Non ci sono dubbi: questo E’ il più alto livello del basket al mondo. Questa è la NBA.

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. MIAMI HEAT 84 – CLEVELAND CAVS 104
Chiedi chi era….Elvin Hayes. Attualmente è un ufficiale di Polizia in pensione e l’uomo superato stanotte da LBJ come nono marcatore NBA ogni epoca. Negli anni ruggenti, invece, era quello che Aldo Giordani chiamava un Satanasso. Un signor giocatore che oltre ad essere ora decimo scorer di sempre, è anche il quarto rimbalzista della storia, preceduto da Chamberlain, Russell, Jabbar….tre tipini che possono far pensare alla natura divina dell’essere umano. Ne parleremo, di EH, più diffusamente in uno speciale che gli dedicheremo, a beneficio dei più giovani ma anche dei nostalgici. Tornando alla gara di stanotte, il punteggio non lascia dubbi: da metà secondo quarto dominio totale dei Cavs, per l’occasione in maglia celebrativa degli anni ’80, quelli di Mark Price-Brad Daugherty-Ron Harper-Craig Ehlo. Bisogna anche ricordare, a discolpa degli Heat, che gli mancavano parecchi giocatori: Josh Richardson-Haslem-Babbit-Johnson-Winslow. Love 28+15, LBJ 27-8-8 e il sorpasso su EH che lo sancisce come più giovane di sempre ad agguantare quel posto (and counting..), Kyrie 23 con poco sudore. Cleveland ha ovviato all’infortunio al ginocchio di JR Reid promuovendo in quintetto Deandre Liggins, un 28enne con relativa fortuna NBA che è diventato la sorpresa estiva nel roster di coach Lue: tanto impegno e nessun danno, anzi 2 rec e 3 stoppate per questo prodotto non tanto luccicante di Kentucky U. E Miami? Promuoviamo Goran (15-3-4) e Willie Reed, centro rookie da St. Louis, capace di doppia-doppia a 10+11.

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. HOUSTON ROCKETS 102 – OKC THUNDER 99
Continuiamo a pensare che il basket sia leggermente diverso dallo sport chiamato Russ-Ball, ma come non entusiasmarsi davanti agli show di Westbrook? Un altro retro-pensiero poco grato è che nel prossimo futuro la franchigia di OKC dovrà muoversi bene sul mercato per garantire un miglior contorno a Russell, in ottica Titolo. Visto quanto gli piace giocare a Russ-Ball, però, …saprà RW fare uno step-back personale per provare a vincere davvero? Stanotte la gara è stata sempre molto equilibrata, tanto che, sul 100-99 Houston, per ben 4 volte (ma secs sempre più vicini allo zero) i Thunder hanno avuto la palla per vincere. Errore di Oladipo, errore di RW, di nuovo errore (air ball) da 3 di Westbrook e preghiera finale mal recitata da Morrow. Intanto, per Houston, il sorpasso era stato firmato da Ryan Anderson su reboff dopo piccione hardeniano. LaBarba ha sfiorato la tripla doppia con 21-9-12, ma 6/23 al tiro, e molto opportuno, con sollievo di Mike D’antoni (che si è preso un bump di festa da parte di Beverley così forte da farlo rimbalzare tre metri indietro), è stato l’apporto fornito non solo da Anderson (14+8), ma anche da Eric Gordon (17 con 3/6 da 3), resuscitato a vita cestistica nel ruolo di vice-Barba. A proposito di triple-doppie..27-10-10 è quella di Westbrook, ma ancora più importante è che sia la settima in fila, rendendo leggenda questo giocatore fatto per polverizzare records. A tiro, occhio e croce, anche quello dei turnovers in singola stagione: stanotte son state 8. Ad aiutare RW è arrivato il career high in punti del Neozelandese: 24+10.

TD GARDEN, BOSTON. TORONTO RAPTORS 101 – BOSTON CELTICS 94
Scontro di vertice della serata tra la seconda e la terza forza della Eastern: primo tempo a favore di Boston, ma, come spesso quest’anno, terzo quarto fatale ai biancoverdi. Nel momento in cui toccano la doppia cifra di vantaggio, i Celtics spariscono dal campo, e in 8:35 di gioco imbucano la miseria di 8 punti, concedendo ai Raptors rimonta, aggancio, sorpasso e fazzolettino sventolato. In coincidenza della rimonta una tripla and1 per il Subcomandante Lowry (34-7-2) e due magie in reverse con effetto sul vetro di DeRozan (24-5-2), che ha perso da un po’ lo scettro di top-scorer stagionale, ma mantiene la poesia del suo gioco old-style (25 tiri, una sola tripla). I Celtics erano privi di IT4, e certo non è sottrazione di poco conto, ma hanno dimostrato una volta di più di aver bisogno di un centro rimbalzista e stoppatore, e di un realizzatore che sappia venire dal pino: l’esperimento Gerald Green non sembra riuscito, e allora tornano di moda altri nomi, tipo Joe Johnson. Ma Boston è letteralmente dentro ad ogni singolo rumor su ogni singola trade in questo momento.

Nelle altre gare registriamo due passeggiatone: i Pistons sui T’Wolves (Bimbone Drummond a 22+22) e gli Hornets sui Magic (Belinelli 7-3-1 in 21’). Due sorprese: Atlanta corsara a Milwaukee con una grande prova di Dennis-Deutscheland (33-3-4) ma game-winner imbucato dall’improbabile Tim Hardaway jr (18-4-4, 2/8 da 3 prima della tripla decisiva..) mentre Jabari Parker starreggia (27-4-4 con 3 rec) in una serata opaca dello Pterodattilo; altra sorpresa Phoenix corsara a casa dei Lakers, con Bledsoe 34-4-9 per rendere inutili i 35-5-2 di Lou Williams. Guardando al nome dei vincitori anche la prossima gara potrebbe esser registrata come sorpresa, ma preferiamo guardare chi ha perso per definirla “débacle”: Indiana perde vs i Mavs, e la cosa pegguiore è l’atteggiamento di Paul George, che non fa mancare numeri, ma manca di passione, aumentando le voci, pur al momento di improbabile concretizzazione, su una trade che lo coinvolga e lo allontani da Indianapolis e coach McMillian. Indiana perde nonostante il 6/9 da 3 per CJ Miles, ma Harrison Barnes regala ai Mavs 25-8-2, Wes figlio di Wes lo affianca con 26-4-3: la W numero 5 è assicurata. Come spesso in questo inizio di stagione, Sacramento lotta ma non stringe, e perde in casa (il bellissimo Golden1 center) vs i Knicks. DMC 28-12-6, mentre per NY il propellente sono i 33-7-4 di Melo e i 17+10 dell’Unicorno Lettone, e non fanno sentire l’assenza (schiena) di D-Rose. Ora i Knicks sono quinti ad Est: stesso numero di sconfitte di Bulls, Celtics e Bucks, e una sola più degli Hornets.