E mentre l’attenzione del grande pubblico (televisivo) è focalizzato sul calcio, sugli Europei e ovviamente sulla Nazionale, noi del basket, un po’ per tigna e un po’ per superficialità, perdiamo l’ennesima occasione di aumentare l’esposizione con una serie finale infinita e sfinente. Infinita come lo può essere una serie sia di semifinali che di finali al meglio delle sette partite, sfinente perché le squadre italiane, anche le più facoltose, non hanno roster che possano reggere l’impatto di sette partite un giorno sì e l’altro no. O dai una spaziatura maggiore (ogni due giorni, per esempio) o torni alla formula al meglio delle cinque, magari mantenendo le sette solo sulla finale. Poi viene stilato dalla Lega un calendario che va a schiantarsi sulle partite di calcio della nazionale e che, anche se Varese in Coppa non avesse provocato lo spostamento di date, avrebbe creato sovrapposizione sulla possibile gara 7 di finale. Milano chiude contro una Reggio ormai non più “underdog” ma certezza ad altissimo livello, una Milano da 3 sold out nella serie finale, così come Reggio Emilia, che come unico vero problema ha un Palazzetto ormai non più sufficiente nemmeno per il suo pubblico. Perché per la televisione ed i media in generale non lo è da tempo: finestroni semicoperti da tende raffazzonate, luci insufficienti e obsolete che illuminano poco e male il parquet, postazioni per telecamere e fotografi inventate sopra i banchetti della tribunetta stampa, dove, oltre ad essere decentrate rispetto al centro del campo (e quindi generando un immagine “storta”, anche se apparentemente) sono impallate da qualsiasi spettatore che si alza in piedi. Strutture che per i primi anni ’70 potevano essere valide perché il pubblico era solo quello che pagava il biglietto, quasi cinquanta anni dopo no. In realtà anche prima, ma allora la Pallacanestro Reggiana non aveva una squadra di prima fascia come ora, e la città merita un impianto adeguato alla sua squadra. Leggo su diverse testate che la Caire (Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia) ha vinto l’appalto per la riqualificazione, ristrutturazione e ampliamento del PalaBigi: la notizia è buona. Speriamo lo sia anche il progetto, che non pensi soltanto ai nuovi 1100 posti e strutture annesse, ma anche a chi ci deve lavorare e giocare. Un suggerimento propostomi da un mio cameramen: se le travi portanti ora al centro del campo sono inamovibili, sarebbe sufficiente, in fase di posa del parquet a lavori terminati, farlo spostando quest’ultimo di un metro e mezzo a dx o a sx . Questo consentirebbe finalmente di togliere l’effetto visivo di “palazzo storto” che il PalaBigi porta con se. Poi se qualcuno si informasse anche degli altri eventi sportivi e non per evitare clamorosi autogol come in questi Playoff, come per esempio fa l’Eurolega che ha spostato le sue partite al giovedì e al venerdì per non sovrapporle alla Champions calcistica, non sarebbe meglio?