horford (riposo al ginocchio deciso durante il riscaldamento, probabilmente nulla di grave, però..), ma Theis se l’è cavata alla grande (22.10. con 1 rec e 4 stoppate) e Yabusele decentemente (anche se in difesa è l’uomo più distratto del mondo nei confronti dei pericoli dal lato debole). A Chicago gioca in quintetto da qualche tempo Ryan Arcidiacono. Niente fanfare e nessuna invocazione in Nazionale Italiana, please: non è da quintetto NBA, è solo che gioca in una franchigia in rebuilding che ha due pg infortunate e si basa su due sublimi mangiapalloni (LaVine e Parker) e una potenziale futura stella (Markkanen): serve avere qualcuno che sappia di poterla passare e basta. Arcidiacono sta migliorando, lo scorso anno era a malapena da campionato Belga (tipo: back-up pg dello Charleroi), ma ha ancora parecchia strada da fare: stanotte ha preso in faccia 10 pti in 4 mins da Terry Rozier, confermando tutti i dubbi sulla competitività a certi livelli (compreso quello internazionale) del suo fisico.