Respira la Effe, dopo aver toccato il fondo alla pausa lunga. Certo, al rientro negli spogliatoi dopo i primi venti minuti c’era anche ben poco da raschiare in quel fondo del barile iniziato con la prestazione di Piacenza e continuato nel primo tempo di questa serata infrasettimanale. Certo, il “ritorno” di Bologna coincide con un clamoroso down dell’Urania Milano che dopo aver giocato venti minuti di pallacanestro veloce e piacevole si intestardisce a sfidare la partita e se stessa con un unico spartito, quello del tiro da tre che se nel primo tempo, complice anche una buona circolazione di palla in attacco porta a un fatturato di 9/23, nella seconda parte porta un inquietante 2/21 frutto di attacchi statici e tiri non sempre coerenti e sensati. Nonostante ciò e nonostante Milano ci metta oltre 8 minuti per muoversi da quota 59 continuando a “padellare”, ecco ciò nonostante lo spartito resta indentico e sostanzialmente la fine segnata. L’Urania paga l’abbassamento repentino delle percentuali in uno con la maggiore intensità difensiva sul perimetro della Fortitudo. Ecco, la Fortitudo: un gruppo che inizia nel silenzio assordane di un Paladozza che rimprovera, senza mezzi termini gli atteggiamenti passivi del recente passato, continuando su quella falsariga, incamerando 29 punti nel solo secondo periodo e rientrando negli spogliatoi tra i fischi dei propri sostenitori, nessuno escluso. Ecco, da quel nulla esce una squadra che seppure tra mille difficoltà e sicuramente senza esprimere un basket spettacolo, si sbatte, suda, si applica in difesa e rientra prima in partita e poi la vince peraltro senza rubare nulla.
E allora quantomeno teniamoci stretto un atteggiamento, che tante volte è parso rinunciatario e che invece questa sera è cambiato in corsa: magari non è tanto, ma quantomeno certifica che la squadra può ancora essere viva e dire qualcosa.
Villa nel dopogara non si nasconde dietro al pessimo secondo tempo dei suoi: Sicuramente dobbiamo fare i complimenti ai vincitori che hanno fatto un secondo tempo di assoluta reazione dopo che nel primo tempo la gara era venuta verso di noi. I nostri demeriti sono nella nostra mancata reazione alla reazione . Dobbiamo fare qualcosa quando l’avversario cambia l’atteggiamento e l’intensità. Nel momento in cui la difesa della Fortitudo si è alzata non siamo andati oltre alla prima opzione smettendo di fatto di muovere il pallone in attacco. La staticità, al di là del fatto che di certo non siamo una squadra con chili, non ci ha permesso di trovare il nostro gioco e le nostre soluzioni.
Un Dalmonte soddisfatto, ma con i piedi per terra è quello che si presenta ai microfoni: “Stasera chiedo alla mia squadra di essere soddisfatta e sono felice per la vittoria e per i secondi venti minuti. Siamo consapevoli di quello che è successo prima e dobbiamo essere soddisfatti e felici di oggi e di come abbiamo reagito. Abbiamo giocato una partita strana sui 40 minuti, una partita in cui abbiamo concesso 17 rimbalzi in attacco contro una squadra che ha tirato 44 volte da 3 punti generando rimbalzi lunghi difficili da gestire. Abbiamo combattuto bene nei secondi venti minuti dove l’avversario ha messo a referto solo 18 punti. Di questo dobbiamo essere soddisfatti. Faccio un grande augurio a Ale Panni sperando che l’infortunio sia lieve. Il pubblico ha manifestato legittimamente il suo disappunto e dobbiamo prenderne atto. Rispettiamo le opinioni altrui e sempre lo faremo.
LA CRONACA
Come detto, nel silenzio irreale che il Paladozza mostra senza il sostegno della Fossa, la partita nel primo quarto è una corsa a chi sbaglia di meno, non a chi segna di più. Percentuali basse, mani fredde, tanta confusione. Milano in chiusura prende un paio di possessi di vantaggio complice un 5-0 sul finale firmato Montano. Nel secondo quarto la peggior Fortitutdo di serata contro la miglior Milano. Si vedono gli ospiti fare 6 punti in una azione, tirare anche 3-4 volte e di contro la confusione più assoluta nella metà campo di attacco dove regna l’improvvisazione. La partita scivola verso gli ospiti, con Montano, Amato e anche Potts ( 14 rimbalzi per lui all’intervallo, 9 nei primi 9 minuti) a allungare la striscia dei massimi vantaggi. La effe riesce nella impresa, con meno di 5 secondi sul cronometro e rimessa in attacco e da fondo campo a sbagliare un appoggio e subire il coast to coast di Amato. 30-46 e tutti nel ventre del Paladozza tra i fischi di una tifoseria ormai satura di fuguracce.
L’inizio del terzo quarto vede una Fortitudo più attenta in difesa ma pasticciona in attacco tant’è che al 24′ il punteggio è ancora sul 41-55 per l’Urania. Ma da quel momento in poi inizia l’incubo per Milano che in 14 minuti riuscirà a segnare la misera di 4 punti tutti nel terzo periodo senza trovare il fondo della retina per 8 lunghi minuti nell’ultimo periodo. La Fortitudo si aggrappa a un Candussi a corrente alternata frenato dai falli, ma a un buon Aradori e a un concreto Fantinelli. Chiude il quarto sul 53-59 per superare, appunto sul 61-59 fino ad allungare al 66-59 ( parziale 13-0 per un 25-4 in allungo) dove di fatto la gara si chiude. Qualche libero sbagliato sul 66-62 può far sperare Milano, che comunque non farebbe più canestro neppure in una vasca da bagno. Game set and match prima della proibitiva trasferta di Torino che, chissà mai, potrebbe anche far resuscitare del tutto questa Fortitudo.
Pagelline:
Fortitudo Bologna: Thornton 5: Abulico, di fatto abbastanza incocludente. E dovrebbe fare la differenza. Aradori 7: Che piaccia o no quando fa la differenza il risultato spesso arriva. Barbante 5,5: Subisce sempre un po’ nella metà campo difensiva e non è preciso in attacco. Panni 6: Ci mette della voglia, con tutti i limiti del caso. Tanti auguri per il recupero. Vasl 5,5: Resta un oggetto misterioso con un utilizzo da ottavo uomo, non il massimo per uno “straniero”. Candussi 6: Limitato dai falli in una gara dove dovrebbe sempre giocare. Si deve gestire sui contatti. Fantinelli 7: Alla fine sono lui e Aradori a dare il plus per portarla a casa. Italiano 4,5: Con 32 minuti di utilizzo non può bastare il plu/minus da +18 per salvare una prestazione complessivamente mediocre. Dalmonte 6: Stavolta cambiando l’atteggiamento difensivo, e modificandolo, dà l’input che serve.
Urania Milano: Potts 5: Non traggano in inganno le cifre. Tutto nei primi 15 minuti, poi il nulla. Piunti 5: Protesta senza costrutto. Il miglior plus/minus dei suoi, ma di fatto non incide. Ebeling 6: Trova gli ultimi canestri prima della debacle. Onesto. Valsecchi s.v., Hill 4,5: da uno straniero prova ampiamente insufficiente. Senza attributi. Amato 5,5. Primo tempo sontuoso, secondo inquietante. Montano 5,5. Non incide più di tanto e quel poco solo nei primi 20 minuti. Pullazi 5: alla fine “tira tutto ciò che gli passa per le mani” Esiti nefasti. Cavallero 6: Alla fine nei 5 minuti di campo fa il suo. All. Villa 4,5. Smetti di segnare dall’arco e che fai? Continui a tirare. Non ha e non dà alternative.
FORTITUDO BOLOGNA – URANIA MILANO 73-64 (13-17) (30-46) (53-59)
Fortitudo Bologna: Bonfiglioli n.e., Thornton 7 ( 1/3, 1/5), Aradori 22 ( 6/6, 1/4), Barbante 8 ( 3/8), Panni 6 (2/2, 0/1), Vasl 4 ( 1/2), Candussi 10 (3/7, 0/3), Fantinelli 16 ( 4/10, 2/2), Niang ne, Italiano 0/2, 0/3), Cucci ne. All. Dalmonte
Urania Milano: Potts 14 ( 1/4, 4/11), Piunti 2 (0/3 da 3), Ebeling 10 (2/3, 2/7), Valsecchi, Hill 7 (2/6), Amato 12 ( 3/6, 2/10), Montano 10 (1/3, 2/7), Ciccarelli NE, Marra NE, Pullazi 7 ( 1/4, 1/6), Cavallero 2 (1/1). All. Villa
Statistiche di squadra: Tiri da 2: Bologna 20/40, Milano 11/27. Tiri da 3: Bo 4/18, Mi 11/44. Liberi: Bo 21/27, Mi 9/13. Rimbalzi: Bo 41 (33+8, Candussi 8), Milano 44 (27+17, Potts 15). Assist: Bo 17 ( Aradori 5), Mi 4 (Potts, Amato, Pullazi 4).
Arbitri: Salustri, D’Amato, Tarascio
Spettatori: 3.256