Vogliamo il loop, vogliamo il loop, vogliamo il loop…
Vogliamo rivedere nei parquet italiani il reverse e tiro, vogliamo rivedere… il loop.
“si, d’accordo, ma cosa diavolo è un loop…?”
*Loop: ripetizione infinita di una qualche applicazione (…) Può anche essere generato appositamente fino al raggiungimento di un evento, che lo farà terminare*
Il loop è un qualcosa che si riavvolge, che gira e gira e gira su se stesso – come un ipnotico ritmo dance, come attaccante lanciato a canestro e che, trovando la strada sbarrata da un difensore, trovi il contatto con questi, gli giri intorno, lo avvolga con la schiena, si liberi… veda la luce, il ferro. Tira. Tira. Tira. In Reverse e Tiro.
Se volete trovare un elemento che differenzia un match di Eurolega da una normale partita di Lega A o Legadue cercate… il Loop. Mettetevi alla ricerca di un movimento di reverse e tiro. Se vedete giocare una partita in cui “i giocatori vanno dritti”, siete in Italia. Si, ogni tanto li vedrete girare intorno al corpo di un difensore, qualcuno ruota su se stesso. Ma subito arriverà un fischio ed un arbitro che, manco stesse ballando al Piper nel 1967, ruoterà, lui si, gli avambracci: “passi…!!!”. Se invece vedrete giocatori muoversi liberamente in ogni direzione, se li vedrete adoperare il dorso come un tempo Bob Mc Adoo o Drazen Petrovic, se il movimento di ognuno vi sembrerà continuo e fluido, siete di sicuro alla visione di una partita di Eurolega – e non solo perché i giocatori sono più bravi. Li si sono tenuti il loop…
In Italia invece abbiamo abrogato il reverse e tiro. È come se in discoteca, invece che con il loop reiterativo di Get Lucky dei Daft Punk, avessimo sostituito il mojito con la camomilla o l’autarchica cedrata, deciso di ballare con Felicità di Albano e Romina, oppure con le canzoni di Sanremo…