Sono giornate NBA in cui la differenza con The Bubble comincia a farsi sentire: qualche giocatore positivo ai capillari controlli Covid, costretto a saltare un paio di settimane di partite.
Ha cominciato Michael Porter Jr. poi Seth Curry fino a Robert Williams, lungo dei Celtics che, tracciati i suoi contatti e spostamenti, ha messo fuori gioco anche due compagni: Thompson e Grant Williams. Celtics con il pacchetto lunghi quasi tutto fuori gioco. Ma la sfortuna di uno è il minutaggio di un altro, finalmente ha avuto minuti consistenti il giocatore NBA più amato per minuto giocato: Tacko Fall. Il compagno di casa ideale perché non vi chiederà mai di alzarvi e prendere il telecomando: m. 2.53 di apertura alare, 3.14 di estensione verticale senza saltare, il giocatore sta seminando stoppate da 2 anni in G-League, con poche ma positive apparizioni NBA, sempre facendo impazzire i fans in maniera trasversale. Fall ha inchiodato anche stanotte vs Washington: scalpo di Westbrook, Beal, Bertans. Era la gara del duello tra i due più forti giocatori nati a St.Louis, Beal vs Tatum. I due amiconi arrivavano caldi alla sfida: Beal ne aveva appena imbucati 60 perdenti ai Sixers, Tatum 27 vincenti agli Heat. Beal primo cannoniere NBA, Tatum sesto. Nessuno dei due ha deluso: Tatum 32 con 14/27 dal campo, BB 41 con 16/29. Più che dell’ala dei Celtics si deve parlare un po’ di Beal, che probabilmente è il giocatore NBA più sottovalutato. Si potrebbe anche pensare a una campagna #FreeBeal, ma ci ha già pensato lui, suggerendo di persona al suo agente di mettere in piedi nel 2019 un’estensione contrattuale di soli 2 anni con Player Option nel 2022, in modo da poter fuggire da WAS quasi ogni estate da quel momento in poi. E’ stato lui, arrivata la pandemia, a dimostrarsi piuttosto refrattario a lasciare Capitol City in un momento di difficoltà, in un certo senso sacrificandosi a far da balia ai tanti draftati presenti nel roster Wizards. Beal è secondo per valutazione (conteggio USA) con più di 50 (solo Jokic ha 56), primo realizzatore con 35. Tira col 49% su 25 spari/gara (!!!), aggiunge 5 sia in rimbalzi che assists, 1.5 recuperi. E’ erede della stirpe di prototipiche NBA sg, capaci di occupare ogni segmento del gioco e, quando ne vale la pena, difendere durissimo. Alcuni dei progenitori? Recenti Ray Allen, lo sfortunatissimo Brandon Roy, più indietro Michael Finley, Eddie Jones, Allan Houston, fino ad arrivare nei primi 80’s con Andrew Toney e Sid Moncrief. Un giocatore lebronesco nel saper portare in spalla i compagni, che però son sempre stati “differenti” da quelli di LBJ. In attesa di evadere per raccogliere quel che merita, Beal si trova in una situazione in cui, come ha affermato post-sconfitta stanotte, la squadra gioca benino (prima per ritmo di possessi nella NBA, sesta come produzione offensiva), ma “We can’t guard a parked car”. Difesa pessima insomma, ed infatti: 29’ NBA. C’erano 10 gare stanotte nella NBA, ma quella di Boston radunava quasi tutti i temi attualmente più interessanti, compreso l’accenno a St.Louis. La NBA infatti sta pensando di espandersi: pare impossibile che qualcosa miri al futuro in un periodo simile, ma è uno dei motivi della grandezza dell’Associazione. D’altronde “E’ quando tutto cade a pezzi che arriva il momento per investire”: lo dice Gordon Gekko nell’iconico Wall Street. Lo dice in realtà, con sinonimi, qualunque broker o studente di economia, ma detto da Michael Douglas fa un altro effetto. Le franchigie di espansione dovrebbero essere due, divise tra Est e Ovest degli USA. Se per l’Ovest pare leggermente favorita Seattle su Las Vegas, ad Est sembrano in lizza proprio St.Louis e Pittsburgh. Per Mexico City si dovrà attendere, ma attenzione: il mondo dello sport pro USA è in fermento, come dice l’ipotesi ventilata dai Jacksonville Jaguars della NFL di trasferirsi a Londra.