“Il sestante è uno strumento utilizzato per misurare l’angolo di elevazione di un oggetto celeste sopra l’orizzonte”.
Per la RAI (nel nostro caso Raisport e la telecronaca della finale MILANO vs SIENA) altro non è che riuscire a guardare un universo lontano e privo di vita quando tutti i telespettatori, ansiosi ed eccitati, cercano vanamente il replay dell’attimo fuggente di un’azione spettacolare mentre i due baldi telecronisti (Maurizio Fanelli ed Alice Pedrazzi) dibattono sulle precise ed attente letture delle squadre e dei giocatori neanche fossero degli abbonati “gold” alla più grande libreria online, la Hoepli… letture, letture, letture…
Without Emotions sembra essere il loro “way of telling”, pieno di tecnicismi riservati agli addetti ai lavori, che in quest’epoca parsimoniosa di talenti, spettatori ed appassionati significa parlare e dibattere tra membri degli aristocratici circoli londinesi del golf, immobili e perenni di fronte ai radicali cambiamenti di un mondo sportivo che da sempre si nutre non di sola tecnica e non di solo corpo ma che rivela tutto il suo splendore quando entra in campo l’anima…
Il paragone con la NBA è senz’altro imbarazzante ma lo è da sempre; in confronto a loro noi non siamo altro che figli di un dio minore, zoppo ed accidioso… troppo lontani questi americani ma troppo intelligenti per aver capito da subito che un prodotto spettacolare come il basket doveva e poteva vivere raccontando anche le storie dei protagonisti.
Le loro riprese sono un must della televisione: replay, primi piani, angoli di visuale, microfoni sui canestri e nelle panchine, inquadrature su spettatori particolari… dati, sketch, gags e quant’altro faccia parte del mondo dello spettacolo, perché il basket a questi livelli è anche e soprattutto spettacolo, un prodotto da vendere, un prodotto vincente e che risponde a ferree regole commerciali.
La RAI invece confeziona un prodotto ad uso e consumo dei suddetti telecronisti, loro sì protagonisti logorroici anche nei momenti in cui il telespettatore avrebbe il piacere di sapere cosa dice l’allenatore nei time-out decisivi, quali parole, quali indicazioni per le azioni finali e invece niente di niente, meglio guardare la partita a volume spento oppure cambiare canale e passare a Sportitalia (ri-nata al canale 153) e guardare i “cugini” d’oltremare come gli spagnoli e la loro lega ACB, avanti anni luce rispetto alla nostra tanto agognata FIP se non altro per aver rispolverato – con un anno di anticipo – il celebre ed avvincente salto a due dopo ogni palla contesa, eliminando quel curioso aggeggio da trenini Lima che risponde al nome di freccia indicatrice…
Il verdetto, cara e costosa RAI, non può che essere: STEP BACK!