La Virtus Roma chiude una settimana nera, iniziata con la vicenda Triche e proseguita con l’infortunio che l’ha privata di Gibson, nel peggiore dei modi perdendo al Palatiziano 76-80 contro una Vuelle Pesaro che ha saputo approfittare dello stato confusionale dei capitolini. Questa sconfitta fa sprofondare pericolosamente la Virtus nei bassifondi della classifica, da cui invece emerge prepotentemente e, lo sottolineiamo, meritatamente la squadra di Riccardo Paolini. D’ora in poi Roma dovrà davvero dare il meglio di sè nelle ultime partite per evitare guai grossi, guardarsi molto attentamente alle spalle e mettere definitivamente da parte sogni di playoff, che il parquet questa sera ha impietosamente allontanato in maniera drastica da Roma. In completa emergenza, la peggior Virtus vista quest’anno dalle parti di Viale Tiziano è coincisa con la peggior partita stagionale di Bobby Jones ( 4 punti con -17 di plus minus ), due errori dalla lunetta ed una pessima difesa del gladiatore di Compton negli ultimi due minuti sono costati carissimi, anche se non è giusto gettare la croce addosso ad un giocatore che spesso e volentieri ha tolto la castagne dal fuoco alla Virtus quest’anno. Gli altri infatti non hanno fatto molto meglio , iniziando da unMorgan apparso in condizioni pietose al rientro dalla pausa per la Final 8 di Coppa Italia.
Qualcosa hanno dato i soliti Stipcevic ( 17 ma con 4/11 dal campo ), il nuovo arrivato Freeman (9 ma 0/3 nelle triple ), ed un Lorenzo D’Ercole meglio in attacco che in difesa ( 8 ). Ejim ed Ebi hanno giganteggiato sotto le plance ( 17 dei 42 rimbalzi totali romani sono loro ), ma troppo spesso sono mancati anche loro in fase difensiva, soprattutto quando si è trattato di proteggere il perimetro o ancor peggio di chiudere l’area alle scorribande inarrestabili di un Wright scatenato e decisivo nella fase decisiva della gara. I pasticci romani poi in fase offensiva sono quasi tutti racchiusi in 21 palle perse ed un black out negli ultimi sette minuti del 3/4 che sono costati l’ennesimo break creato dalla Vuelle,e costretto la Virtus agli ennesimi sforzi per l’ennesima rimonta in una gara sempre all’inseguimento. Al contrario delle gare contro Varese o Capo d’Orlando, tanto per capirci, la rimonta questa volta non è andata a buon fine, probabilmente anche perchè l’avversario è apparso poco propenso a concessioni ed al suicidio. La disperazione a volte ti riesce a tirar fuori doti nascoste inimmaginabili, e Pesaro nelle ultime settimane è la dimostrazione tangibile della veridicità di questa teoria. Dalmonte ha provato a mischiare le carte in avvio con la clamorosa decisione di partire con il giovane Romeo in starting five, ed il ragazzo scuola Eurobasket ha ripagato la scelta segnando i primi cinque punti romani nella gara, prima di accomodarsi in panchina dopo sei minuti per guardare da lì il resto della partita. Pesaro ha subito fatto la voce grossa dall’arco, trovando un Myles mortifero nelle conclusioni ( 17 dei suoi 22 punti sono arrivati nel primo tempo ), ed un Peter Lorant troppo spesso lasciato libero di colpire piedi per terra dalla lunga ( 13 con 3/4 da 3).
Malgrado il marasma più totale, ed il solito sparacchiare dall’arco ( 6-25 alla fine ), Roma riesce comunque a recuperare un gap iniziale di 11 punti ( 9-20 ), addirittura a mettere il muso avanti in un paio di occasioni nel secondo quarto ed a chiudere sotto di 3 all’intervallo ( 41-44 ), sprecando come al solito l’ultimo possesso offensivo prima della pausa lunga. La Virtus parte bene in uscita dallo spogliatoio andando subito avanti ( 48-46 ), con una tripla di Stipcevic e l’unico canestro della gara del Pirata lemure. Ma è mera illusione perchè non è serata, ed immediatamente e diremmo anche puntualmente arriva il parziale di 1-11 pesarese che manda la Vuelle avanti di 9 all’ultimo riposo, favorito da una inenarrabile difficoltà virtussina di costruire una manovra offensiva degna di questo nome, e di conseguenza di fare canestro. L’ultimo sospiro di vita la Virtus lo esala all’inizio del rush finale, il +3 siglato da un gioco da tre punti di Freeman e da un piazzato di Ebi ( 67-64 a 5’50 dalla sirena ), viene subito cancellato dalle giocate sublimi di un Wright che manda al bar ripetutamente Stipcevic o chi per lui, concludendo personalmente a canestro o confezionando gustosi cioccolatini ( 8 assist ), tramutati in punti pesantissimi da La Quinton Ross ( 14 ) o Musso ( 10 ). Nel finale punto a punto i tiri liberi condannano Jones, così come accadde allo scadere nella gara di andata, poi a undici secondi dalla fine sul 76-79 Roma incappa in una infrazione di cinque secondi sulla rimessa da metà campo consegnando di fatto i due punti a Pesaro. Fischio cervellotico forse, difficile da commentare senza la possibilità di ricorrere all’instant replay, ma sicuramente non causa principale della disfatta della truppa di Dalmonte. Apparsa davvero molto sottotono questa sera, ed in partenza con molte incertezze e paure, verso una trasferta di Eurocup in Turchia a dir poco proibitiva.