Atterriamo nel modernissimo aeroporto di Ft.Lauderdale provenienti da New York e ad accoglierci è una bellissima giornata di sole con un clima decisamente tropicale 28 gradi ed enormi palme a fare capolino fuori dalla costruzione.
La lingua spagnola, molto diffusa nel “Sunshine State” insieme ai coloratissimi autobus trasmettono immediatamente un senso di allegria e di vacanza.
Mi metto a bordo della macchina a noleggio targata “Connecticut” e imbocchiamo una delle mitiche highway americane I-95 in direzione sud fino ad arrivare dopo un breve tragitto alla cittadina di Hollywood Florida dove abbiamo prenotato l’hotel.
Hollywood è una ridente località con belle spiagge, un downtown carino con vari ristoranti etnici e a mezz’oretta scarsa dall’American Airlines Arena casa della squadra di basket di Miami.
Vivamente consigliati i ristoranti colombiani su Hollywood Blv, buon cibo ed ambiente vivace oltre all’ospitalità caratteristica del paese sudamericano.
Giunti a destinazione e controllata la posta elettronica mi rendo subito conto di un altissimo livello di professionalità da parte dell’organizzazione degli Heat.
Ricevo, infatti, il programma per la partita del giorno seguente contro Detroit articolato nei minimi dettagli, dagli shootaround al menù per la cena dei media fino all’orario previsto per l’inno nazionale molto sentito in Usa nazione molto patriottica….”Land of the free and home of the braves”..
Miami availability at approximately 11AM in the Media Interview Room
BOSH, DENG, DRAGIĆ, WADE & WHITESIDE will generally speak to media at shootaround, but not pre-game.
Player Availability: 6:15-6:45PM (inside locker rooms)
Press Room Menu:
Chicken Cordon Bleu, baked potatoes, garden salad, plain rolls and chocolate cake.
Molto entusiasta mi sveglio il giorno seguente martedì 22 di dicembre e fatta colazione mi dirigo al primo appuntamento all’American Airlines Arena: alle 11 è infatti prevista una conferenza stampa dei giocatori degli Heat dopo un allenamento al tiro (shootaround) che per le partite NBA è previsto il giorno della partita.
Arrivando a destinazione, uscita 2D Biscane blvd, dopo una rapida spiegazione riesco a parcheggiare come stampa nel garage sottostante il palazzetto superando l’insegna Go Heat inneggiante la squadra locale.
Camminati pochi metri vengo però fermato dall’addetto alla sicurezza che in tono molto deciso mi dice che senza un documento ufficiale non mi farà assolutamente accedere all’impianto. Il soggetto peserà oltre 150 kg è la presenza è piuttosto intimidatoria.
Purtroppo se non si possiede un accredito stagionale risulta molto più difficile assistere agli allenamenti che alla partita. Il permesso da parte dei PR del team avviene, infatti, sulla parola. Arrivato ad un passo dalla meta, mantengo la calma e inizio a raccontare di aver affrontato un viaggio lunghissimo e di concedermi almeno l’opportunità di arrivare fino alla porta successiva per argomentare le mie ragioni. (I play my cards).
Dopo un tira e molla abbastanza snervante alla fine ottengo l’obiettivo e arrivo all’ingresso dei media.
Ad accogliermi è un signore panamense e un metal detector simile a quello di un aeroporto.
Superata la seconda trappola, convinco la security a concedermi una chiamata ai responsabili dei Miami Heat e finalmente riesco a passare con un adesivo che ritrae il mio volto frutto di un’istantanea scattatami e appiccicata al mio petto da mantenere durante la mia permanenza nel palazzetto.
Ormai il cane lupo che annusa lo zaino è una piccola formalità e inizio a percorrere un lunghissimo corridoio pieno di poster dei principali attori che si sono esibiti all’American Airlines sia del basket che del firmamento delle stelle del rock. Lebron, Bono e Mick Jagger sono in buona compagnia.
Dopo un lungo camminare entro nella sala delle interviste dove sarebbe arrivato Coach Spoelstra capo allenatore della compagine della Florida.
A farmi compagnia ci sono molti personaggi visti in televisione in numerose occasioni durante le partite degli Heat: Fox sport, Espn, Heat TV, Miami Herald e Sun Sentinel le principali testate rappresentate.
Arrivato, il rappresentante del “Calore di Miami” effettuo la presentazione di rito e alla domanda che mi viene rivolta sulla capienza del Palabigi mi vengono i brividi.
Dopo un brevissimo tentennamento mi salvò in corner dicendo che la città di Reggio ha visto formarsi cestisticamente Kobe Bryant e che il pubblico di Via Guasco rappresenta un vero e proprio sesto uomo in campo in grado di contribuire in modo determinante a portare la squadra a un canestro dallo scudetto nella passata stagione.
Dopo il breve discorso pre partita dell’allenatore di origine filippina nel corridoio limitrofo iniziano a comparire i grandissimi campioni NBA protagonisti di tantissime sfide leggendarie e di finali per l’anello.
Le emozioni sono grandissime sembra di vivere all’interno di un film trovandomi a strettissimo contatto con simili atleti.
Si capisce subito chi è il vero padrone di casa dal seguito di media che attira su di se come il miele, le api appena compare la guardia numero 3 degli Heat.
Con la partenza di Lebron James è Dwayne Wade il vero re di Miami ed anche Bosh, altro giocatore All Star lo prende in giro dicendo a tutti di prestare attenzione a sua maestà.
Dopo essermi caricato di adrenalina e riprendendo fiato manifesto a Nick, responsabile delle pubbliche relazioni e di origine italiana, il mio desiderio di scrivere una storia su alcuni dei protagonisti della franchigia ma mi viene detto che il momento più opportuno è durante gli allenamenti settimanali.
Mi ritengo quindi abbastanza soddisfatto di quanto ottenuto e decido di concludere così la mattinata sportiva.
La sera andrà in onda la partita contro i Detroit Pistons e si preannuncia un duello elettrizzante della Eastern Conference.