Francesco Franchi, il figlio di Artemio, il dirigente numero 1 nella storia del calcio italiano, divide un segreto con gli amici e spero mi perdonerà se lo svelo qui: una delle più belle esperienze che si possa fare – dice – è camminare a piedi nudi sui campi di Coverciano. Ho provato la magia ma dobbiamo parlare di basket e allora chiedo e mi chiedo: esiste una esperienza ugualmente trascendente per noi baskettari, oltretutto sapendo che la trascendenza del gioco è una delle 13 regole, l’ultima, indicate da Davide Hollander nel suo libro How Basketball Can Save the World?

Pescando nell’album dei ricordi la risposta viene facile: bisogna entrare in campo al Paladozza salendo le scale che partono dagli spogliatoi. Non solo da giocatori, anche da semplici appassionati. Per quel che si sa, un’esperienza simile non sarà concessa ai visitatori del Mubit, il Museo del Basket Italiano che aprirà a settembre, speriamo, proprio al Paladozza. Ma ci sono ancora tanti di quei giorni che magari qualcuno proverà a rimediare, ne varrebbe la pena. Non serve avere di fronte la Fossa dei Leoni schierata al completo e, alle spalle, la curva dei tifosi Virtus. Si può anche essere rapiti. A me capita ogni volta, e non solo al Palazzo, come lo chiamiamo a Bologna affettuosamente: vedere un impianto vuoto ti fa venire la vertigine di Jovanotti che non è paura di cadere ma voglia di volare, quel brivido che Franchi fa abitare a Coverciano. continua a pag. 23 di Basket Story #25  

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Redazione Basket Story 

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