Torna la NBA dopo la pausa di ASg e trade deadline, torna il recap di Baskettiamo. Era una giornata importante perchè segnava il debutto delle Twin Towers in salsa bayou, e perchè tornavano a giocare gli uomini del Laboratorio della Bay Area: se a Nola dovranno probabilmente aspettare un po’ per avere buoni risultati, dalle parti del Golden Gate ogni gara è indice di qualcosa di nuovo, di un miglioramento apportato a una macchina da basket che ha del miracoloso.
Ma ecco le 6 gare della notte.
AMWAY ARENA, ORLANDO. PORTLAND TRAILBLAZERS 112 – ORLANDO MAGIC 103.
I Pelicans hanno messo a segno il colpo-DMC, i Nuggets e i Kings sono in questo momento davanti e anche i Mavs non sono fuori dalla lotta…MA i Blazers hanno detto chiaramente che loro ci sono per la corsa al posto 8 della PO Picture dell’Ovest. Hanno battuto fuori casa ed in rimonta i Magic, che invece ai PO della Eastern Conference hanno rinunciato da parecchio. Orlando era sopra di 18 a 18’ dalla fine, e quando i minuti mancanti alla sirena erano diventati la metà il loro vantaggio era ancora di 11. Conti fatti senza la morbidezza difensiva dei ragazzi della Florida, e senza la voglia di vincere di D-Lill (33-5-2), che ha infilato le triple del primo +4 e, dopo la replica da 2pti degli avversari, del +5, consolidando insomma il doppio possesso di vantaggio poi dilatatosi a 9. Aggiungete un piccolo aiuto, insolito, da parte di Shabazz Napier, che non è il campione che tanti (LBJ compreso) avevano improvvidamente pronosticato, ma a volte è capace di 10-7-6 con 2 rec e 2 triple nel momento-chiave. A Orlando non basta il ritorno di Fournier (20 ma con 17 tiri). Esordio non dei più brillanti per l’ex-Raptor T-Ross: 13+5 con 4/17 al tiro: da subito si è preso il secondo spot della squadra per numero di tiri tentati, insieme al Francese.
THE PALACE, AUBURN HILLS. CHARLOTTE HORNETS 108 – DETROIT PISTONS 114
Un giocatore sta scalando posizioni nel ranking dei migliori dalla NBA: parliamo di KCP, Kentavious Caldwell-Pope (33-9-3 stanotte), guardia dei Pistons. Buon triplista e ottimo difensore, sta alzando qualità e volumi del proprio gioco: mantiene la qualità difensiva diventando grande triplista, aggiungendoci 1 vs 1 e capacità di imbucare i tiri importanti. Quello che non è riuscito al Beli (4+8 con 0/3 da 3), che ha fallito, sul 100 pari agguantato da KCP con tripla (ma perso ignobilmente da una difesa orribile di Batum), la bomba della W. Supplemetare, quindi, e successo dei Pistons senza patemi nei 5’ aggiuntivi. E dire che i ragazzi stipendiati da MJ erano stati in solida doppia cifra di vantaggio anche nel quarto periodo: prima, però, che il rush di Detroit li punisse. I Pistons sono stati guidati da un grandioso Ish Smith (5-6-16): il nostro mirtillo conferma che la squadra gioca molto meglio con lui alla bacchetta di direttore invece del presuntuosetto e sopravvalutato Reggie Jackson (non a caso offerto in prossimità della trade deadline ma senza ammiratori che si facessero avanti alle condizioni chieste da Detroit). Reggie Jackson ha -14 di plus/minus, Ish ha +20, e ha giocato lui nella rimonta e nella W. Un altro che forse i Pistons potevano lasciar partire è, incredibile dictu, Bimbone Drummond, ma di questo troverete notizia nello speciale sulla trade deadline dedicato a quello che NON è successo. Ora gli Hornets sono rovinosamente lontani (tre gare e mezzo quando ne mancano 25 alla fine) dai PO, e soprattutto sono in una striscia negativa pesantissima: ne hanno vinte solo 4 delle ultime 21, dopo esser stati vicinissimi al quarto posto di Conference. Inutile il grande Kemba: 34-7-6 con 2 rec e nessuna persa.
SMOOTHIE KING CENTER, NO. HOUSTON ROCKETS 129 – NO PELICANS 99
Era la gara più attesa: il debutto delle Twin Towers di Nola, e a margine anche quello di Sweet Lou Williams nei Rockets. Il risultato: un disastro per Nola. Il verdetto: la chimica di squadra è tutta da creare e quella tra i due grandi ex Kentucky Wildcats anche. Però il trentello passivo è maturato dal minuto 22 in poi, quando Houston ha piazzato un 16-6 in meno di 3’ per chiudere la prima metà che ha di fatto ucciso la gara, fino ad allora equilibrata (Pelicans a rincorrere di 2-4 pti). Le note positive sono nei numeri: Davis 29-9-1 in 33’ con 2 rec, 2 stoppate, 3 perse; DMC 27-14-5 in 35’ con 5 rec, 4 stoppate, 1 persa. I due schierati in quintetto fin da subito. Quello che amnca ai Pelicans è un po’ di sangue freddo davanti alle pressioni che da ora in poi avranno addosso (Holiday 7 perse, quasi tutte da minibasket)e un reparto ali adeguato (da trovare in estate ovviamente). Il talento potrebbe bastare per agguantare i PO, anche se Denver e Blazer sono avanti e favoriti. Houston, invece, ha ucciso la gara con il break ricordato, e da lì in poi ha giocherellato. I Rockets hanno tiratori che sono ottimi nelle gare difficili, figurarsi con che serenità hanno sparato nel terzo e quarto periodo: Ariza (9, 3/8 da 3), Gordon (19, 4/14), Williams (27, 7/11 in 25’), Anderson (17, 3/6) hanno sparato e imbucato da ovunque, rendendo innocua la brutta gara di Harden (13-4-14). Nota stonata: Beverley e Nenè sono ormai molto oltre al limite del gioco duro, sono puro bullismo e provocazione.
QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. NY KNICKS 104 – CLEVELAND CAVS 119
Porzingis si fa male alla caviglia, non rientra, e NY già in affanno, molla del tutto. L’infortunio è di lieve entità, così come lieve è stata la gara dei Knicks. Zero problemi per i Cavs, che hanno una tripla doppia da LBJ (18-13-15) e gare confortanti dai primi sostituti di Kevin Love (Frye 14+4, Williams firmato definitivamente dopo due decadali 10-2-1). Grande partita di KK: 20 con 6/10 da 3.
ORACLE ARENA, OAKLAND. LA CLIPPERS 113 – GS WARRIORS 123
Prima di spendervi in ironia su ClipperTown, sappiatelo: i ragazzi di Doc son stati avanti parecchio e anche in doppia cifra. Hanno costretto GS a uno dei loro minimi punteggi nella prima metà: 49. I Clippers, insomma, hanno fatto arrabbiare gli Warriors. Che infatti ne hanno schiaffati dentro 50 in metà della metà del tempo rimasto. 50-26 il punteggio del terzo quarto, e tutti a nanna. Regno, questo terzo periodo, di KD (25-15-7) e Steph (35-7-5 con 6/10 da 3), che ha rispolverato l’arsenale dei miracoli e si è lanciato nello shimmy-shake dei giorni di grazia. Uno dei plus portato da KD alla squadra? E’ una cosa che né Steph né Klay, non Iggy e nemmeno coach Kerr hanno nella loro armeria: la capacità di tenere buono fisicamente Dray-G. Green anche stanotte stava per lasciare andare l’embolo contro gli arbitri, ma la sua sagoma è stata coperta, allontanata, fatta completamente tacere da quella di Durant. I Clippers hanno giocato ancora senza CP3, aumentando il numero davvero enorme di gare stagionali in cui han dovuto fare a meno di uno dei loro Big3. Con il roster al completo, i Velieri sono una squadra da temere, e lo sanno tutti, ai PO. Stanotte, anche dopo aver preso il parziale che ha steso la gara, Blake, DAJ (17-11-3 e udite-udite: 5/8 ai liberi!!) e compagni hanno continuato a lottare, cedendo, alla fine con uno scarto e una prestazione onorevolissimi.
GOLDEN1 CENTER, SACRAMENTO. DENVER NUGGETS 100 – SACRAMENTO KINGS 116
Steve Joerger: ricordate sempre questo nome e non pensate di metterlo oltre il terzo posto nella classifica dei migliori allenatori NBA, perchè fareste una figuraccia. Privato di DMC; il roster dei Kings si è enormente indebolito, ma ha guadagnato in freschezza e serenità. Questa simpatica banda di scappati di casa è il terreno ideale per coach Joerger, cresciuto per anni in ogni MinorLeague che sia esistita in USA. Stanotte, contro Denver, i Kings avevano davanti una gara importante. Era la prima senza DMC, ed era uno scontro diretto per l’accesso ai PO: i Nuggets infatti erano e sono ancora ottavi, ma ora Sacramento li tallona a sola mezza gara di distanza. W di squadra e flop, per Denver, altrettanto di squadra. Ci sarebbero molti da elogare nei Kings e nessuno da segnalare nei Nuggets, ma estraiamo lo stesso la prova di Willie Cauley Stein (non è partito in quintetto ma è lui il vero sostituto di DMC) a 29+10 in 35’ e il 6/10 al tiro del neo arrivato Hield; per Denver il meno peggio è stato Gary Harris (23 ma con 19 tiri) mentre le stats del Gallo non sono nemmeno male (15-6-4 con 5/9 al tiro in 30’), ma l’impressione generale sulla sua mobilità è tutt’altro che buona.