Ho molti amici coach, uno di essi mi rimproverava per non avere gran stima per il Tedesco dei Celtics.
Buon rimpiazzo, bravo ragazzo, ma nulla più a mio modo di vedere. Invece….
Non sono del tutto passato dall’altra parte, ma devo riconoscere i pregi del centro di Boston. Il principale merito di Theis è d’esser diventato, nel triennio finora passato agli ordini di Brad Stevens, il 5 ideale per il gioco dei Celtics. Certo, il lavoro che fa il Tedesco potrebbe essere fatto dall’alto di un maggior talento o dalla sicurezza difensiva garantita da un fisico più possente (credete: non arriva a 205 cm e forse nemmeno a 204): però quasi nessuno, in tutta la NBA, potrebbe compierlo occupando così poco spazio. Pensate a due aspirapolvere: a parità di prestazioni, se non avete esigenze di brand glamour, scegliete quello che ingombra meno il ripostiglio. In questo caso: il locker. Theis fits Boston, per prestazioni e ingombro; se foste i Lakers non potreste avere Theis come centro, ma sareste costretti, in un certo senso, ad approdare a Javalone McGee o Dwight Howard (che era la riserva designata di Cousins, prima dei rinnovati problemi sia fisici che matrimoniali di DMC): il glamour ve lo impone. La dimensione del Tedesco, invece, pare perfetta per Boston: non rovina con richieste di minuti l’equilibrio di uno spogliatoio tornato sereno dopo la partenza di Kyrie, non toglie minuti all’altro centro Kanter e non impedisce lo sviluppo del prospetto Robert Williams. Inoltre è di certo un grande lavoratore e un ragazzo tranquillo. Sul campo i mins di Theis sono esplosi quest’anno: insidiato dall’ingaggio estivo di Vincent Poirier ha risposto con calma assoluta, elevando il rendimento e consentendo a Stevens di farlo arrivare a quasi 24 mpg, complice anche un adattamento difficile del Francese. E’ diventato uno da 9+7 con 1.3 stoppate a gara, numeri che sui 36 minuti lo proietterebbero a 14+10 con 2 blocks. Non accadrà mai di vederlo giocare 36, ma le cifre non mentono e parlano di un giocatore di totale affidabilità, che non ha risentito del passaggio da 14 a 24 minuti e di quello da starter episodico (5 volte in quintetto base su 129 gare nei primi due anni) a fisso nei 5 che partono (50/51). Il solo peggioramento, all’aumentare dei tentativi, è arrivato nella % da 3: fino all’anno scorso, rispettando le diverse proporzioni, Theis era uno da 4/10, ora è da 5/16. Dovendo individuare un tassello mancante per fare dei Celtics una legit contender, ovviamente si parte dalla panchina ma si arriva in fretta alla posizione di centro titolare; non credo tuttavia sia facile, anche per i dettagli di “massa complessiva” elencati prima, trovare uno che, al posto di Theis, farebbe immediatamente e indiscutibilmente migliorare di molto Boston: lo stesso deve pensare Danny Ainge, che infatti non si è mosso per la trade dead-line, nemmeno per avere Capela da Houston.
Nella foto vedete la stoppata con cui Theis ha rigettato il tiro da 3 del possibile pareggio allo scadere di Trae Young nell’ultima gara vinta da BOS vs gli Hawks prima dell’AllStar break, una W tutta sigillata dall’intervento del Tedesco.