La prima sottolineatura è che il nodo di tutto arriva dall e a Cina, dove il CoronaVirus comincia a recedere.
Tuttavia una Lega trimilionaria non può semplicemente “aspettare sulla riva del fiume”, ma deve ipotizzare, preparare scenari, non farsi trovare impreparata. E’ una pura ipotesi, basata sull’idea (non una proposta) di un commentatore ispirata da un tentativo del quale forse in Cina stanno provando a mettere insieme le basi. Credo di aver reso il precedente periodo abbastanza vago da rappresentare quanto questa notizia sia reale ma lontana da qualsiasi immediata concretizzazione. In coincidenza con il calare della crisi epidemica, la Cina sta pensando di far ripartire il campionato di basket. Il metodo sarebbe quello di radunare tutte le formazioni in una città e di far disputare una serie di partite ogni giorno. Una sola città: per tenere controllate le condizioni di sicurezza per la salute. Tante partite al giorno in una o più arene: per recuperare il calendario. L’idea balenata al giornalista di The Undefeated avrebbe come location Las Vegas, che già ospita gare in serie durante la Summer League ed ha 3 arene in cui i pro e futuri pro giocano ogni estate. Al momento Las Vegas ha 528 casi di contagio accertati (vi lascio il link https://www.southernnevadahealthdistrict.org/coronavirus/) su una popolazione ondivaga: presumibilmente inferiore al solito visto che molti alberghi e casinò sono stati chiusi la scorsa settimana. Logisticamente non è una boiata, tutto dipende dal procedere dell’epidemia ovviamente. Altrettanto ovviamente le gare sarebbero a porte chiuse, e i giocatori vivrebbero in una condizione non semplice, uno scenario di isolamento continuo e totale che alla distanza assumerebbe ombre da film catastrofista. Nel centro rimane sempre la questione della salute: nessuno rischierà scioccamente, la NBA è cosciente dei danni economici ma ha già dimostrato, fermandosi nell’istante in cui Gobert è risultato positivo, di avere precisi valori, un paio dei quali superiori al dollaro.
Prendiamo questa ipotesi e fissiamone i termini: a mio modo di vedere le condizioni necessarie sono 3. La salute da proteggere, la fattibilità logistica, l’unione di intenti. Data per scontata la prima, sul secondo capitolo la carovana del campionato italiano comincerebbe a scricchiolare, per poi crollare sul terzo. Un presidente direbbe “ma perchè a Roma e non a Milano o qui da noi a….?”, un altro “eh ma gli alberghi chi li paga? Il basket italiano è povero”, il terzo “uno dei miei 5 americani non vuole tornare, e io allora non gioco”..”se non gioca lui allora nemmeno io”, quindi arriverebbe uno dei tanti santoni sempre in fregola nonostante l’età: “…e i vivai?”, Petrucci reclamerebbe un albergo e un campo per la Nazionale,….. Seeya.