Monday night di sole 3 gare, in campo le migliori dell’Ovest che si confermano insieme a una delle aspiranti grandi dell’Est.
BARCLAYS CENTER, BROOKLYN NY. SAN ANTONIO SPURS 106 – BROOKLYN NETS 79
Brooklyn Nets annientati dagli Spurs, che continuano a volare insieme agli Warriors con un ruolino di marcia tutto loro. Nei primi 2 quarti la gara assomiglia anche ad un qualcosa di equilibrato, con i Nets che si aggrappano alle forti braccia di Brook Lopez (18), e riescono a difendere quasi decentemente mettendola sui muscoli. Dopo tante botte i padroni di casa non tengono più, e nella ripresa gli Spurs dilagano. LMA, sontuoso nel dividersi il pitturato con Lopez, chiude a 25-11 e trascina senza troppa fatica i suoi. I vecchietti riposano per più di metà gara, nessuno sopra i 30 minuti, nemmeno Kawhi e Aldridge, grazie a coach Popovich impariamo qualcosa anche sulla gestione delle rotazioni. Leonard a referto con 17, accompagnato in doppia cifra da Diaw (11) e finalmente il gigante Marjanovic (13). Per i Nets 16 di Joe Johnson e 7 di puro garbage del mago, da rivedere l’idea di voler iniziare un nuovo corso cambiando allenatore quando stanno arrivando gli Speroni.
UNITED CENTER, CHICAGO. WASHINGTON WIZARDS 114 – CHICAGO BULLS 100
Washington arriva ad un altro incrocio importante ad Est, stavolta con le armi giuste. Dal punto di vista realizzativo nessuna prova eclatante, ma grande distribuzione e lavoro di squadra… Concedetemi un allelujah. Per una volta non si gioca “palla a Wall e vediamo che succede”, ma si fa girare il pallone, si blocca e qualcosa succede davvero. Gli ospiti scrivono 2 cifre di vantaggio nel secondo quarto e non le perderanno praticamente più. I Bulls provano l’assalto varie volte con un Derrick Rose da 23 punti con 13 tiri che fa sognare, non soltanto per questa partita. Gli assalti però vengono prontamente respinti da Was che raccoglie ottimi feedback anche dalla panchina, notare sia Neal che Sessions in doppia cifra. 17 con 10 assist per John Wall e 14 per Nene e Temple, dall’altra parte rispetta le medie Gasol (15-10) e si accende ma non troppo Butler (19 con 7 assist).
ORACLE ARENA, OAKLAND. MIAMI HEAT 103 – GOLDEN STATE WARRIORS 111
Prova da tirar giù il cappello nonostante la sconfitta dei Miami Heat, perdenti ma estremamente solidi. Per gli Heat si avvia una serie di trasferte importante, dalla quale avremo delle coordinate importanti su dove potranno stare ad Aprile. I campioni al di sotto dei livelli abituali, specialmente Thompson, alla fine la portano a casa di entusiasmo e di MVP. Miami incollata dall’inizio alla fine, grande equilibrio e percentuali basse dalla lunga distanza per i padroni di casa. Decisiva una breve fuga (+10 di parziale) all’inizio del quarto periodo, guidata da un insospettabile Marreese Speights. Colui che non era mai entrato prima di quel momento scava una buca dalla quale Wade e compagni non riusciranno più ad uscire. Nel finale Steph si riappacifica con il ferro, che aveva accolto male le sue parabolone, ed infila una tripla in faccia a Bosh, in ritardo solo di qualche milionesimo di secondo ma sufficiente per chiudere la partita. Solito spaziale Draymond Green da 22-12-6 mentre Steph fa 31 con 27 tiri. Per gli Heat doppia coppia Wade (20 e 11 assist) e Bosh (15-12). Grande atteggiamento per gli Heat, fatta eccezione per Dragic, gara altalenante e bucato da una rimessa veloce di Bogut mentre era intento a protestare. Gli Warriors eguagliano il record dei Sixers di vittorie consecutive in casa (36) e vanno a caccia delle 44 dei Bulls.