Nelle 11 partite della notte NBA non si registrano grosse sorprese, e continua, parallelo al campo, il lavoro dei vari GM dietro le scrivanie: molto attivo Danny Ainge.BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: BOSTON CELTICS 103 – INDIANA PACERS 107 (ot)
L’attività di Danny Ainge è febbrile nel liberare spazio salariale dal Cap dei Celtics, e in una sola serata ha mandato Brendan Wright a Phoenix per scelte e ha tirato Jeff Green via dal riscaldamento pre-gara perché al 99% sarà coinvolto in una trade che lo dirigerà a Memphis per Prince e una scelta. Per tradurre in soldoni le operazioni del GM dei Celtics, diremo che, se tutto si perfezionerà secondo le indicazioni filtrate, avrà lasciato andare 15 milioni di contratti per quest’anno più 9,5 del prossimo per assumersene 7,7 quest’anno. Le notizie dalle scrivanie quindi superano quelle dal campo, anche perchè questa è stata una di quelle gare NBA in cui per 36 minuti ci si trasferisce verso il quarto periodo, e poi da lì si inizia a giocare. Nei 17 minuti di gioco, quindi, abbiamo assistito alla rimonta dei Celtics, che all’intervallo erano sotto di 9 e a 69 secondi dalla fine del supplementare erano sopra 103-102, ma da lì han smesso di segnare concedendo ai Pacers i 5 punti della W. Il concetto “andare dal proprio centro” è stato messo in pratica con grande costanza da Indiana, ma Hibbert ha sbagliato 12 dei 19 tiri presi, e molto della rimonta di Boston va cercato in questi errori. D’altra parte, il giamaicano ha preso anche 11 rimbalzi e mollato 5 stoppate, 3 nel supplementare, risultando determinante per la vittoria dei suoi. I rimbalzi di Hibbert sono stati superati dal miglior rimbalzista dei Celtics: la guardia/ala, che Brad Stevens usa da play, Evan Turner, che ha preso 15 carambole, più 9 punti e 7 assists; Turner ha però sulla coscienza un 3-15 dal campo e un 3-6 ai liberi, ma in generale entrambe le squadre hanno tirato malissimo, 37% i Pacers 40% Boston.

BARCLAYS CENTER, BROOKLYN-NY: PHILADELPHIA 76ERS 90 – BROOKLYN NETS 88
Nella partita prima di quella vs i 76ers, persa contro Boston, i Nets si erano rilassati dopo un primo tempo chiuso in vantaggio. Stanotte hanno ripetuto l’operazione, ma in peggio, perché a 2 minuti dalla fine del terzo quarto erano sopra di 13. Entrambe le squadre aprono la contesa sfidandosi con il doppio centro: Noel+Sims per Phila, Lopez e Plumlee per i Nets…e se Brooklyn ai due big men accosta in pratica 3 guardie (Jack-Karasev-JJ), il quintetto dei 76ers è altissimo (piacerebbe, moltissimo, a Boscia Tanjevic) perché prevede MCW-Covington (20pti)-Mbah’a’Mouté. Ricordando la predilezione per le gare in trasferta (5 W su 6 ottenute lontano da Philadelphia) diremo che il migliore degli uomini delle Città dell’Amore Fraterno è stato per una volta l’atteso Noel (12-5-2), molto più attivo e sveglio del solito, facendosi trovare pronto alla schiacciata su assist di MCW (8-7-8) nell’azione che ha deciso la gara a 3.2 secondi dal termine. Per i Nets Plumlee ha scritto 15+15, e Jack 14+10 assists, ma, come tutti i loro compagni, anche loro han smesso di giocare prima della fine reale del match.

THE PALACE, AUBURN HILLS: ATLANTA HAWKS 106 – DETROIT PISTONS 103
Gli Hawks erano in striscia da 6, i Pistons da 7: ad essere interrotta è stata la serie di W consecutive di Detroit. Atlanta ha letteralmente umiliato i Pistons nel primo tempo, poi si è placata e ha controllato, tenendo un vantaggio di 12-14 punti fino a un paio di minuti dentro il quarto periodo, quando si è attivata, nella persona di Kentavious Caldwell-Pope, la variabile impazzita che spesso rovina le gestioni troppo tranquille. La guardia dei Pistons ha tirato 16 volte da 3, e tutti i suoi 4 centri sono stati realizzati nel 4’ quarto, compreso un gioco da 4 punti. Il rush dei Pistons ha azzerato la tranquillità degli Hawks, che si sono dovuti ri-abituare ad una gara che credevano chiusa. Impresa difficile anche per una formazione solida come loro, e infatti i Pistons hanno avuto la palla per pareggiare, sempre con KCP, ma l’hanno fallita proprio sulla sirena finale. Per Atlanta migliore in campo Horford (19-16-4) ben spalleggiato dal solito, ormai, Teague (14+11 ass.), mentre a Detroit il nostro consueto bersaglio, in quanto “nemico di Datome”, Kyle Singler, ha giocato molto bene:16-6-5; belli anche i 15pti dell’acquisizione recente da Phoenix, Tolliver.

SMOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS: MEMPHIS GRIZZLIES 95 – NO PELICANS 106
Rientra Zach Randolph (11+11), e al contrario di quanto avviene ai Celtics, Tayshaun Prince (6-3-2) viene schierato pur in odore di trade, così che i Grizzlies per la prima volta dopo parecchio tempo sono al completo. La cosa non porta benefici, perché la forma non è delle migliori, e il trio delle meraviglie dei Pelicans sfoggia una contemporanea grande prestazione, con l’aggiunta di quella altrettanto buona di Ryan Anderson. Tyreke Evans 21-10-5 è il nostro MVP di nottata, ma vorremmo puntare il riflettore sulla partenza in quintetto di Dante Cunningham, assurto allo starting5 dopo una serie di belle gare dal pino: tira malissimo e segna 0, ma la sua difesa è tanta, e la sua produzione dice anche 7 rimbalzi e 3 stoppate. Che quello di Memphis ultimamente sia un calo imprevisto o una questione di richiamo della preparazione fisica, le rotazioni abbastanza vorticose di coach Joerger dicono della ricerca, non riuscita, di un quintetto produttivo: a Memphis hanno giocato in 11, 3 in doppia cifra e ben 4 a 9 punti; in questo caso tanta distribuzione è sintomo non di gioco di squadra ma di difficoltà nel trovare continuità all’interno della gara.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC: UTAH JAZZ 94 – OKC THUNDER 99
I Thunder hanno dovuto rincorrere e sono riusciti a superare i Jazz solo nel finale, riprendendo il percorso di vittorie che li dovrà portare ai playoffs nonostante la partenza ad handicap dettata dagli infortuni di KD, soprattutto, e Westbrook. La resistenza di Utah è stata imperniata su tre uomini, Burke-Hayward-Favors, che hanno combinato per 69-20-10, ben oltre il 70% della produzione della squadra. Dall’altra parte le responsabilità sono state solo lievemente più distribuite, grazie all’apporto di Waiters dalla panchina (15 con 4 recuperi), ma c’è stato bisogno lo stesso di un KD da 32 punti e di Westbrook a 25+12 ass., un impatto, il suo, sempre ridotto dal numero di palle perse, oggi leggermente inferiore al solito (3) e pareggiato dai recuperi.

VERIZON CENTER, WASHINGTON: CHICAGO BULLS 86 – WASHINGTON WIZARDS 102
Continua il momentaccio offensivo dei Bulls, che, con percentuali dal campo ben inferiori al 40%, si stampano in trasferta contro la ordinata orchestra diretta Wittman, in cui spiccano le partite di Wall (16-4-12), Gortat (21+13), Hilario (15+11), senza dimenticare i 17 di Beal o i 13 di Rasual Butler. Proprio il veterano ex Pacers ha rintuzzato il tentativo di rientro dei Bulls nel secondo tempo, realizzando una tripla dall’angolo che dava di nuovo 10 punti di margine ai Wizards. La doppia-doppia di Pau 12+13, i 19 di D-Rose (ma sempre tirando malino) e il 4/7 da 3 di Brooks sono state le uniche luci della partita dei Bulls, nei quali Jimmy Butler sta tirando il fiato (2/12 al tiro) e Noah comincia ad essere più un peso in attacco che un fattore in difesa (3+10).

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: MINNESOTA T’WOLVES 84 – MILWAUKEE BUCKS 98
Milwaukee regala ai Timberwolves il primo quarto, poi i Lupi le prenderanno sonoramente dai Cerbiatti…miracoli della NBA. Kenyon Martin (6pti, 3/3 al tiro) fa il suo debutto stagionale coi Bucks, e tutti gli undici uomini con lo status di active scendono in campo per coach Kidd, che allena una delle squadre più colpite dagli infortuni. Minnesota giunge alla 14’ sconfitta in fila, e alla 6’ in fila con 20 o più punti di Wiggins (20-7-5, 2 recuperi e nessuna persa, ma un brutto 6/17 al tiro). La competizione per vincerne il meno possibile e accedere con molte palline favorevoli alla Lottery del prossimo Draft è serrata, ma Minnie si sta disimpegnando abbastanza…”bene”. Coach Saunders ha deciso di tenere in panca per tutta la partita (Dissapori? Infortunio? Trade in vista?…non è dato sapere al momento) il suo unico vero play, Mo Williams, e spesso ha giocato senza nessuna pg di ruolo in campo, rendendo ancor più selvaggio il comportamento del suo giovane roster. Entrambi gli allenatori hanno usato questo match senza storia per esperimenti e riposi, così che a parte la Prima Scelta Assoluta dell’ultimo Draft nessuno ha avuto modo di spiccare in modo particolare, ma per i Bucks noi scegliamo di eleggere MVP la recente, per quanto esitante e con l’assoluta necessità di ulteriori conferme, versione “restaurata” di OJ Mayo, che si è esibito in 12 punti con un 4/4 da 3, più 3 rimbalzi e 4 assists.

AT&T CENTER, SAN ANTONIO: PHOENIX SUNS 95 – SA SPURS 100
Gli Spurs sono al centro di una stagione molto particolare: un anno in più a tutti i loro protagonisti, il migliore dei nuovi eroi fuori a tempo indeterminato, back-to-back perdente di un triplo supplementare, peggior partenza dal 2009-10. La W di stanotte contro i Suns ci fa sapere che sono ancora vivi. Hanno guidato con agio la partita per poi, come anche contro i Pistons, metterla a repentaglio nel finale. Stavolta hanno evitato di buttarla completamente, ma ci sono andati vicini. Ultimo quarto di paura nonostante i 14 punti di Mills e un paio di incursioni molto importanti di Joseph, con Phoenix che aveva 19 sia da Tucker che da Bledsoe, ma non riusciva a mettere il naso avanti.

SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO: DENVER NUGGETS 118 – SACRAMENTO KINGS 108
Dal licenziamento di Mike Malone in poi i Kings non hanno mai smesso di cadere, rendendo gravi gli interrogativi sulla mossa della dirigenza nei confronti dell’allenatore figlio d’arte. Sia i Nuggets che i i Kings hanno nulle speranze di playoffs, e sono per diversi motivi deluse dall’andamento della stagione: Sacramento perché aveva accarezzato inaspettati sogni di grandezza, Denver perchè sta toccando fondali di classifica non pronosticati all’inizio. I due nuovi omoni di Denver hanno messo a libro insieme 32+12 con 4 stoppate, DMC da solo 32+13, con 4 stoppate: alla fine sono dati che dicono come Hickson e Nurkic abbiano retto l’impatto del miglior centro della NBA, e come a Sacramento si stia dilapidando un patrimonio di talento non indifferente. Altri eroi di nottata? Per i Kings Nik Stauskas mette finalmente insieme buone percentuali dal campo, e per Denver soliti 22 con 8 ass. per Lawson e doppia-doppia per Faried (12+13).

ORACLE ARENA, OAKLAND: CLEVELAND CAVS 94 – GS WARRIORS 112
Al 18’ punti in contropiede 18 a 0 per Golden State…al 32’ sono 30 a 0 e nel medesimo momento i canestri assistiti per gli Warriors sono 21 su 28, gli ultimi 14 consecutivi. Nonostante dati del genere, i Cavs sono rimasti a lungo in partita, e hanno mollato solo nel finale. Privi di LBJ, Marion, Shumpert la loro prova contro i primi della classe è stata buona, ma è finita un pelo in anticipo, purtroppo. Non giovano le insicurezze sul destino di coach Blatt, che è difeso ma non con ferrea convinzione dalla società e che non è al centro del favore assoluto di James. In questo panorama, ogni sforzo risulta meno efficace, e stanotte si è vista una formazione un po’ impaurita e solo a tratti conscia del valore che uomini come Irving (23-6-5), Love(17+14), JR Smith (27-5-1, migliore tra i Cavs, ma non è uno che possa fare percorso netto: qualche boiata la combina sempre) possono esprimere. Non eccezionale ma nemmeno da buttare il nuovo arrivato Mozgov (9+8). Con i suoi che giocano in quel modo divino, nessun uomo è più rilassato di coach Kerr, che si esibisce in TO col sorriso, tanto in campo gli Splash Brothers (47pti in due, Klay ha anche sparso sangue in campo su un gomito involontario di JR Smith) difficilmente perdono un colpo, lo stesso dicasi per Green (10-11-8), e poi è pure tornato a sorpresa in campo Bogut che ha preso 4 rimbalzi, segnato 5 punti e soprattutto smazzato 3 assists uno più bello dell’altro, sperando riesca a fare più di una ventina di gare consecutive senza che gli capiti qualcosa.

STAPLES CENTER, LA: ORLANDO MAGIC 84 – LA LAKERS 101
Turno di riposo per Kobe. Ottima scelta vista la debolissima resistenza opposta dai Magic, che dopo pochi minuti sono già quasi doppiati: 19-10. In una gara in cui entrambe le squadre tirano con il 40%, lo spettacolo si è fatto attendere e poi ha detto che non sarebbe venuto, lasciando in campo soprattutto la sostanza di Ed Davis (10+10), Boozer (12+14) e Tarik Black (14+9 con 4/4 dal campo e 6/7 ai liberi), il rookie pf tagliato dai Rockets per far spazio a Josh Smith e prontamente firmato da Mitch Kupchak. Nei Magic Vucevic finisce sempre in doppia-doppia: 14+11 anche stanotte.